Confiscato il Salaria Sport Village Ma i fasti di Anemone ormai sono finiti
L’ex tempio dei massaggi ora costa troppo
Un gioiello costosissimo destinato a non trovare pace. Una cattedrale nel deserto di Roma nord che nessuno è riuscito fin qui a far ripartire. Mentre per il 2019 incombe la scadenza del vincolo per “destinazione sportiva” che può segnare la fine di un’ep oca. Ieri il tribunale di Roma ha disposto la confisca del complesso Salaria Sport Village, per un valore complessivo di 70 milioni di euro. La struttura sportiva – compresi la palazzina di 9 mila metri quadri, la piscina olimpionica, il circolo e i campi da tennis e da calcio – era già sotto sequestro dal 2014 e fa capo alla Società Sportiva Roma Srl, riconducibile all'imprenditore Diego Anemone, condannato a 6 anni nell'ambito del processo sugli appalti G8 con i componenti della “cricca” composta da Angelo Balducci (6 anni e mezzo), Francesco Pittorru (a 4 anni), e Fabio De Santis (4 anni e mezzo). Era anche la location dei massaggi particolari emersi nelle intercettazioni dell’inchiesta del 2010.
L’ATTIVITÀ SPORTIVA al Salaria Sport Village in questi ultimi 4 anni non si è mai fermata. Ma chi ha provato a gestirlo è rimasto scottato. Ne sa qualcosa Massimo Moroli, presidente della Lazio Nuoto, che nel 2015 gettò la spugna, strozzato dai costi elevatissimi (500.000 euro l’anno solo di riscaldamento) nonostante le rette pagate dai 1.000 ragazzini della scuola nuoto. Ci ha provato anche Mondofitness, celebre marchio delle palestre.
Per poter mandare avanti la baracca, i due amministratori giudiziari Fabrizio Iapoce e Sergio Vitellozzi si sono dovuti reinventare imprenditori, gestendo direttamente le strutture realizzate sui 17 ettari lungo il Tevere.Oggi, piscina a parte, si mantiene un pur precario equilibrio. I campi di calcio e calcetto sono stati presi in consegna dalla Salaria Sport Club, club di calcio giovanile con 150 bambini gestito da Fabio Eleuteri e nel giro dell’As Roma. Il ristorante e il bar, invece, sono utilizzati da poche settimane da Guido Marini, patron del Due Ponti Sporting Club. Sono attivi anche i campi da tennis. Ma per il futuro nulla è certo.