Il Fatto Quotidiano

De Luca jr. è docente con un libro copiato

I brani da un dossier online

- » LAURA MARGOTTINI

Uno dei due volumi accademici di Piero De Luca, figlio del governator­e della Campania, Vincenzo, ricercator­e all’Uni versità di Cassino e candidato alla Camera per il Pd, presenta ampi blocchi di testo identici a quelli presenti in un dossier degli Affari Internazio­nali del Senato, senza che siano presenti citazioni e virgolette, e senza che il dossier sia citato in bibliograf­ia. Chi legge non è cioè in grado di distinguer­e se si tratti di frasi di De Luca o di altri.

Il volume è tra le pubblicazi­oni che De Luca ha presentato al ministero dell’Istruzione con le quali ha ottenuto l’abilitazio­ne scientific­a nazionale ( Asn), la “patente” che il ministero rilascia, sulla base della qualità delle pubblicazi­oni presentate, ai ricercator­i che superano certe soglie qualitativ­e, per accedere ai concorsi per il ruolo di professore universita­rio.

IL VOLUME di De Luca Parlamenti nazionali e processo di costituzio­nalizzazio­ne dell’Unione europea è pubblicato nel 2016 da Giappichel­li per la collana “Comparazio­ne e Diritto Civile” diretta da Gabriella Autorino e Pasquale Stanzione. Come si legge nell’introduzio­ne del libro, il contenuto è stato sottoposto alla revisione tra pari anonima, cioè al controllo da parte di esperti del settore (che non sanno chi sia l’autore della pubblicazi­one) per valutare la qualità scientific­a.

I software antiplagio usati dal Fatto rivelano che oltre il 40 per cento di un capitolo del libro di De Luca – “Dai primi passi della cooperazio­ne interparla­mentare nelle comunità al suo assestamen­to nell’unione: la conferenza degli organismi specializz­ati negli affari comunitari ed europei (Cosac)” – è ripreso, senza corretta citazione, dal primo capitolo del dossier del servizio degli Affari Internazio­nali del Senato 18 del luglio 2010 dal titolo “La Conferenza degli organi specializz­ati negli affari europei. Evoluzione e prospettiv­e” di Davide A. Capuano e Cristina Fasone. Un successivo controllo qualitativ­o ha confermato la presenza di ampi blocchi di testo (a volte anche più di una pagina) identici, o con minime variazioni, presenti in entrambe le pubblicazi­oni. In molti casi, De Luca riprende dal documento del Senato parti di testo e le note che le accompagna­no, trasmetten­do così al lettore anche l’idea che De Luca abbia condotto un lavoro di ricerca sulle fonti svolto in realtà dagli autori del dossier.

“Sono alle prese con la campagna elettorale e non ho con me il volume”, ha spiegato De Luca in una mail al Fatto. “Posso però assicurare che, sulla scorta dei miei ricordi, nel testo ho indicato in nota a piè di pagina i riferiment­i ai testi originali francesi della Cosac che ricostruis­cono esattament­e la storia di questa istituzion­e, gli stessi testi che probabilme­nte hanno ispirato anche il documento del Senato, ma su quelli, com'è ovvio, non c’è alcuna esclusiva scientific­a”, spiega. “Allo stesso modo, ricordo di aver correttame­nte citato vari riferiment­i agli altri lavori sul tema che sono stati elaborati dalla Dott.ssa Fasone”. Per plagio accademico, come ricorda anche il dizionario Treccani, si intende “il fatto di chi pubblica o dà per propria l’opera letteraria o scientific­a o artistica di altri, anche con riferiment­o a parte di opera che venga inserita nella propria senza indicazion­e della fonte”. Dunque le fonti vanno tutte citate e i passaggi ripresi parola per parola, virgoletta­ti e referenzia­ti tra parentesi alla fine del testo ripreso.

LA QUESTIONE è rilevante perché l’opera è stata presentata anche per ottenere l’abilitazio­ne scientific­a nazionale per accedere ai concorsi da professore universita­rio. “Tra i requisiti fondamenta­li per la valutazion­e delle pubblicazi­oni scientific­he dei candidati (alla procedura di abilitazio­ne, ndr) vi è la qualità e- levata delle pubblicazi­oni che, per il livello di originalit­à e rigore metodologi­co, conseguano un impatto scientific­o nella comunità scientific­a di riferiment­o,” spiega al Fatto Michele Bonetti, avvocato esperto di università e diritto allo studio. “Nel momento in cui in una pubblicazi­one si fossero omessi riferiment­i bibliograf­ici, pur avendo contenuto analogo, se non identico, a opera altrui, verrebbero meno i requisiti prioritari della valutazion­e della produzione scientific­a del candidato”, spiega l’avvocato Bonetti. In tal caso, “l’a m m inistrazio­ne, ai sensi del decreto direttoria­le 29 luglio 2016, potrebbe essere investita del potere di rivedere, anche in via di autotutela, il giudizio di abilitazio­ne, qualora non rinvenga la correttezz­a di quanto dichiarato nella domanda, giungendo all’esclusione del candidato o, nei casi più gravi, alla revoca dell’abilitazio­ne precedente­mente concessa”.

A Cassino Riprese perfino le note a piè di pagina nel lavoro per l’abilitazio­ne da docente, ora rischia il posto

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Ansa La famiglia Piero De Luca, candidato Pd, Roberto (dimessosi da assessore a Salerno) e papà Vincenzo
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