Due fermati per il pestaggio Un accoltellato a Perugia
Indagine lampo a Palermo sull’agguato al dirigente di Forza Nuova In Umbria ferito un militante di Potere al Popolo. Nel 2018 71 episodi
Ci sono due fermati a Palermo per il pestaggio del leader locale di Forza Nuova, legato col nastro isolante e imbavagliato martedì sera nella centralissima via Dante e riempito di botte da un gruppo di almeno otto persone. L’accusa è tentato omicidio, come per altri quattro denunciati a piede libero dalla Digos. Sono stati individuati, per quanto fossero a volto coperto, grazie a una telecamera di sicurezza. Non sono esclusi altri arresti. Massimo Ursino, il dirigente di Forza Nuova aggredito, è uscito ieri mattina dall’ospedale con il setto nasale fratturato, un trauma cranico, escoriazioni e contusioni varie e venti giorni di prognosi.
Il tatuatore 40enne che guida i forzanovisti palermitani non è uno stinco di santo: arrestato nel 2006 e condannato in primo grado a due anni e mezzo per aver picchiato a bastonate e rapinato due immigrati del Bangladesh; rinviato a giudizio per lesioni aggravate anche da motivazioni razziali un anno prima ai danni di un ragazzo nigeriano e di uno di Siracusa. Ma questo nulla toglie alla gravità, soprattutto simbolica, del pestaggio: la scelta di legare e imbavagliare Ursino prima di colpirlo ricorda le peggiori pratiche degli anni 70 e 80, così come la documentazione del gesto affidata a un video girato con uno smartphone da una ragazza, anche lei già identificata.
IL FERMOdel procuratore aggiunto Ennio Patrigni ricostruisce i fatti e anche l’antefatto e cioè un commento Facebook di Ursino, pubblicato nel pomeriggio, sulla bassa statura di un antagonista palermitano che pure è tra gli indentificati. Secondo il pm l’agguato non è stato portato a più gravi conseguenze solo per le grida dei passanti. Ursino aveva perso conoscenza. I due fermati sono Giovanni Codraro, di 25 anni, e Carlo Mancuso di 27, il primo cuoco e il secondo studente di Ingegneria, indicati come appartenenti al centro sociale Anomalia. Codraro ha una condanna
Nel provvedimento L’attacco scatenato dopo un commento del neofascista su Facebook
in primo grado a nove mesi per resistenza a pubblico ufficiale durante una manifestazione a Cremona. La polizia ha trovato mazze e altre armi improprie nelle perquisizioni effettuate ieri mattina in ambienti dell’antagonismo.
La tensione a Palermo è salita in vista del comizio elettorale del leader di Forza Nuova Roberto Fiore, in programma sabato. Un ampio cartello di forze che comprende l’Anpi ha chiesto al questore di vietare la manifestazione ma questo non accadrà. Il Viminale ha impedito al partito dell’ex leader di Terza posizione solo di manifestare a Macerata dopo l’incredibile tiro a segno del fascioleghista Luca Traini che il 3 febbraio ha ferito sei stranieri a colpi di pistola.
NELLE STESSE ORE in cui Ursino è stato aggredito a Palermo, a Perugia martedì sera sono spuntati i coltelli. Mario Pasquino, 37 anni, si è presentato in ospedale con ferite da taglio e da punta alla coscia e alla schiena e lesioni da corpo contundente alla bocca e al capo. “Mi hanno aggredito – ha detto – mentre attaccavo i manifesti di Potere al Popolo”, il cartello lanciato dal centro sociale “Je so’pazzo” di Napoli che comprende Rifondazione comunista. “Non saprei riconoscerli”, dice Pasquino, che ha tre figli e gestisce una birreria in centro. È ferito, in modo meno grave, anche il cugino. Ma dall’estrema destra raccontano una storia diversa: “Gli aggrediti sono i militanti di CasaPound Italia, che si sono limitati a difendersi da un attacco a freddo, come i video della telecamera presente sul luogo dimostreranno”, scrivono in un comunicato, secondo il quale erano loro ad attaccare i manifesti. “A un certo punto – si legge nella nota –, da una macchina, un gruppo di persone a volto coperto, armato di bastoni, è sceso e ha aggredito i nostri militanti” che avevano solo “la scopa per la colla dei manifesti”. L’avvocato Luciano Ghirga, che assiste Pasquino, parla di una “colluttazione” dopo “qualche parolaccia”, spiega che “faremo una denuncia contro ignoti” e sottolinea che “una forza politica ha ammesso la sua presenza sul luogo dell’aggressione”. Le indagini sono affidate alla Digos, per il procuratore Luigi De Ficchy i fatti sono “ancora da chiarire”.
AL VIMINALEc’è grande preoccupazione, soprattutto per i fatti di Palermo che seguono quelli di Macerata, il pestaggio di un carabiniere a Piacenza durante una manifestazione antifascista (tre arrestati) e gli scontri a Bologna dove pure si cercava di impedire un comizio di Forza Nuova. Al ministero dell’Interno contano 71 episodi di violenza politica nel 2018, quindi più di due al giorno, e la ripartizione farà molto discutere: 65 sono attribuiti alla sinistra e solo 7 alla destra contro la sinistra. Nel fine settimana si contano centinaia di manifestazioni elettorali in tutta Italia e le iniziative di CasaPound e Forza Nuova sono segnate quasi ovunque da richieste di divieto, contromanifestazioni e tensioni.