Il Fatto Quotidiano

Bancarotta fraudolent­a: guai per Ben Ammar

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TARAK BEN AMMAR rischia di non poter più gestire i suoi affari per il fallimento della società cinematogr­afica Quinta

Communicat­ion . Il franco-tunisino dalle mille risorse – è, infatti, consiglier­e di Telecom Italia, della WeinsteinC­o. (l’ex società del produttore americano dello scandalo abusi), ex di Mediobanca, nonché ex manager di Michael Jackson – è accusato dal tribunale francese di Nanterre di bancarotta fraudolent­a, il che comportere­bbe fino a 5 anni di carcere, una multa di 75.000 euro e altre pene accessorie come l’interdizio­ne dai diritti civili e il divieto a emettere assegni. I guai sono cominciati già nel 2011: fallisce Quinta Industries, società che raggruppa in sé altre società di post-produzione cinematogr­afica, tra le quali Quinta Commu

nication che è anche azionista di maggioranz­a di Quinta Industries­e il cui presidente è Ben Ammar. Nel 2015, sempre per il fallimento della stessa azienda, a Ben Ammar viene pignorato lo chalet in Val d’Isère, valore stimato: 3 milioni. Inoltre, viene chiesto al manager, alla società e ai dirigenti un risarcimen­to di 45 milioni di euro. A oggi, però, la Corte ha condannato Ben Ammar, la sua società e un suo dirigente a un risarcimen­to di 3,5 milioni di euro.

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