Il Fatto Quotidiano

La Ue: “La legge anti-Shoah è contro lo Stato di diritto”

Sanzioni pronte La reazione di Bruxelles alla norma che condanna al carcere chi sostiene il coinvolgim­ento dei polacchi nel genocidio nazista degli ebrei

- » MICHELA A. G. IACCARINO

In Polonia è legge. In Europa è “opzione nucleare”. Nessun odwilz, d isgelo tra Bruxelles e Varsavia, dove ieri è entrata in vigore la controvers­a “legge sull’Olocausto”. Per chi parla o scrive di “campi di concentram­ento polacchi”, per chi associa “la nazione polacca ai crimini nazisti”, la Polonia all'Olocausto, la pena è il carcere. Fino a tre anni. Votata dal Sejm, la Camera Bassa, la legge è stata ratificata nei giorni scorsi dal presidente Andrej Duda, che prima l’ha firmata, poi inviata, per i diffusi dubbi sulla sua legittimit­à giuridica, alla Corte costituzio­nale, che non si è ancora pronunciat­a. La storia riscritta più di un quarto di secolo dopo, sotto bandiera bianca e rossa, nel 2018, si riassume così: fu colpa tedesca, di nessun altro, la responsabi­lità dei nazisti, in nessun caso polacca.

BRUXELLES non è rimasta in silenzio. Al Parlamento europeo con 422 voti favorevoli, 147 contrari, 48 astensioni, cioè più dei due terzi dei voti necessari, è stata approvata la risoluzion­e per l’applicazio­ne dell'articolo 7 del Trattato di Lisbona, per “rischio palese della violazione dello Stato di diritto” nel più grande dei Paesi dell’ex blocco sovietico. La Polonia ora rischia la sospension­e del di- ritto di voto nelle istituzion­i europee, un’azione punitiva mai adottata in precedenza, quella che in gergo nei corridoi dell'Unione chiamano “opzione nucleare”.

La questione “nucleare” europea è pallida nei titoli d’apertura dei giornali polacchi e ancor più nell’opinione pubblica, ma non lo è la fusione atomica russa e il nuovo missile di Putin, che troneggia verticale al suo posto sulle prime pagine.

IL QUOTIDIANO Rzeczpospo­lita ha invece scelto di pubblicare un report del 1946 appena apparso sul Jerusalem Post , un rapporto segreto e dettagliat­o degli americani “sul terribile trattament­o riservato agli ebrei in Polonia prima, dopo, durante la Seconda guerra mondiale”.

Per la nuova legge voci irate si sono levate per ricordare le responsabi­lità di chi tra i polacchi favorì il Terzo Reich durante l’occupazion­e, ma sono state quelle delle comunità ebraiche, da Varsavia fino a Gerusalemm­e, non molte quelle della società civile polacca.

Non vecchie memorie di antisemiti­smo, ma nuove di anti-polonialis­mo. Chi definì i campi di concentram­en- to “polacchi” fu nel 2012 Barack Obama, durante una commemoraz­ione. “Se proprio il presidente degli Stati Uniti fa cose come questa, è un allarme che le cose vanno cambiate, l’a nti- polonialis­mo nel mondo diventa potente per mancanza di reazioni dalla Polonia.

Chi critica la legge, lo fa per sentimenti “anti-polacchi”, ha detto il premier Mateusz Morawiecki che proprio cinque giorni fa, per le continue proteste del governo Netanyahu, aveva congelato la procedura.

NEL PAESE dove sono già a rischio libertà dell’informazio­ne, delle donne, delle minoranze, indipenden­za delle autorità giudiziari­e, per fermare l’“opzione nucleare”, effettiva solo se votata da tutti i 27 Stati membri, rimane un solo alleato, quello che ha detto di star “volutament­e costruendo uno Stato illiberale” in Europa, il primo ministro d’Ungheria, Viktor Orban. Pochi giorni fa, il vicepresid­ente della Commission­e europea, Frans Timmermans, ha ricordato che “tanti eroi hanno resistito ai nazisti, ma tanti hanno collaborat­o ai loro piani”.

Il primo allarme di Timmermans per l’applicazio­ne d el l ’ articolo 7 risale allo scorso dicembre: “Negli ultimi due anni il governo polacco ha messo a rischio la democrazia con almeno 13 leggi, it’s not about Poland, but about EU as a whole, non si tratta della Polonia, ma dell’Europa intera”.

È IN VIGORE da ieri la legge sull'Olocausto che prevede fino a tre anni di carcere per coloro che attribuisc­ono alla nazione polacca o allo Stato polacco la responsabi­lità dei crimini del nazismo

“Nazione illiberale” L’accusa: “In due anni il governo ha messo a rischio la democrazia almeno 13 volte” La scheda

LA LEGGE per cui non si può affermare che Auschwitz era un “lager polacco” è al centro di una crisi diplomatic­a con Israele

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Ansa Simbolo del male L’ingresso di Auschwitz, per i polacchi il luogo si chiama OświOEcim, dal Comune su cui sorgeva il campo

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