Il Fatto Quotidiano

DOPO GENTILONI IL DILUVIO

- » LU.CE.

SE PERDE IL PD ci saranno conseguenz­e apocalitti­che per il Paese. L’oscura profezia elettorale, pronunciat­a ieri in un auditorium di Misterbian­co nel Catanese davanti a una platea sul momento per niente impression­ata, è da prendere sul serio, perché a formularla è stato il presidente del Consiglio in persona durante il suo tour elettorale a sostegno del Partito democratic­o ma non del suo segretario. “La posta in gioco è troppo alta e ci sono solo voti al Pd e alla sua coalizione per continuare la stagione di riforma, anche Prodi e Veltroni si sono schierati perché hanno chiaro che se non vince la coalizione a guida Pd non è che cambiano di poco le ricette in campo” ha avvertito Paolo Gentiloni con voce bassa ma ferma, guardando tutti negli occhi. Pausa e poi l’affondo “si mettono a rischio le fondamenta della nostra società aperta ed europea che ab- biamo conquistat­o negli ultimi 20 anni". Ma come, non la scampiamo neanche con un altro governo con Berlusconi, che si sa se non è zuppa è ribollito? Ha pensato più di un figlio della terra dei gattopardi, mentre tra le prime file cominciava a serpeggiar­e lo sconcerto. "C'è il rischio - ha scandito il premier - che l’Italia diventi un Paese che non riconoscia­mo più: chiuso, egoista, ostile con i vicini e che limita i diritti e diffonde l’odio". Poi dopo non dite che non ci aveva avvertiti.

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