CasaPound: altro militante picchiato, rischia la vista
Stava sistemando manifesti di Casapound: aggredito da quattro persone
Aggredito nella notte mentre rimetteva a posto un manifesto elettorale di Casapound. È successo ieri a Livorno, città tradizionalmente rossa e ora governata dal Movimento 5 Stelle, a un 37enne, militare paracadutista della “Folgore”, una delle forze speciali dell’Esercito che è di stanza nella città toscana. L’uomo è anche un militante di Casapound, come lo stesso leader del movimento, Simone Di Stefano, ha dichiarato. Ai carabinieri del nucleo radiomobile, intervenuti dopo la telefonata ricevuta, l’uomo e la compagna hanno raccontato di un’aggressione subita da quattro persone col volto coperto da sciarpe e cappucci e armate di bastone.
INTORNO a mezzanotte e mezza la coppia stava passando in macchina nella zona di via Garibaldi, vicino all’incrocio con via Galilei, quando hanno visto dei manifesti di Casapound strappati. Lui ha accostato l’auto e si è fermato per risistemarli. A quel punto sarebbero arrivati i quattro uomini incappucciati. “Prima lo hanno pestato e poi hanno sfondato i finestrini della sua auto, all’i nt e rn o della quale era presente la compagna incinta, per fortuna rimasta illesa anche se sotto choc”, si legge sulla bacheca Facebook di Casapound. Nella tarda mattinata di ieri l’uomo è stato dimesso dal pronto soccorso con una prognosi di trenta giorni per la rottura del naso e una contusione maxillofacciale. Sulla vicenda indagano i carabinieri del comando provinciale, guidato dal comandante Alessandro Magro. I militari hanno raccolto le testimonianze del parà di Casapound e della compagna e cercano altri elementi. “È incredibile quello che sta accadendo in Italia – ha dichiarato il segretario nazionale di Casapound Italia Simone Di Stefano – Mentre le più alte cariche dello Stato vanno manifestando e lanciano allarmi sul sedicente pericolo fascista, gli antifascisti lanciano caccie all’uomo, rivendicano con orgoglio brutali pestaggi, aggrediscono e insultano le forze dell’ordine nella totale impunità”. Il candidato premier della formazione dichiaratamente fascista coglie la palla al balzo per rivolgersi al ministro dell’Interno Marco Minniti: “Non ha ritenuto di spendere una parola sulle minacce di chi ha promesso di mettere a ferro e fuoco Roma per impedirci di parlare al Pantheon – ha dichiarato – Chiediamo invece cosa si debba aspettare ancora per intervenire”. Un esponente del Pd, il deputato livornese Andrea Romano, ha fatto visita al militante di Casapound aggredito: “Il Partito democratico condanna con fermezza qualunque atto di violenza nei confronti di qualsivoglia partito o movimento politico, da qualunque parte provenga e contro chiunque sia rivolto”. “Questa non è Livorno – ha scritto su Facebookil sindaco M5s Filippo Nogarin – La violenza è sempre da condannare senza appello e, voglio essere molto chiaro in proposito, non fa parte del dna di questa città”.
Se fosse confermato quanto sostiene Casapound, cioè che l’aggressione avvenuta ieri a Livorno fosse motivata da ragioni politiche, l’episo- dio andrebbe iscritto in una sequenza che comincia con l’aggressione avvenuta a Palermo il 20 febbraio contro il segretario provinciale di Forza nuova Massimiliano Ursino e seguita il giorno successivo dall’accoltellamento a Perugia di un militante di Potere al popolo che stava attaccando i manifesti.
DI STEFANO, leader di movimento i cui militanti non hanno disdegnato l’uso della violenza e dell’intimidazione, giudica come “gesti vigliacchi” quello avvenuto a Livorno, ma anche a Palermo, con il pestaggio dell’esponente di Forza nuova, a Piacenza e a Torino, dove i cortei dei centri sociali hanno cercato di avvicinarsi agli eventi elettorali di Casapound scontrandosi con le forze dell’ordine. “Non fanno altro che rendere plasticamente evidente qual è la verità storica del periodo in cui viviamo – scrive Di Stefano –: un movimento come CasaPound che si organizza, si impegna, si presenta alle elezioni e cerca di cambiare il mondo facendo politica e una massa di vecchi partiti che, pur di mantenere il loro posto alla guida del paese, cedono ai ricatti dei violenti”.
Intanto stasera a Genova si terrà l’evento conclusivo della campagna elettorale di Casapound: 120 poliziotti schierati e barriere mobili a chiudere le quattro vie di accesso alla discoteca Richmond dove alle 20 arriverà Di Stefano.
I camerati scrivono Su Facebook: “Hanno sfondato i finestrini dell’auto dove c’era la fidanzata incinta”
Il sindaco interviene Nogarin: “La violenza è da condannare e non è nel Dna di questa città”