Statali, la beffa pre-rinnovo: costretti a ridare gli 80 euro
La ministra della Funzione Pubblica Marianna Madia aveva assicurato che gli scarsi aumenti retributivi faticosamente strappati dai lavoratori del Pubblico impiego dopo dieci anni di blocco non avrebbero avuto ricadute sul diritto di percepire gli 80 euro del bonus renziano anche nel 2018. Ma nulla si era detto per quanto maturato con le retribuzioni del 2017. E la stangata è puntualmente arrivata.
LO STIPENDIO di febbraio è il più magro dell’anno e i dipendenti attendono di aprire il cedolino sempre con una certa preoccupazione. Su questa mensilità infatti vengono scaricati i conguagli fiscali e contributivi dell’annualità retributiva precedente che si calcolano facendo la differenza tra quanto trattenuto in percentuale fissa dall’Amministrazione mese per mese e quanto deve essere versato al fisco e all’Inps in base alla retribuzione effettivamente percepita. Ed è quasi sempre una decurtazione. Sapere in anticipo quanto ti levano è come tentare di azzeccare un terno a lotto, ma sul viso di molti lavoratori statali la sorpresa è stata tanta quando hanno constatato che a sparire dalla busta paga di febbraio è stato in alcuni casi anche un terzo dello stipendio. E le proteste sulla pagina Facebook di NoiPa, il servizio informativo del ministero dell’Economia rivolto ai dipendenti dell’Amministrazione centrale e periferica sul loro trattamento economico, si moltiplicano. “Ammesso e non concesso che nel corso dell’anno abbia avuto qualcosa in più in busta paga (a questo punto mi vedo costretto a far controllare tutte le buste paga da chi del mestiere), è stato comunque spalmato sotto forma di briciole durante tutto l’anno – scrive Stefano - io non so se sia lecito e se possiate fare in questo modo, togliere più di 500 euro in una sola busta paga a famiglie che vivono di stipendio con spese mensili fisse. Spero di ricevere chiarimenti in merito. Grazie”. “Idem – rincara Nuccia - stessa cosa 550 detrazioni, stipendio 940. Come fa una famiglia a vivere?”. A lamentarsi nello sfogatoio di NoiPa sono tanti precari della scuola, in compagnia di Vigili del Fuoco, dipendenti della Difesa e della Sicurezza: dalla lentezza nei pagamenti delle indennità di funzione e degli arretrati agli errori in busta paga sugli assegni e le detrazioni famigliari (sempre a favore dell’amministrazione centrale) .
ANCHE QUEST’ANNO ci si è messa di mezzo la restituzione del bonus degli 80 euro per quelli che, a conti fatti, hanno splafonato dal limite dei 26mila euro di reddito fissato dal governo Renzi. Un euro in più e scatta la restituzione in busta paga: tutta e in un’unica soluzione. Visto che la totalità degli insegnanti di ruolo ricadono nella fascia retributiva tra i 24mila e i 26mila euro, i più penalizzati dal conguaglio dell’anno passato sono stati proprio quelli che hanno lavorato di più. “Ci chiedono di incrementare le ore di impegno e moltiplicare le attività per cercare di supplire alle carenze didattiche e a quelle di personale – si sfoga una professoressa su una chat scolastica – abbiamo guadagnato di più com’è giusto e alla fine mi ritrovo ad aver lavorato gratis”. Il meccanismo introdotto da Renzi nel 2014 prevede un contributo pieno di 80 euro mensili netti nella fascia di reddito da 8.174 a 24mila euro, che si riduce proporzionalmente fino a estinguersi a 26.001 euro. Per il 2018 con la legge di Bilancio si sono aumentate le soglie di 600 euro. Si salvaguardano in pratica circa 48 euro di aumenti contrattuali (ammontano a 85 euro lordi in media) per il tetto massimo e danno diritto a tre mensilità piene in più tra i 24mila e i 24.600 euro. Intanto ci si difende come si può: “Ho appena fatto la rinuncia al bonus fiscale ossia gli 80 euro perché ho subito in questo mese e nel prossimo due importanti trattenute sullo stipendio, ho seguito bene la procedura?” chiede Francesco a NoiPa. “Si aspettavano arretrati e aumento nel cedolino di febbraio e invece la bella sorpresa: circa 250 euro di trattenute in più. Siamo alla frutta!!!” rincara Leonardo. E Domenico sintetizza per tutti: “Grazie, sto mese solo birra dell’Eurospin”.
Stipendi decurtati
Il prelievo fiscale e contributivo ha superato in alcuni casi i 500 euro