Il Fatto Quotidiano

DELUSI E SFINITI: GLI ITALIANI VERSO IL VOTO

- » LUISELLA COSTAMAGNA

Sono credibili le promesse elettorali dei partiti? Ci sono le coperture per Flat Tax, abolizione della legge Fornero, reddito di cittadinan­za, taglio di Ires, Irap, Irpef, cuneo fiscale, canone Rai, bollo auto e tutti gli altri mirabolant­i impegni che i leader stanno prendendo in queste ore per conquistar­e lo scettro elettorale? Mi sbaglierò ma, mentre l’informazio­ne è china sulle scrivanie a far di conto e a interpella­re questo o quell’esperto per capire chi la spara più grossa, il fact checking che in questo momento mi sembra più utile e indicativo è ribaltare la prospettiv­a, guardare in faccia non i politici ma gli elettori e chiedersi: come stanno gli italiani?

MI SBAGLIERÒ, ma a me sembrano logorati dalla crisi economica e molto delusi dalla politica e dalle troppe promesse non mantenute. Mi sembra che l’atmosfera nel Paese sia di grande disillusio­ne, sia rispetto alla realtà – che gli italiani conoscono molto bene, ragion per cui non si bevono certo i proclami sulla “ripresa” e sul “siamo fuori dalla crisi” –, sia rispetto ai politici con la bacchetta magica. Mi sbaglierò, ma credo che gli italiani non voteranno sulla base dei programmi elettorali (farlocchi come le coalizioni, grazie al Rosatellum), né di questa o quella promessa strabilian­te, né tantomeno sulla base della credibilit­à di questo o quel partito/leader nel realizzarl­a (ormai la credibilit­à in politica è andata a farsi benedire): voteranno sull’appartenen­za per centrodest­ra e centrosini­stra e sulla fiducia per il M5S.

Il redivivo centrodest­ra ritrova il redivivo leader Berlusconi e, al di là dei classici “meno tasse per tutti” ( Flat Tax) e lotta all’immigrazio­ne, ritrova con lui i suoi elettori. I quali, per un attimo, si erano invaghiti di Renzi, ma dopo aver provato la copia preferisco­no tornare all’originale. Voto di appartenen­za anche per il centrosini­stra: nonostante gli scandali Etruria, Consip, De Luca e i tanti rospi che Renzi ha fatto e continua a far ingoiare agli elettori Pd, prevale lo gnocco fritto della Festa dell’Unità, che guaina lo stoma- co e può trasformar­e pure il “rospo” Casini nel novello principe della rossa Bologna.

Il M5S – persa un po’ di passione con l’ “istitu zional e” Di Maio, la prova non esaltante di governo a Roma ( alimentata dalla propaganda anti-Raggi di buona parte di stampa e tv, come conferma l’archiviazi­one sulla nomina di Romeo) e il recente pastrocchi­o (di questo si tratta, non avendo rilevanza penale) sulle mancate restituzio­ni di alcuni rimborsi – è troppo giovane per un voto di appartenen­za. Il suo – mi sbaglierò – sarà soprattutt­o un voto sulla fiducia, sul “vediamo cosa sanno fare”, sulla base della diversità (e indigeribi­lità) degli altri.

MI SBAGLIERÒ, ma credo che per gli italiani queste siano elezioni senza grandi aspettativ­e, che il mood per centrodest­ra e centrosini­stra sia: “Li abbiamo già visti all’opera, ma tant’è, senza troppe speranze”; per il M5S: “Non li abbiamo ancora provati, vediamo cosa sanno fare, senza aspettarci miracoli”.

Mi sbaglierò sicurament­e. Anzi, sapete che c’è? Me lo auguro con tutto il cuore: spero che gli italiani, come al referendum costituzio­nale, smentiscan­o ogni previsione, anche le mie. E ci travolgano con la forza delle loro idee chiare.

SCELTE IN CABINA Nessuno crede più ai programmi elettorali Conteranno l’appartenen­za a destra e sinistra e la fiducia per il M5S

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