E NIENTE. INSISTE: “MPS HA UN FUTURO”
ORA, NONVIVUOLE qui, in questo breve spazio, rifare la storia del complesso rapporto tra il governo Renzi e la crisi bancaria, né quella più piccola dei disastri dello stesso escutivo in rapporto a Monte dei Paschi di Siena. Non si vuole ricordare qui i molteplici “tutto va bene, madama la marchesa”, né la decisione del Rottamatore in capo di affidare la banca senese all’aumento di capitale di Jp Morgan nel luglio 2016 per silenziare la situazione fino a dopo il referendum, né maramaldeggiare sulla cacciata dell’allora ad Fabrizio Viola contrario a quella soluzione poi rivelatasi farlocca fino all’inevitabile (da anni) intervento pubblico. Però, ecco, pur non volendo tornare sui pure evidenti torti e ragioni, siamo sorpresi che il buon Renzi non applichi almeno un elementare principio di cautela. Ci spieghiamo: “Oggi la banca è risanata e investire è un af- fare. Su Mps si è abbattuta la speculazione ma è un bell’affare”(22 gennaio 2016); “Lo penso ancora: Mps è un affare”(6 novembre 2016); “C’è stato un momento in cui ho temuto che Mps non avesse più un futuro. Oggi sono certo che lo ha” (ieri a Siena, dove non tornava dal 2013). Ecco, Matteo, non è meglio evitare? D’altronde, Eduardo aveva già spiegato a tutti noi che “essere superstiziosi è da ignoranti, ma non esserlo porta male” (ed è risaputo che non c’è due senza tre).