È vero ma non ci credo
Signori, sia chiaro, non può finire così. Non è bello ingolosire milioni di italiani con preannunci di rivelazioni mirabolanti sulle fake newsrusse destinate a truccare l’esito delle elezioni italiane, come già di quelle americane, della Brexit e del referendum costituzionale, con tanto di testimonianze di Biden, Cia, Fbi, Ue, Esercito della salvezza, task force italiane ed europee, e poi lasciar perdere proprio sul più bello. Domenica si vota e Putin e la sua Armata Rossa di hacker legati a filo doppio ai 5Stelle e alla Lega battono la fiacca. Gli acchiappabufale Pd si rilassano e si distraggono: dei rapporti quindicinali sulle fake newspromessi da Renzi alla Leopolda a fine novembre (“Cari leghisti e 5Stelle, vi abbiamo sgamati!”), il sito clandestino Democratica ne ha prodotti solo quattro in tre mesi. E i cacciatori di fake news dei giornaloni, La Stampa in testa col commissario Iacoboni e il vicequestore Riotta, mollano la presa proprio sul filo di lana. Così, ancora una volta, tocca fare tutto a noi. Ecco un rapporto dettagliato e aggiornato, tradotto per comodità dal cirillico all’italiano, sulle 10 fake news più insidiose della campagna elettorale.
1. Renzi e B. lamentano i guasti devastanti della legge elettorale Rosatellum, scritta da Renzi e da B.
2. Emma Bonino contesta le politiche sull’immigrazione del ministro Pd Minniti e annuncia il ripristino dell’Imu sulle prime case, sospesa dal governo Letta ( Pd) e cancellata dal governo Renzi (Pd), però rimane alleata del Pd e candidata del Pd (anche se in tv dice di non ricordare esattamente dov’è candidata e fatica a rammentare financo il nome del suo partito, che si chiama “+Europa” e lei chiama “Forza Europa”).
3. B. è ineleggibile e incandidabile a qualsiasi carica pubblica in base a una legge (la Severino) votata anche da lui, ma sulla scheda elettorale compare un simbolo con la scritta “Forza Italia Berlusconi Presidente”. Minniti, Bonino, Lorenzin, Padoan, Maroni, Calenda e Napolitano si dicono favorevoli a un governo di larghe intese. Ma non col primo partito nei sondaggi (il M5S), bensì col secondo e col terzo guidato da un pregiudicato per frode, 9 volte prescritto per corruzione e falso in bilancio, indagato per stragi mafiose, definito dal Tribunale di Milano “delinquente naturale” e dalla Cassazione corruttore di testimoni, di giudici e di senatori, nonché puttaniere conclamato, e per giunta autore e beneficiario di un “patto con Cosa Nostra”, che “finanziò per vent’anni”.
4. Tutti escludono convergenze con i 5Stelle, primo partito in tutti i sondaggi e in tutte le elezioni dopo il 2014.
Agorà, L’aria che tira, Otto e mezzo, #cartabianca , DiMartedì , Quinta Colonna, Bersaglio Mobile, Piazza pulita, Matrix, Non è l’Arena, Porta a Porta... Politici e palinsesti sono una cosa sola, un’espansione di antimateria senza eguali nell’universo, una volta qui era tutta città, ora è solo campagna elettorale. Se avessero qualcosa da dire, non ne uscirebbero vivi; per loro fortuna non è così e la Tv dà l’idea di un’eterna convention di replicanti. Per ingannare la noia si può provare a invertire i ruoli. Che acca- drebbe il 5 marzo se scendessero in campo i conduttori?
Larghe intese favorite più che mai. Se prevalesse il centrosinistra, incarico al falco Formigli o, meglio, alla colomba Floris. Due opzioni in contrasto anche a destra. Incarico al filosofo dal volto umano Paolo Del Debbio per compiacere Meloni, Salvini, ma anche il compagno (di merende) Renzi. Per un profilo più istituzionale pronto Nicola Porro, il Tajani del video, già a libro paga di B. Liberi e Uguali potrebbe fare al mas- simo i nomi di Bianca Berlinguer e Flavio Insinna, dunque certo il loro relegarsi all’opposizione, mentre i 5stelle potrebbero suggerire Massimo Giletti, a riprova che il Movimento ha qualche problema nella selezione. Per parte nostra l’incarico lo daremmo a Pif, l’unico a inseguire i leader all’aria aperta, come le uova biologiche ( Il Testimone, Canale 8), producendo un briciolo di stupore in noi e in loro. Toh, esistono anche fuori dagli studi; chissà dove nascondono il microchip.