Cene e belle donne per il giudice: Ricucci arrestato
La dolce vita La toga della commissione tributaria è accusata di aver fatto una sentenza favorevole all’immobiliarista. In cambio, 17 serate
C’è la serata del 7 marzo all’Art Café costata 1.850 euro o la cena nel noto ristorante romano di pesce “Assunta Madre” da 300 euro. Le nuove accuse all’immobiliarista Stefano Ricucci, sono una guida nella vita notturna della Capitale. È il secondo capitolo dell’indagine della Procura di Roma che a inizio febbraio entrò nel cuore del cuore del Consiglio di Stato e che ora ha messo nel mirino un altro giudice, finito ai domiciliari.
NELLA SUA QUALITÀ di componente della commissione tributaria regionale del Lazio, secondo i pm Paolo Ielo e Giuseppe Cascini, ha ricevuto da
e (entrambi da ieri in carcere) “utilità consistite nell’organizzazione di serate in compagnia di alcune donne, nella consegna di un regalo non meglio specificato e nel pagamento, anche per mezzo di intermediari, di cene e consumazioni in locali notturni”. Sono 17 le serate contestate ( costate in totale 7.890 euro), organizzate tra il 22 gennaio e il 23 ottobre del 2015. Nel mezzo cade il 24 aprile, giorno i cui viene depositata la sentenza d’appello sulla controversia tra la Magiste Real Estate Property e l’Agenzia delle Entrate per un credito d’Iva da 20 milioni. È questo per l’accusa il do ut des: in cambio delle utilità Russo ha ribaltato in favore dell’immobiliarista il precedente provvedimento emesso dalla commissione tributaria provinciale. Il gip parla di una “comune frequentazione” tra Russo, Ricucci e Lo Conte “a lmeno dall’autunno 2014”, quindi prima della sentenza, e – oltre una serie di serate nei locali romani saldate da Lo Conte o da una persona a lui riconducibile –, elenca anche un incontro la sera del 20 aprile 2015, data di decisione