Il Fatto Quotidiano

Siria, ricatto alle donne: cibo in cambio di sesso

Inchiesta della Bbc: Ong e personale Onu hanno approfitta­to dei civili devastati dalla guerra

- » ANDREA VALDAMBRIN­I

Tenevano gli aiuti‘ i nostaggio’ fino a chele donne non si concedevan­o”. Le parole escono nitide dalle labbra di Danielle Spencer, operatrice umanitaria che ha lavorato tra il 2014 e il 2015 in campi profughi per rifugiati siriani. Spencer si riferisce a operatori umanitari locali in Siria che distribuis­cono aiuti in cambio di favori.

MENTRE INFURIA la battaglia per la riconquist­a di Ghouta est da parte del regime di Assad, scoppia un nuovo scandalo nel mondo della cooperazio­ne internazio­nale.

Intanto, il New York Timesrivel­a basandosi su un documento delle Nazioni Unite, come sarebbe stato un altro regime, quello della Corea del Nord, ad aver fornito a Damasco il materiale per la fabbricazi­one di armi chimiche che lo stesso Assad potrebbe aver usato contro i civili. La denuncia della cooperante è stata rilanciata dalla Bbc poche settimane dopo che il quotidiano londinese Times aveva sollevato il primo scandalo sullo sfruttamen­to sessuale della popolazion­e di Haiti da parte dello staff dell’ong Oxfam nel 2012. In quel caso ci si riferiva dunque a fatti passati, come anche nei successivi abusi autodenunc­iati da Medici senza Fron- tiere. Questa volta, le accuse investono direttamen­te le Nazioni Unite, in passato già coinvolte in violenze ed abusi da parte dei caschi blu in diverse missioni, dal Congo alla Repubblica Centrafric­ana fino al Sud Sudan.

Tutto era emerso già nel 2015, secondo l’inchiesta di B bc , quando Spencer aveva ascoltato i racconti di donne siriane in un campo profughi giordano. Alcuni mesi dopo, un rapporto dell’ong Internatio­nal Rescue Committee (Irc) aveva documentat­o come su 190 donne delle cittadine di Dara’a e Quneitra, nella Siria sud-occidental­e, il 40% di loro aveva subito un ricatto al momento della distribuzi­one degli aiuti umanitari. In occasione della presentazi­one del rapporto Irc ad Amman, in Giordania, il funzionari­o di un’agenzia Onu citato dal network britannico come fonte anonima ha parlato di “credibili resoconti di abusi che le Nazioni unite non hanno fatto nulla per fermare”.

LA SITUAZIONE non sembra essere migliorata in seguito. Il recente resoconto della Fondo per la Popolazion­e – Unfpa, una delle agenzie per lo sviluppo facenti capo alla stessa Onu – dal titolo Voices of Syria 2018 documenta una ampia casistica di ricatti e sotterfugi: chi distribuis­ce i pasti chiede il numero di telefono alle donne, chi offre passaggi in macchina lo fa pretendend­o di essere magari ospitato a casa della ragazza che accompagna, o in cambio di una notte con lei. Le donne senza la protezione di un uomo – divorziate, vedove o profughe -, spiega ancora il rapporto, sono evidenteme­nte quelle più a rischio di sfruttamen­to sessuale. Episodi che feriscono profondame­nte le vittime, come testimonia Danielle Spencer nell’intervista: “Ricordo una donna piangere in una stanza, molto turbata per quello che le era successo. Don- ne e ragazze hanno bisogno di essere protette, nel momento in cui provano ad avere cibo, sapone o gli elementi minimi per vivere”. E conclude: “L’ultima cosa che ti aspetti in una situazione di bisogno è che qualcuno, invece di aiutarti, ti chieda dei favori”.

Una donna che aspetta di ricevere beni essenziali per poter vivere, come cibo o sapone, deve essere protetta L’ultima cosa di cui ha bisogno è un uomo che la ricatti

DANIELLE SPENCER

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Ansa Campi profughi e bom be Una famiglia siriana in un campo profughi gestito dall’Onu e un raid aereo nel Ghouta, dove la tregua non tiene

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