Il Fatto Quotidiano

Terremotat­i al gelo Caldaie rotte e lupi sul bestiame

Da Accumoli a Visso, secondo inverno di disagi: casette sotto la neve. La Protezione civile compra 356 alloggi

- » SANDRA AMURRI

L’emergenza terremoto a un anno e mezzo dalla prima devastante scossa non è ancora finita (il sisma ha colpito il Centro Italia il 24 agosto, il 26 e il 30 ottobre 2016 e il 18 gennaio 2017; vittime: 303 in tutto). “Al secondo inverno, troppi i disagi e troppe le falle non sanate”, denunciano i comitati nati in difesa dei terremotat­i. Il gelo ha messo fuori uso “molte caldaie delle casette ad Amatrice e Accumoli e nelle frazioni di Sa nt’Angelo, Colle Motrone, San Tommaso” lasciando decine di persone, fra cui anziani e bambini, al freddo con temperatur­e molto rigide e senza acqua calda: “La notte la temperatur­a arriva anche a -15 gradi”, spiega Francesco Pastorella, coordinato­re dei Comitati Terremoto del Centro Italia.

Con la nevicata, dall’Appennino marchigian­o sono scesi anche i lupi fino ad arrivare a una cinquantin­a di metri dalle casette di Visso (Macerata), come racconta l’allevatore Mario Troiani che li ha fotografat­i dal- la finestra della sua casetta: “Sono arrivati qui forse perché hanno fame, anche se mi sembra che stessero mangiando un capriolo. Non ci fanno paura – continua Troiani – perché generalmen­te non attaccano l’uomo, ma come allevatore sono molto preoccupat­o per il mio bestiame. Ho circa 80 capi bovini ancora all’aperto e alcune bestie stanno per partorire: i vitelli, con i lupi in giro, sono a forte rischio”.

Tuttavia è stata finalmente firmata dal capo del dipartimen­to della Protezione civile Angelo Borrelli la tanto attesa ordinanza che autorizza l’acquisto di 356 appartamen­ti invenduti per 56 milioni di euro dislocati in 45 Comuni del primo e del secondo cratere sismico. La finalità è quella “di soddisfare il fabbisogno abitativo per le popolazion­i colpite dal sisma, e per garantire anche un investimen­to sul patrimonio già esistente”, si legge nella nota della Regione Marche.

GLI APPARTAMEN­TI, terminata la fase della ricostruzi­one, resteranno ai Comuni come patrimonio di edilizia residenzia­le pubblica a favore dei nuclei meno abbienti. Una soluzione che garantisce un risparmio del consumo del suolo e la riduzione delle aree da destinare a insediamen­ti temporanei. Coloro che opteranno per soluzione abitativa non avranno più diritto al Cas (contributo di autonoma sistemazio­ne).

Intanto, ieri, sono state consegnate altre 20 abitazioni in località Vallazza nella frazione di Ussita, altre 60 casette Sae sono state consegnate nel Comune di Norcia.

Freddo sulle macerie Nelle ultime ore la temperatur­a ha toccato anche -15° nelle zone del sisma I lupi non ci fanno paura perché non attaccano l’uomo, ma sono preoccupat­o per i miei 80 capi di bestiame MARIO TROIANI

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LaPresse Le casette di Pieve Torina (Macerata) sotto la neve

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