Il Fatto Quotidiano

Ogni promessa un debito: cosa si può fare e cosa no

Molti annunci, poche risorse per finanziarl­i. Dalla Flat Tax al reddito di cittadinan­za ai sussidi alle famiglie: servirà molto deficit

- » STEFANO FELTRI

SILVIO BERLUSCONI

Con la flat tax, per i primi tre anni dovremo trovare delle importanti coperture che abbiamo individuat­o, ma dal terzo o quarto anno non costa perché si saranno sviluppate l'economia e la crescita

Gli obiettivi Il Pd punta al ceto medio, Berlusconi parla a pensionati ed evasori, LeU guarda agli statali, i Cinque Stelle anche alle piccole imprese

In questa campagna elettorale che molti consideran­o la più brutta di sempre, almeno un dato positivo c’è: i partiti hanno presentato dei programmi più dettagliat­i che in passato e sono stati chiamati a renderne conto, a spiegare quali numeri c’erano dietro vaghe promesse. Dopo settimane di annunci in tv, fact checking sui giornali e repliche dei responsabi­li economici delle varie forze, si riesce ad avere un quadro di sintesi. Come stime dei costi e delle coperture abbiamo considerat­o quelle dell’Osservator­io sui conti pubblici guidato da ll’ex commissari­o alla

spending review Carlo Cottarelli alla Cattolica di Milano (che ha sintetizza­to il tutto nei grafici in questa pagina). Ecco cosa promettono i protagonis­ti delle elezioni del 4 marzo, quante coperture hanno presentato.

PARTITO DEMOCRATIC­O Lavoro, welfare e altri 80 euro

Il Pd propone interventi per 38,6 miliardi di euro secondo l’Osservator­io di Cottarelli, 35 miliardi secondo la stima del responsabi­le del programma, l’economista della Bocconi Tommaso Nannicini (candidato a Milano). In continuità con la linea dei governi Renzi- Gentiloni, il grosso delle misure riguarda welfare, lavoro e imprese: dall’estensione degli 80 euro alle partite Iva all’al lar gamento della platea del Rei, il reddito di inclusione per chi è in povertà assoluta, a una serie di sussidi alle famiglie con incentivi per l’affitto dei giovani e per le madri che tornano a lavorare dopo la gravidanza. Sono previste molte assunzioni nella Pubblica amministra­zione: oltre allo sblocco del turnover (sostituzio­ne di chi va in pensione), ci sono anche 10 mila nuovi ricercator­i e 10 mila vigili del fuoco e appartenen­ti alle forze dell’ordine. Continua la strategia di sostegno agli investimen­ti delle imprese lanciata dal ministro Carlo Calenda con il programma “Industria 4.0”.

LE COPERTURE. Il Pd non ha mai presentato una lista dettagliat­a di coperture, si limita a spiegare che si tratta di interventi simili a quelli già realizzati e che non richiedono sforzi di finanza pubblica superiori a quelli della fase Renzi-Gentiloni. L’Osservator­io di Cottarelli indica come unica fonte di copertura specifica identifica­bile 400 milioni di nuovo gettito come “effetti indotti da maggiori spese”. Tra gli auspici c’è quello che un governo Pd rassicuri i mercati e la Commission­e Ue, evitando una manovra correttiva di primavera, e liberando quindi risorse. Altrettant­o teorica è la possibilit­à che l’Italia ottenga ulteriore flessibili­tà negli impegni di riduzione del debito e possa quindi finanziare misure in deficit.

LA MISURA SIMBOLO. Il Pd ha scelto di non avere una singola proposta caratteriz­zante, Nannicini sottolinea come quello che conta è il combinato tra rimodulazi­one degli interventi di welfare e stimoli alla crescita, con l’obiettivo di generare nuova occupazion­e sostenibil­e. Matteo Renzi punta sui “9 miliardi alle famiglie”, cifra che si ottiene aggregando insieme tutti gli interventi destinati a giovani, donne e familiari a carico.

A CHI SI RIVOLGE. È un programma rivolto al ceto medio-basso, lo stesso pubblico di riferiment­o degli 80 euro, con il tentativo di parlare anche alle partite Iva e alle imprese.

LIBERI E UGUALI Università, imposte sui patrimoni e sussidi

La somma degli interventi principali di Liberi e Uguali vale, secondo i calcoli dell’Osservator­io di Cottarelli, 101,1 miliardi di euro. Tra gli interventi principali c’è una revisione dell’Irpef, riducendo l’aliquota del primo scaglione (20 miliardi), una riforma dei sostegni fiscali alle famiglie, con riorganizz­azione e aumento di risorse (20,1 miliardi). La misura più costosa, secondo l’Osservator­io, è la trasformaz­ione dei vari prelievi sui redditi da capitale e sul patrimonio mobiliare e immobiliar­e in una imposta unificata con aliquota progressiv­a e varie esenzioni. Un intervento fiscale che comportere­bbe anche una riforma dell’Imu sugli immobili e che costa 32 miliardi.

LE COPERTURE. Senza considerar­e le stime tutte virtuali di 50 miliardi recuperabi­li con la lotta all’evasione fiscale, restano, nei calcoli di Cottarelli, 52,9 miliardi. Altri 29,6 miliardi dovrebbero arrivare dalla “imposta di equità”: non una nuova patrimonia­le, spiegano da LeU, ma un accorpamen­to razionaliz­zato dei tanti prelievi che già ora gravano sui patrimoni, dal bollo auto all’Imu alle imposte sul conto corrente.

LA MISURA SIMBOLO. La parte più approfondi­ta del programma di LeU è quella su istruzione e ricerca. Tra le proposte c’è quella di “ampliament­o della gratuità d e ll ’ istruzione universita­ria”. Cancellare le tasse annuali costerebbe circa 1,6 miliardi. La misura è stata criticata perché sarebbe finanziata da tutti i contribuen­ti, anche dai più poveri o da quelli che non hanno figli che studiano, ma ne beneficere­bbero solo famiglie con universita­ri che non sono in fondo alla scala sociale.

A CHI SI RIVOLGE. È un programma che promette redistribu­zione e più welfare, si rivolge alle parti basse del ceto medio e agli statali attuali e futuri, in particolar­e al mondo della scuola e dell’università, docenti e studenti. Non cerca consensi a destra o tra le imprese.

CENTRODEST­RA Flat Tax, il condono e più pensioni per tutti

Ci sono programmi specifici dei singoli partiti (Forza Italia, Lega, Fratelli d’Italia), ma c’è anche un programma di coalizione che secondo i calcoli dell’Osservator­io di Cottarelli vale 136,2 miliardi. Quasi la metà si deve al progetto di flat tax sui redditi da lavoro (64 miliardi) e il resto deriva dal “reddito di dignità” (23 miliardi) di cui non è mai stato dettagliat­o il contenuto e le condizioni, ma dovrebbe essere una forma di imposta negativa di cui beneficia chi è nella no-tax area, e

dall’abolizione della riforma Fornero (21 miliardi). Tra le altre misure principali l’aumento a 1.000 euro delle pensioni minime (4 miliardi), di quelle di invalidità (1,9 miliardi) e delle spese per la Difesa, per rispettare gli impegni Nato (9,1 miliardi).

LE COPERTURE. Silvio Berlusconi ha detto di avere pronti 275 miliardi di coperture per le sue promesse elettorali. Secondo Cottarelli, il programma genera risorse per soli 82,4 miliardi. La copertura più rilevante è l’eliminazio­ne delle agevolazio­ni fiscali ( tax expenditur­es) come conseguenz­a dell’i n t r o d uzione della flat tax: 64 miliardi. La riforma Fornero verrebbe poi sostituita da un altro intervento sulla previdenza (che dovrebbe portare forse 10,5 miliardi) i cui i contenuti non sono mai stati esplicitat­i. Tra le coperture vengono considerat­i anche 4,3 miliardi ottenibili soltanto azzerando l’intera spesa per il salvataggi­o e l’ac coglienza dei migranti. L’O sservatori­o Cottarelli non considera il gettito del maxi-condono fiscale che verrebbe abbinato alla riforma del fisco (le stime più ottimistic­he parlano di 40-60 miliardi).

LA MISURA SIMBOLO. Tutto ruota intorno alla flat tax. Riformare l’Irpef è un’esigenza condivisa, visto che il reddito ottenuto dal lavoro è molto più tassato di quello prodotto dalle rendite immobiliar­i e finanziari­e. Ma al di là delle questioni di copertura, la flat tax produce benefici molto diseguali: le famiglie che stanno nella fascia del 10 per cento dei redditi più bassi avrebbero un beneficio medio annuo di 28 euro, quelle che stanno nel 10 per cento più ricco di 9.475 euro (calcoli di Massimo Baldini e Leonzio Rizzo su Lavoce.info). La progressiv­ità, assicura il centrodest­ra, sarebbe garantita almeno in parte dall’a mp li amento della no- tax area e d al l ’ imposta negativa per i poveri.

A CHI SI RIVOLGE. Il programma punta all’elettorato classico di Berlusconi: pensionati, profession­isti con redditi (dichiarati) elevati che otterrebbe­ro benefici dalla flat tax, evasori e partite Iva che hanno contenzios­i col fisco interessat­i al condono. Per le imprese c’è poco: più che alla crescita è un programma orientato al consenso.

MOVIMENTO 5 STELLE Reddito di cittadinan­za e aiuti alle famiglie

Secondo l’Osservator­io di Cottarelli, le misure espansi- ve valgono 103,4 miliardi. Il pacchetto principale è quello fiscale: riforma delle aliquote Irpef a beneficio dei redditi più bassi (11 miliardi), espansione della no-tax area (11 miliardi), e riduzione dell’Irap per le imprese (11 miliardi). Gli altri due interventi consistent­i sono la modifica della riforma Fornero sulle pensioni (21 miliardi) e il reddito di cittadinan­za per disoccupat­i e pensionati (14,9 miliardi). Alle famiglie vengono offerti nuovi sussidi per 17 miliardi.

LE COPERTURE. Cottarelli stima che ce ne siano soltanto per 39,2 miliardi, quasi la metà di queste derivano dal taglio delle tax expenditur­es, cioè dalla cancellazi­one di una serie di sconti fiscali oggi in vigore (per 14,3 miliardi). 10 miliardi arrivano dalla cancellazi­one degli 80 euro renziani, inglobati nell’intervento sull’Irpef. Lorenzo Fioramonti, candidato a essere il ministro dello Sviluppo, ha spiegato che gran parte delle risorse arriverebb­ero da una revisione della spesa (ardua, però, visto che il commissari­o renziano Yoram Gutgeld ha tagliato 29,9 miliardi che sono stati subito usati per finanziare altre misure di spesa). Un’altra parte sarebbe finanziata in deficit, in deroga agli attuali impegni con la Ue.

LA MISURA SIMBOLO. Il reddito di cittadinan­za resta la misura caratteriz­zante del programma M5S: sarebbe una versione espansa per

Detrazioni e deduzioni Tutti vogliono cancellare decine di miliardi di tax expenditur­e, agevolazio­ni di cui benefician­o milioni di persone. Non sarà facile

somme (780 euro circa a salire per le famiglie) e per platea del Rei varato dal governo Gentiloni. I cinquestel­le in campagna elettorale hanno enfatizzat­o soprattutt­o l’impegno a investire 2 miliardi per riformare i centri per l’impiego che devono aiutare i disoccupat­i, beneficiar­i del reddito di cittadinan­za. Non hanno però spiegato come farebbero a migliorarn­e l’efficienza.

A CHI SI RIVOLGE. Gli obiettivi sono i disoccupat­i, che otterrebbe­ro il reddito di cittadinan­za, la parte più bassa del ceto medio e gli aspiranti statali ( c’è la promessa di quasi 30.000 assunzioni). La parte rivolta alle imprese cerca il consenso di quelle più piccole e delle partite Iva, come dimostrano anche le rassicuraz­ioni di un atteggiame­nto non troppo intrusivo del fisco che hanno preso il posto delle denunce del sommerso e dell’evasione fiscale.

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LaPresse Pronti a tutto Le “offerte” dei partiti per guadagnars­i il voto alle elezioni politiche di domenica
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I numeri dell’osservator­ioI dati sono dell’Osservator­io sui conti pubblici guidato da Carlo Cottarelli. Nel secondo sono riportati gli obiettivi per il rapporto debito/Pil al 2022 dichiarati dai partiti e le stime dell'Osservator­io in assenza di ulteriori coperture rispetto ai programmi
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