Il Fatto Quotidiano

Insider Renzi-CdB: il gip non archivia e fa nuove indagini

L’affarone da 600mila euro

- » ANTONIO MASSARI E VALERIA PACELLI

■A quasi due anni dalla richiesta dei pm, il giudice per le indagini preliminar­i decide che servono altri accertamen­ti sulla speculazio­ne di De Benedetti

Il caso sulla presunta soffiata dell’ex premier Matteo Renzi che consentì all’ingegnere Carlo De Benedetti di guadagnare 600 mila euro in Borsa, non soltanto non è chiuso ma, nei fatti, è stato appena riaperto.

Il Fatto Quotidiano è in grado di rivelare che il gip Gaspare Sturzo – che dal giugno 2016 ha sulla scrivania la richiesta d’archiviazi­one per l’unico indagato, il broker di fiducia dell’ingegnere, Gianluca Bolengo, iscritto per reato di ostacolo alla vigilanza – ha deciso di approfondi­re l’ indagine. Sturzo ha fissato un’udienza nel mese di marzo, coperta dal segreto della camera di consiglio, per la quale ha convocato le parti in causa, ovvero Bolengo e il pubblico ministero titolare dell’ inchiesta Stefano Pesci.

LA VICENDA risale al 16 gennaio 2015, quando De Benedetti chiama Bolengo, per chiedergli di acquistare i titoli di alcune banche popolari. Nella conversazi­one, finita agli atti, lo storico patron del Gruppo Espresso sostiene d’aver saputo che il governo emanerà un provvedime­nto “entro una o due settimane”. De Benedetti aggiunge: “Salgono le popolari?” “Sì”, risponde Bolengo, “su questo se passa un decreto fatto bene salgono”. E De Benedetti replica: “Passa, ho parlato con Renzi ieri, passa”. La riforma, in effetti, verrà approvata proprio per decreto. E appena quattro giorni dopo: il 20 gennaio. Ma torniamo al giorno 16: Bolengo acquista cinque milioni di euro di titoli di sei banche Popolari e, su questa sola operazione, l’editore guadagna 600 mila euro.

A quel punto interviene la Consob, per la precisione la divisione Abusi di mercato, sostenendo che De Benedetti e Bolengo hanno commesso un insider trading. L’authority trasmette gli atti alla Procura di Roma, che però non ravvisa ipotesi di reato a carico di

Renzi e De Benedetti, e per l’u ni co indagato, il broker Bolengo, chiede al gip l’archiviazi­one. E proprio per effetto delle valutazion­i dei pm di Roma, di lì a poco, anche la Consob decide di archiviare.

A tutto questo si aggiunge un nuovo fascicolo, aperto dalla Procura di Perugia poche settimane fa, dopo l’esposto presentato dal candidato del M5S, Elio Lannutti, che dell’intera vicenda s’era occupato già nel 2015, da presidente dell’Adusbef.

Lannutti ha chiesto alla procura guidata da Luigi De Ficchy di verificare se, nell’istruire il fascicolo, la procura di Roma abbia seguito correttame­nte la procedura. L’esposto viene presentato dopo che la notizia della richiesta di archiviazi­one, datata ormai giugno 2016, nei confronti del broker di De Benedetti, Gianluca Bolengo, amministra­tore delegato della Intermonte Sim, diventa pubblica. La procura di Roma l’ha da poco comunicata alla Commission­e parlamenta­re che si occupa degli ultimi scandali bancari e, benché riservata, finisce comunque su tutti i giornali.

Al punto da innescare un’ulteriore indagine, avviata dalla procura capitolina, per individuar­e l’autore della fuga di notizie.

N el l’esposto Lannutti chiede alla Procura di Perugia di valutare - in quanto competente a indagare sui colleghi di Roma - se, dopo aver ricevuto l’informativ­a Consob, fu legittimo aprire, a detta del denunciant­e, un fa- scicolo d’indagine con un “modello 45”, ovvero quello destinato alle notizie che non costituisc­ono reato. Sostiene l’Adusbef che la prassi è vietata sia dal codice di procedura penale, sia da una circolare del ministero della Giustizia: “Secondo la circolare - si legge nell’esposto - il ‘modello 45’ è destinato dal legislator­e all’iscrizione delle sole notizie prive di qualsiasi rilevanza penale”.

La Procura di Perugia, dopo aver aperto un fascicolo (senza indagati nè reati), ha iniziato a verificare se la strada seguita dai colleghi di Roma sia stata corretta. E ha già avviato due atti formali. Ha chiesto e ottenuto dall’authority che vigila sulla Borsa tutta la documentaz­ione sul caso. E - per quanto risulta al Fatto Quotidiano - ha formalizza­to la stessa richiesta anche al gip Gaspare Sturzo. E se per la procura di Perugia l’indagine è tuttora in corso, anche per la procura di Roma, adesso, si scopre che l’inchiesta è tutt’al tro che chiusa.

IL PM PESCI aveva stabilito, ormai 21 mesi fa, che non v’era alcun reato: né per Renzi, né per De Benedetti ( entrambi mai iscritti), né per Bolengo per il quale, appunto, nel giugno 2016, ha chiesto l’archiviazi­one. Dopo quasi due anni, il gip non ha

accolto la richiesta, né l’ha rigettata. Piuttosto, ha deciso di approfondi­re elementi che, evidenteme­nte, dal fascicolo istruito, non risultano sufficient­emente chiari. E così, il caso sulle presunte soffiate arrivate allo storico patron del gruppo Espresso, alla vigilia delle riforma degli istituti di credito popolari, non è affatto concluso.

BI SOGN ERÀ aspettare l’udienza della camera di consiglio, le domande del gip ai pm titolari dell’inchiesta e all’indagato Bolengo, le risposte ai quesiti e, soltanto dopo, il gip prenderà una decisione.

Indaga Perugia I magistrati umbri hanno aperto un fascicolo sull’operato dei colleghi capitolini

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Ansa/LaPresse In perfetta sintonia Matteo Renzi e Carlo De Benedetti. In basso, Giuseppe Vegas ed Elio Lannutti

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