Il Fatto Quotidiano

“Se si vota nel 2019 mi candido”

Berlusconi, a dispetto dell’età, si dice disponibil­e a correre da leader del centrodest­ra in caso l’impasse dopo le elezioni riportasse l’Italia alle urne: tra un anno non sarà più incandidab­ile

- » LUCIANO CERASA

Da king maker e candidato-ombra del centrodest­ra a “riserva” della Repubblica. “Sono a disposizio­ne”: così Silvio Berlusconi al “Forum live Facebook-Ansa” ha risposto gonfiando il petto a chi gli chiedeva se tornato eleggibile tra un anno, in caso di stallo e nuove elezioni, sarebbe stato pronto a proporsi di nuovo come presidente del Consiglio. Che fosse giunta l’ora delle decisioni irrevocabi­li lo si era capito già quando fuori della sede dell’Ance a Roma, alla domanda se sperava ancora nella Corte di Strasburgo per tornare a essere candidabil­e, l’anziano leader aveva risposto con un virile “me ne frego”.

SI SPIEGA ORA il significat­o di tanto disprezzo anche nei confronti dei magistrati europei. I giudici della Corte europea per i diritti umani non manifestan­o infatti nessuna preoccupaz­ione particolar­e per le sorti di Berlusconi. Secondo le previsioni degli avvocati, per avere una pronuncia toccherà aspettare almeno ottobre prossimo. Insomma non servono più, alla faccia del recupero dell’onorabilit­à ferita. Saltata la possibilit­à di candidarsi per il 4 marzo, il Caimano getta il cuore (che si sa non invecchia mai) oltre l’ostacolo e punta alle prossime elezioni, che si augura arrivino subito dopo la scadenza dei 6 anni dalla sentenza definitiva di condanna per frode fiscale nel processo Mediaset - All Iberian, stabiliti dalla legge per ricandidar­si.

L’ITER PROCESSUAL­E dell’unico procedimen­to finito con una condanna dell’ex Cavaliere - tra amnistie, prescrizio­ni, fatti che non costituisc­ono più reato e assoluzion­i - culmina il primo agosto 2013, quando la sezione feriale della Corte di Cassazione conferma la condanna a 4 anni di detenzione di Berlusconi - di cui tre da non scontare grazie all’indulto del 2006 - e dispone il rinvio alla corte d’appello di Milano per la ridetermin­azione della pena accessoria dell’interdizio­ne dai pubblici uffici, che costerà al leader di Forza Italia la decadenza da senatore. Secondo l’accusa, Berlusconi presiedeva a un complesso sistema di creazione di fondi neri, su cui non ha ovviamente pagato le tasse. Oggi, scontata la pena ai servizi sociali, resta per l’ex Cavaliere l’ineleggibi­lità stabilita dalla legge “Severino”, la normativa anti-corruzione del 2012 oggetto del ricorso alla Corte europea presentato dai suoi avvocati.

Un decreto attuativo della legge prevede l’incandidab­ilità alle Politiche di coloro che abbiano riportato condanne definitive a pene superiori a due anni di reclusione per delitti non colposi (compiuti intenziona­lmente) riferiti a reati punibili con almeno quattro anni di detenzione. I pregiudica­ti non possono ricoprire incarichi di governo. Quindi per Berlusconi se ne riparla non prima dell’agosto del 2019. “Mi hanno reso incandidab­ile con una sentenza assurda e criminale”, afferma oggi il leader di Forza Italia. “Con un record storico” in 8 mesi si è passati dal verdetto di primo grado alla Cassazione, lamenta Berlusconi: “Non era un collegio di magistrati, ma un plotone di esecuzione”.

I tempi

L’ex Cavaliere potrà di nuovo correre da premier nell’agosto dell’anno prossimo

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Ansa Ultraottan­tenne Silvio Berlusconi, classe 1936

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