Il Fatto Quotidiano

CasaPound: altro militante picchiato, rischia la vista

Stava sistemando manifesti di Casapound: aggredito da quattro persone

- » ANDREA GIAMBARTOL­OMEI

Aggredito nella notte mentre rimetteva a posto un manifesto elettorale di Casapound. È successo ieri a Livorno, città tradiziona­lmente rossa e ora governata dal Movimento 5 Stelle, a un 37enne, militare paracaduti­sta della “Folgore”, una delle forze speciali dell’Esercito che è di stanza nella città toscana. L’uomo è anche un militante di Casapound, come lo stesso leader del movimento, Simone Di Stefano, ha dichiarato. Ai carabinier­i del nucleo radiomobil­e, intervenut­i dopo la telefonata ricevuta, l’uomo e la compagna hanno raccontato di un’aggression­e subita da quattro persone col volto coperto da sciarpe e cappucci e armate di bastone.

INTORNO a mezzanotte e mezza la coppia stava passando in macchina nella zona di via Garibaldi, vicino all’incrocio con via Galilei, quando hanno visto dei manifesti di Casapound strappati. Lui ha accostato l’auto e si è fermato per risistemar­li. A quel punto sarebbero arrivati i quattro uomini incappucci­ati. “Prima lo hanno pestato e poi hanno sfondato i finestrini della sua auto, all’i nt e rn o della quale era presente la compagna incinta, per fortuna rimasta illesa anche se sotto choc”, si legge sulla bacheca Facebook di Casapound. Nella tarda mattinata di ieri l’uomo è stato dimesso dal pronto soccorso con una prognosi di trenta giorni per la rottura del naso e una contusione maxillofac­ciale. Sulla vicenda indagano i carabinier­i del comando provincial­e, guidato dal comandante Alessandro Magro. I militari hanno raccolto le testimonia­nze del parà di Casapound e della compagna e cercano altri elementi. “È incredibil­e quello che sta accadendo in Italia – ha dichiarato il segretario nazionale di Casapound Italia Simone Di Stefano – Mentre le più alte cariche dello Stato vanno manifestan­do e lanciano allarmi sul sedicente pericolo fascista, gli antifascis­ti lanciano caccie all’uomo, rivendican­o con orgoglio brutali pestaggi, aggredisco­no e insultano le forze dell’ordine nella totale impunità”. Il candidato premier della formazione dichiarata­mente fascista coglie la palla al balzo per rivolgersi al ministro dell’Interno Marco Minniti: “Non ha ritenuto di spendere una parola sulle minacce di chi ha promesso di mettere a ferro e fuoco Roma per impedirci di parlare al Pantheon – ha dichiarato – Chiediamo invece cosa si debba aspettare ancora per intervenir­e”. Un esponente del Pd, il deputato livornese Andrea Romano, ha fatto visita al militante di Casapound aggredito: “Il Partito democratic­o condanna con fermezza qualunque atto di violenza nei confronti di qualsivogl­ia partito o movimento politico, da qualunque parte provenga e contro chiunque sia rivolto”. “Questa non è Livorno – ha scritto su Facebookil sindaco M5s Filippo Nogarin – La violenza è sempre da condannare senza appello e, voglio essere molto chiaro in proposito, non fa parte del dna di questa città”.

Se fosse confermato quanto sostiene Casapound, cioè che l’aggression­e avvenuta ieri a Livorno fosse motivata da ragioni politiche, l’episo- dio andrebbe iscritto in una sequenza che comincia con l’aggression­e avvenuta a Palermo il 20 febbraio contro il segretario provincial­e di Forza nuova Massimilia­no Ursino e seguita il giorno successivo dall’accoltella­mento a Perugia di un militante di Potere al popolo che stava attaccando i manifesti.

DI STEFANO, leader di movimento i cui militanti non hanno disdegnato l’uso della violenza e dell’intimidazi­one, giudica come “gesti vigliacchi” quello avvenuto a Livorno, ma anche a Palermo, con il pestaggio dell’esponente di Forza nuova, a Piacenza e a Torino, dove i cortei dei centri sociali hanno cercato di avvicinars­i agli eventi elettorali di Casapound scontrando­si con le forze dell’ordine. “Non fanno altro che rendere plasticame­nte evidente qual è la verità storica del periodo in cui viviamo – scrive Di Stefano –: un movimento come CasaPound che si organizza, si impegna, si presenta alle elezioni e cerca di cambiare il mondo facendo politica e una massa di vecchi partiti che, pur di mantenere il loro posto alla guida del paese, cedono ai ricatti dei violenti”.

Intanto stasera a Genova si terrà l’evento conclusivo della campagna elettorale di Casapound: 120 poliziotti schierati e barriere mobili a chiudere le quattro vie di accesso alla discoteca Richmond dove alle 20 arriverà Di Stefano.

I camerati scrivono Su Facebook: “Hanno sfondato i finestrini dell’auto dove c’era la fidanzata incinta”

Il sindaco interviene Nogarin: “La violenza è da condannare e non è nel Dna di questa città”

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Ansa Il capo politico di Casapound Simone Di Stefano durante il comizio di Torino di qualche giorno fa

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