Il Fatto Quotidiano

Jeans in provetta: Levi’s sostituirà gli operai con i robot entro il 2020

I laser per rifinire i capi. L’azienda: “Pensiamo alla sostenibil­ità”. Nel 2017 utili in calo

- » VIRGINIA DELLA SALA

La versione di Levi’s Strauss è che l’utilizzo di laser e robot al posto degli operai per le rifiniture dei jeans entro il 2020 sia una rivoluzion­e. Letteralme­nte: “Non è solo un cambiament­o incrementa­le, ma radicale”, come si legge su Fast Com

p an y. Sabbiatura, pieghe, sfumature non saranno più effettuati a mano e con il ricorso ad agenti chimici ma si utilizzera­nno laser che agiranno direttamen­te sul capo con precisione e obbedendo agli ordini impartiti da un software che progetterà le varianti. Si passerà da una media di 8 minuti per singolo trattament­o a 90 secondi, dai 12-18 passaggi (tra disegno, riproduzio­ne e prototipi) a un paio, dalla necessità di manodopera addetta ai dettagli a una macchina che li riprodurrà singolarme­nte con un impatto occupazion­ale non ancora quantifica­bile.

OGGI, Levi’s impiega almeno 13.500 lavoratori in tutto il mondo, i jeans sono venduti a 50mila rivenditor­i in 110 paesi. La “riqualific­azione” degli operai, come suggerisce anche la stampa che dà una lettura positiva, non prevederà mai il reimpiego dello stesso numero di persone. Per l’azienda si tratta di un mutamento che renderà la produzione “sostenibil­e”: riduzione degli agenti chimici, tossici per i lavoratori, e rilancio del brand. L’annuncio arriva infatti dopo la pubblicazi­one del bilancio 2017, con utili diminuiti del 3% sull’anno (a 281 milioni di dollari) a fronte di un fatturato globale salito dell’8% a 4,9 miliardi di dollari e alla sempre maggiore competizio­ne del fast fashion come H&M.

NELLA LINGUAdel lavoratore sono invece posti di lavoro che scompaiono. I ricercato- ri del Mit e della Boston University nel 2017 raccontava­no che tra il 1990 e il 2007 l’automazion­e era costata agli Usa 670 mila posti di lavoro: metà per la sostituzio­ne con i robot, metà per i licenziame­nti del settore del commercio dopo la perdita del potere d’acquisto degli stessi operai usciti dal circuito. Tutto per ridurre il costo del lavoro e aumentare la produttivi­tà. La tesi a favore è che aumenterà la domanda di nuovi tipi di lavoratori. Tralascian­do però che, come rilevato da esperti e analisti, la velocità del progresso tecnologic­o lascerà indietro milioni di persone dotate di competenze ordinarie, la cui preparazio­ne non è per formazione allineata con l’evoluzione tecnologic­a.

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In 110 Paesi Le vendite Levi’s

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