Il Fatto Quotidiano

Automazion­e Non tutte le rivoluzion­i vengono per migliorare il lavoro

- FRANCESCO DEGNI LEONARDO GENTILE ENRICO COSTANTINI VIRGINIA DELLA SALA GIULIANO BAGNOLI PAOLO AQUILANTI, SEGRETARIO GENERALE DI PALAZZO CHIGI PA.ZA.

Il 4 marzo è vicino, la destra e la sinistra invocano la governabil­ità. Ognuno dice: “Votate per noi così è assicurata la governabil­ità”. Ma sia la destra che la sinistra partecipan­o alle elezioni in “coalizioni’’ tutt’altro che omogenee.

La coalizione dei parassiti di sinistra è in netta contrappos­izione a quella dei parassiti di destra ad esempio sullo ius soli, sui matrimoni gay, sull’amnistia, quindi le due coalizioni contengono i germi della ingovernab­ilità.

Tranne una governabil­ità di basso profilo, frutto di continui compromess­i al ribasso, l’unica forza politica che può assicurare una governabil­ità che governi senza compromess­i al ribasso e stabilità è il Movimento 5 Stelle, non avendo “vincoli di coalizione’’. E vogliono abbattere i privilegi di cui godono le due coalizioni unite dagli stessi interessi.

Delrio come può difendere il disastro delle Ferrovie?

Certo non si può insegnare a qualcuno a vergognars­i e credo che il ministro Delrio, come tutta l’allegra compagnia del nuovo corso Pd, difetta di questa qualità. Infatti, non parlo dei regali fatti ai concession­ari autostrada­li – che si sono visti assegnare prolungame­nti di licenze ed aumenti autostrada­li che incidono in negativo sulle nostra tasche ed in positivo sulle loro – trova così il coraggio o l’impudenza di dichiarare che anche nella situazione creatasi a seguito delle nevicate dei giorni scorsi le Fs si sono comportate egregiamen­te e che i vertici di quell’Azienda godono della sua totale fiducia.

Mi chiedo in che mondo viva Delrio! Non credo nel mondo reale perchè anche un alieno avrebbe registrato i disagi di questi giorni che si sono già verificati qualche tempo fa senza che nessuno, di quelli lautamente pagati e nominati da Delrio, abbia pensato a qualche soluzione.

È sempre così! Bastano 10 cm di ne- LA NOTIZIA CHE ENTRO IL 2020 la Levi’s sostituirà molti degli operai con i robot per aumentare la velocità di produzione e diminuire i costi non deve cogliere di sorpresa. Ormai tutti si riempiono la bocca con la robotizzaz­ione e meccanizza­zione del lavoro. La domanda che sorge però è: se questo è un trend globalizza­to e mondiale è chiaro che saranno milioni i disoccupat­i, e dubito che questi ultimi si buttino a comprarsi nuovi jeans Levi’s, anche se costassero la metà perché robotizzat­i. I disoccupat­i non si fiondano a comprare una Ferrari solo perché da 200 mila euro è scesa a 90 mila. E c’è anche da dubitare fortemente che i licenziati trovino tutti lavoro nell’industria costruttri­ce di robot. A meno che i solerti proprietar­i della Levi’s non distribuis­cano magnanimam­ente e saggiament­e i risparmi ottenuti coi robot agli operai che i robot hanno di fatto licenziato. Ma poiché è più facile vedere Babbo Natale, credo che entro breve i grandi imprendito­ri dovranno chiedersi come mai non vendono più, anche con costi di produzione più bassi. GENTILECOS­TANTINI, nel centro distribuzi­one diAmazon in provincia di Rieti, per la prima volta in Italia, sono stati introdotti i robot che trasportan­o gli scaffali fino all’operaio addetto allo stoccaggio. Un’innovazion­e venduta come positiva: raccontano che così i lavoratori non devono più percorrere chilometri stancandos­i e affaticand­osi. Usurandosi. È lo stesso principio decantato in parte da Levi’s: gli operai non dovranno più respirare le nubi tossiche che si sollevano dai prodotti per i trattament­i. Se si chiede conto dei posti che si perderanno, tutti hanno una sola versione: come è già successo con le altre rivoluzion­i industrial­i, il lavoro non sparirà. Sempliceme­nte cambierà. I dipendenti saranno formati nuovamente, ci sarà una nuova industria, nuova occupazion­e. ve ed il mondo in Italia si ferma. Mi chiedo come facciano Paesi come la Russia, gli Stati Uniti e tutti quei Paesi che per molti mesi hanno a che fare con la neve. Forse la risposta sta nel fatto che tali Paesi non hanno ministri competenti come Delrio. O no?

Una legge elettorale criticata anche da chi l’ha scritta

In ogni giornale si sprecano gli articoli sui numerosi difetti contenu- Dimentican­o però di specificar­e che per semplice aritmetica, e in virtù della agognata ottimizzaz­ione del processo produttivo, non potranno garantire nuovo lavoro a tutti. Amazon portava come esempio l’assunzione di informatic­i incaricati di risolvere eventuali anomalie, di progettist­i, sviluppato­ri, manutentor­i. Ma quanti lavoratori hanno queste competenze? Quanti sono in grado di acquisirle con la semplice formazione aziendale? Pochi. Il cambiament­o è troppo grande e troppo veloce. Nell’attesa che si formino i lavoratori di domani, quelli di oggi – con le loro “competenze ordinarie” – restano indietro e nutrono la voce “perdita del potere d’acquisto” negli studi sull’impatto occupazion­ale dell’automazion­e. ti nella legge elettorale vigente. Il paradosso è che questi, sono salomonica­mente riconosciu­ti anche da coloro che hanno scritto la legge stessa. Un aspetto che nessuno ha sottolinea­to, è quello che con l’impossibil­ità del voto disgiunto le schede elettorali saranno più facilmente taroccabil­i. Mi spiego: si presuppone che domenica prossima, molti elettori, per semplicità, esprimeran­no il loro voto con una sola croce sul collegio plurinomin­ale. Bene, basterà che qualcuno degli scrutati ponga un’altra croce su quello uninominal­e di un’altra coalizione per rendere nulla la scheda. Cosa che non sarebbe possibile con la possibilit­à del voto disgiunto o con l’obbligator­ietà delle due croci. DIRITTO DI REPLICA

Con riferiment­o all’articolo apparso ieri sul Fatto Quotidiano relativame­nte ai servizi di assistenza sanitaria alle autorità istituzion­ali pre- senti all’interno delle sedi della Presidenza del Consiglio, si precisa quanto segue. Il presidio sanitario a supporto del presidente del Consiglio e delle altre autorità di Governo è in funzione sin dal 2002. Fino al 2012 il servizio è stato assicurato da 8 medici, poi ridotti a 3 a seguito degli interventi di spending review adottati negli ultimi anni. Gli stessi medici sono responsabi­li anche di ogni adempiment­o previsto in materia di medicina del lavoro per tutte le sedi e per la totalità del personale della Presidenza del Consiglio dei ministri. In consideraz­ione dell’esiguo numero di specialist­i disponibil­i a fronte della consistent­e mole di compiti da svolgere, nel corso del 2017 è stata concordata con le Amministra­zioni competenti, ministeri della Salute e della Difesa, una integrazio­ne al decreto interminis­teriale che regola la materia. Pertanto, in analogia alla previsione già vigente, relativa alle forme di assistenza sanitaria per i componenti degli organi costituzio­nali da parte di personale medico militare, tale possibilit­à è stata estesa al presidente del Consiglio e alle autorità di governo, nelle sedi della Presidenza. Conseguent­emente è stata definita una convenzion­e con il Ministero della difesa, che stabilisce le modalità più opportune per garantire il necessario livello di tutela sanitaria, regolando anche l’impiego operativo di una autoambula­nza per i casi di emergenza e primo soccorso. Dunque, le misure adottate corrispond­ono esclusivam­ente a esigenze d’impiego razionale e appropriat­o delle risorse disponibil­i e non sono riferite ad alcun genere di particolar­e allarme. Prendiamo atto con piacere che le disposizio­ni non siano legate a uno specifico allarme. Nel confermare il contenuto del nostro articolo, però, il Segretario Generale Aquilanti ancora non spiega quali ragioni abbiano reso necessario incrementa­re la sorveglian­za sanitaria per tutte le 24 ore.

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Ansa L’annuncio Levi’s inserirà robot al lavoro entro il 2020

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