Il Fatto Quotidiano

B. giovedì si nomina il premier: Merkel vota Tajani

ManovreL’ex Cavaliere farà il nome del suo candidato a Matrix E Weber (Cdu) ieri era a Roma per “spingere” il collega italiano

- » GIANLUCA ROSELLI

L’annuncio

verrà dato giovedì prossimo, primo marzo, a quattro giorni dal voto, quando Silvio Berlusconi si siederà in poltrona davanti alle telecamere amiche di Canale 5, a Matrix, che per l’occasione andrà in prima serata. Sarà in quella sede che l’ex premier indicherà in Antonio Tajani il candidato premier di Forza Italia. La notizia è nell’aria da settimane, tanto che pure Matteo Salvini da qualche tempo usa toni più soft nei confronti del presidente del Parlamento europeo, che prima era consueto definire come “il portavoce della Merkel”. Tajani ieri ha ricevuto un endorsemen­t importante da parte del capogruppo del Ppe a Strasburgo, Manfred Weber, giunto a Roma per dare manforte alla campagna elettorale del centrodest­ra. Weber non è solo uno delle personalit­à più importanti del Ppe, ma è il pupillo di Angela Merkel. La quale, pur non mettendo becco nelle elezioni italiane, evidenteme­nte considera Berlusconi di nuovo un leader affidabile. A domanda diretta Weber non può dirla tutta, ma ciò che dice basta e avanza. “Tajani in Europa sta facendo un ottimo lavoro, gode della nostra assoluta stima. Da parte mia lo ammiro molto, ma il prossimo premier italiano sarà deciso dagli elettori…”, so- stiene davanti ai cronisti della stampa estera. Già, ma se lo deciderann­o gli italiani, significa che Tajani sarà in campo.

IL PPE DA TEMPO sta facendo un pressing educato ma deciso su Berlusconi. “I Popolari europei stravedono per lui perché è uno dei pochissimi politici italiani che hanno scelto di stare in Europa (è europarlam­entare dal 1994 ed è stato due volte commissari­o europeo, ndr), mentre la maggior parte dei nostri usa Bruxelles come parcheggio in attesa di rientrare a Montecitor­io. Ci consideran­o provin- ciali, ma non Antonio Tajani”, confida Gianfranco Rotondi.

Così l’ex capo della redazione romana del Giornale di Montanelli ha sbaragliat­o i suoi competitor: Niccolò Ghedini, considerat­o troppo filo leghista e senza le phisique du role per Palazzo Chigi, e Gianni Letta, che sarebbe perfetto, ma sconta la fama di voler stare sempre dietro le quinte.

Ieri mattina, Tajani era al fianco di Weber nell’incontro con Berlusconi a San Lorenzo in Lucina, presenti pure Paolo Romani, Renato Brunetta (“sarà lui il prossimo ministro dell’Economia”, ha detto l’ex Cav.) e la capogruppo di FI a Strasburgo, Elisabetta Gardini. Summit che ha avuto pure un risvolto pecoreccio in perfetto Berlusconi style: “Chi mi tocca il culo”, ha detto l’ex premier rivolto ai giovani di FI durante la foto di rito.

Secondo i sussurri all’interno del partito azzurro, Berlusconi un altro nome per Palazzo Chigi (oltre a Mario Draghi) in testa ce l’aveva: Urbano Cairo. Che però, raccontano, ha gentilment­e declinato l’offerta durante un pranzo in quel di Arcore prima della chiusura ufficiale delle liste.

COSÌ SOTTO con Tajani. Che, secondo i maligni, potrebbe anche fare il premier a scadenza: restare a Palazzo Chigi fino alla riabilitaz­ione pubblica di B. per poi lasciargli il posto. Proprio quello che Tajani vorrebbe evitare: lasciare la presidenza del Parlamento Ue per fare il “re travicello”, anche per un ex monarchico come lui, non varrebbe davvero la pena.

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Ansa Verso Chigi? Antonio Tajani

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