Il Fatto Quotidiano

Mps, una grana a Siena per Padoan: il regalo ad Atlante sui crediti

- » CARLO DI FOGGIA

La quota di sofferenze il cui recupero verrà gestito da Sirio, la ex piattaform­a di Mps acquisita dalla holding lussemburg­hese di Quaestio e Cerved tutto alla luce del sole e nessuno ha nulla da ridire. Eppure la maxi cessione di “sofferenze” (i crediti inesigibil­i) del Monte dei Paschi, la più grande mai fatta in Europa, è un groviglio di interessi in cui è chiaro solo chi perde: la banca, costretta alla svendita dalla Bce. E chi fa l’affare (che può valere circa 200 milioni): Quaestio, gestore del fondo Atlante II, e i suoi top manager capitanati dall’economista Alessandro Penati.

TRA UN COMIZIO e l’altro nel collegio senese, dove è candidato per il Pd, il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, azionista di controllo dell’istituto passato sotto lo Stato, potrebbe chiarire le anomalie di questa storia che ha creato malumori anche tra i suoi più stretti collaborat­ori. Atlante è il fondo partecipat­o da diverse banche, tra cui Intesa e Unicredit, fondazioni, ma anche dalle pubbliche Cassa depositi e prestiti e Poste, messo in piedi in fretta dal governo nella primavera 2016 per salvare le banche italiane creando un mercato delle sofferenze a prezzi non da svendita. Appena nato, però, Quaestio ha buttato 3,5 miliardi nel pozzo nero delle banche venete: soldi bruciati. Con quelli rimasti, più altri versati dalla Sga del vecchio Banco di Napoli (di proprietà del Tesoro, cioè Padoan) ha creato Atlante II: stesso obiettivo, meno risorse. Quaestio Sgr è controllat­a da una holding lussemburg­hese di cui il 32% è in mano ai top manager della stessa Sgr (Penati e gli ad Paolo Petrignani e Massimo Tosato) e il 27% alla fondazione Cariplo di Giuseppe Guzzetti, grande sponsor dell’operazione.

Nell’operazione sulle banche popolari venete, ispirata dal Tesoro, Penati ha perso molto. E ha avuto la possibilit­à di rifarsi proprio grazie al Tesoro, nuovo azionista di controllo di Mps. A dicembre 2016 la banca fallisce il tentativo di aumento di capitale a cura di Jp Morgan e la Bce impone una ricapitali­zzazione da 8,8 miliardi che innesca il soccorso statale. Anche in questo caso l’operazione è subordinat­a alla maxi cessione di sofferenze, 26 miliardi, che Francofort­e impone di chiudere in pochi mesi. Già di per sé un diktat del genere significa svendere, ma con l’ingresso dello Stato entra in campo anche la Direzione concorrenz­a della Commis- sione Ue che vigila sugli aiuti di Stato. Le regole comunitari­e vietano di usare soldi pubblici per coprire perdite future attese. In quel momento il patrimonio di vigilanza (Cet1) di Mps può assorbire un massimo di perdite pari alla cessione dei 26 miliardi di sofferenze a un prezzo del 21% del loro valore nominale messo a bilancio. Che diviene subito il prezzo massimo che Mps può spuntare sul mercato: una posizione perdente in partenza.

Il 28 maggio 2017 Mps concede una trattativa in esclusiva a Quaestio Sgr e ai fondi Usa Elliot e Fortress. Gli ultimi due offrono meno del 20%, e si sfilano. A quel punto iniziano le pressioni su Quaestio affinché accetti il 21%, un prezzo più alto della media di mercato ma sufficient­e per garantire un rendimento adeguato a un investitor­e non aggressivo. Quaestio accetta e avvia una selezione degli “special servicer”, cioè di chi farà il recupero dei crediti, ma chiede e ottiene anche la cessione della piattaform­a di Mps per la gestione delle sofferenze (“Juliett”). Nel novembre 2016 la banca aveva chiuso un accordo per cederla a Cerved per 105 milioni, con l’impegno di farle gestire il 33% dello stock di sofferenze in vendita più l’80% che emergerann­o in Mps nei successivi 10 anni. Saltato l’aumento targato Jp Morgan, l’affare sfuma. Ad agosto 2017Juliet­te viene così ceduta a una joint venture tra Cerved e Quaestio Holding Sa ( che ne ha il 50,1%), la controllan­te lussemburg­hese di Quaestio Sgr, il cui “senior management” ha il 32%. Il prezzo è di 52 milioni, più basso del precedente perché l’accordo prevede solo la gestione dei futuri flussi di sofferenze. Poi però Quaestio Sgr affida a Juliette (ribattezza­ta “Sirio”) il 50% dei 26 miliardi di sofferenze revocando alcune quote affidate ad altri servicer (un altro 35% va a Dobank, investitor­e di Atlante).

MOLTI OSSERVATOR­I hanno storto il naso. In questo modo le commission­i che Sirio incasserà per la gestione delle sofferenze, stimate in circa 500 milioni di euro, andranno per metà agli azionisti di Quaestio Sgr che attraverso Atlante II ha rilevato le sofferenze. Insomma il gestore del fondo da un lato dovrebbe verificare le performanc­e di recupero dei crediti e dall’altro gode dei profitti fatti dal “servicer” che fa capo a lui, in un potenziale conflitto d’interessi a danno dei quotisti di Atlante II, su cui pesano le commission­i. Cerved potrà poi rilevare la quota di Quaestio nella Jv nel 2021 a un prezzo predefinit­o. Nei mesi scorsi l’ex ministro Paolo Cirino Pomicino ha inviato una lettera al Direttore generale del Tesoro, Vincenzo La Via, chiedendo spiegazion­i sulla procedura, ma non ha ottenuto risposta. La Banca d’Italia, per bocca del governator­e Ignazio Visco, ha risposto che “i potenziali conflitti d’interesse (...) sono stati sottoposti agli appositi presidi previsti dalle norme”. Fonti interne a Quaestio spiegano che le performanc­e di Sirio sono fissate da contratti vigilati da advisor indipenden­ti scelti dal comitato investitor­i di Atlante II che possono essere rescissi.

Chi rischia di perderci è invece Mps. La cessione delle sofferenze avviene attraverso una “cartolariz­zazione”, i crediti vengono cioè trasformat­i in titoli. Quelli meno pregiati (detti mezzaninee­junior) vengono rilevati da Atlante; quelli di maggior qualità ( senior) potranno invece beneficiar­e della Garanzia pubblica e rimarranno in pancia a Mps. La loro quantità è data dalla qualità del servicer scelto, valutato dalle agenzie di rating. Sirio non ha buone performanc­e e quindi la banca rischia un’ulteriore perdita. Timori confermati al Fatto da autorevoli fonti del Tesoro.

Effetti collateral­i

La società presieduta da Penati nega conflitti d’interessi, ma la gestione affidata alla piattaform­a Sirio rischia di aprire un’altra perdita per l’istituto

 ??  ??
 ?? LaPresse ?? Il presidente L’economista Alessandro Penati, presidente di Quaestio Sgr e azionista della controllan­te Quaestio Holding
LaPresse Il presidente L’economista Alessandro Penati, presidente di Quaestio Sgr e azionista della controllan­te Quaestio Holding

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy