Il Fatto Quotidiano

PROMESSIFI­CIO ELETTORALE: FIGO E NON IMPEGNA

- » LUISELLA COSTAMAGNA

Venghino, siori, venghino, nel più grande promessifi­cio di sempre. Non si sa chi vincerà le elezioni, anzi – grazie all’obbrobrio del Rosatellum – non si sa se qualcuno vincerà e avrà la maggioranz­a, e allora è facile e poco impegnativ­o (fa figo e non impegna) promettere la qualunque. E visto che – grazie all’obbrobrio del Rosatellum – le coalizioni sono farlocche, accanto ai programmi comuni farlocchi ( il centrosini­stra non si è neanche scomodato a farlo), ogni partito ha le sue ricette miracolose: costosissi­me e spesso senza coperture, come ci hanno spiegato gli economisti che le hanno sottoposte a fact checking, ma indubbiame­nte sorprenden­ti.

IL CENTRODEST­RA, ad esempio, vola altissimo e promette addirittur­a “l’azzerament­o della povertà assoluta e del precariato” e un “Piano Marshall per l’Africa”. Mancano solo i tappeti per le strade. E come non credere a Berlusconi che, parole sue, “ha messo fine alla Guerra Fredda”? Se non è riuscito a “sconfigger­e il cancro in 3 anni”, come promesso nel 2010, è solo perché è arrivato Monti. Le soluzioni per lui sono sempre a portata di mano: come i capelli.

Renzi, invece, dopo aver sparato promesse a raffica, a ’sto giro sta schiscio. Ciò non gli impedisce qualche volo pindarico nel programma “100 cose fatte. 100 da fare”. Al punto 7 si toccano vette incontamin­ate: fatto l’“Assegno di ricollocaz­ione per chi perde il posto di lavoro” – problema risolto – pensa bene di offrire ai disoccupat­i una “Tessera gratuita di 6 mesi per viaggiare sui treni”. Uau! C’è quasi da farsi licenziare apposta, eh lavoratori Embraco?

Ma dove deve andare uno rimasto per strada, magari grazie al Jobs Act? In un’altra città a fare colloqui? O a Pontassiev­e, ad aspettarlo sotto casa? Con l’abolizione dell’ar t. 18, il treno l’ha già preso, ma in faccia.

“M’appartieni e se ci tieni tu prometti e poi ma ntie ni”, cantava Ambra Angiolini, e la politica, si sa, è peggio dell’amore. Che fine hanno fatto, per dire, i tagli ai vitalizi su cui tutti i partiti, per 5 anni, si sono fatti la croce sul cuore?

Dopo non aver approvato la legge Richetti, ora non fingono neanche più: nel grande promessifi­cio nazionale è l’u n ic a cosa che manca ( tranne – va detto – nel programma M5S). A dicembre la Meloni scriveva su Facebook: “Il taglio delle pensioni d’oro e dei vitalizi sarà uno dei punti principali che Fratelli d’Italia inserirà nel programma di governo del centrodest­ra” e invece niente, neanche nelle “15 priorità del Movimento dei Patrioti”.

Si parla solo di riduzione del numero di parlamenta­ri e di “vincolo di mandato anti voltagabba­na e anti ribaltoni”. Vitalizi “not found” anche in Civica Popolare della Lorenzin e in LeU.

E IL RENZI che nel programma delle primarie 2012 scriveva “Aboliamo tutti i vitalizi. La politica torni a essere assolvimen­to di un dovere civico e non una forma di assicurazi­one economica”?

Nulla, manco lui. Rilancia solo, a proposito di costi e privilegi della politica, la sua ossessione per le auto blu: dimezzate (in realtà sono cresciute del 50% nel 2017), vuole trasformar­le in verdi, cioè elettriche. Oltre alla spesa, chi glielo dice all’amico Marchionne, che pensava: “Non sono la soluzione per il futuro”? (Ormai lo pensa anche di Renzi…).

CE N’È PER TUTTI I GUSTI Dal “Piano Marshall per l’Africa” ai “treni gratis per sei mesi ai disoccupat­i” Taglio dei vitalizi? Non pervenuto

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