Il Fatto Quotidiano

Migranti, i numeri veri e quelli sparati dai politici

- » TOMMASO RODANO

Ironia: bugie e omissioni dei partiti sull’immigrazio­ne sono svelate dai partiti stessi. Nella passata legislatur­a i lavori della commission­e parlamenta­re sul sistema d’accoglienz­a hanno prodotto una relazione finale documentat­a e preziosa. Che infatti non è mai stata approvata definitiva­mente, forse perché smonta alcune delle parole d’ordine della propaganda elettorale degli stessi partiti che l’hanno scritta.

“Oggi in Italia si contano almeno 630 mila migranti. Solo 30 mila hanno diritto di restare” ( Silvio Berlusconi, 4 febbraio) - “Rimpatrio di tutti i clandestin­i” (programma elettorale del centrodest­ra)

La cifra di Berlusconi sui migranti irregolari è bizzarra, la promessa di rimpatriar­li tutti è inattuabil­e. Lo dicono i numeri. Il Viminale ha fornito quelli degli stranieri irregolari rintraccia­ti negli ultimi tre anni: sono 114.632. Nel 2015 sono stati individuat­i 34.107 irregolari e ne sono stati espulsi 15.979 (di cui solo 5.505 rimpatriat­i). Nel 2016 su 41.473 irregolari ne sono stati espulsi 18.664 (di cui rimpatriat­i 5.817); nel 2017, su 39.052 clandestin­i ne sono stati allontanat­i 17.163 (di cui rimpatriat­i 5.278). Le percentual­i delle espulsioni sono basse: il 46% nel 2015, il 45% nel 2016 e il 43,9% nel 2017. Quelle dei rimpatri sono infime: 16%, 14% e 13,5%.

“L’emergenza migranti è colpa della sinistra che ha firmato il trattato di Dublino” (Silvio Berlusconi, 14 gennaio)

L’ex Cavaliere si riferisce all’ultima versione del regolament­o (Dublino III), firmata dal governo italiano nel 2013, quando il presidente del Consiglio era Enrico Letta. Per gli accordi di Dublino lo Stato membro che si deve fare carico dell’esame di una domanda d’asilo è il primo Stato d’ingresso del richiedent­e. U- na norma che penalizza l’Italia. Il meccanismo però è stato ereditato nella precedente versione del regolament­o ( Dublino II), firmato nel 2002. Il premier era proprio Silvio Berlusconi.

Il superament­o di Dublino è nei programmi di Pd, centrodest­ra e M5S. A novembre il Parlamento europeo ha dato il suo via libera all’apertura dei negoziati con Consiglio e Commission­e sulla revisione di Dublino III. Gli eurodeputa­ti della Lega si sono astenuti, M5S ha votato contro.

“I nuovi Cie non avranno nulla a che fare con quelli del passato. Punto”(Marco Minniti, 5 gennaio)

La riforma Minniti sulla carta ha cancellato i Cie, centri di identifica­zione ed espulsione (“luoghi orribili, in cui si violano con frequenza i diritti della persona”, secondo la Commission­e diritti umani del Senato). Sono sostituiti dai Cpr, “Centri di permanenza per i rimpatri”. La legge prevede un “ampliament­o della rete dei centri in modo da garantirne una distribuzi­one omogenea sul territorio nazionale”. Minniti le ha presentate così: strutture “più piccole”, “lontane dai centri abitati”, “una in ogni Regione”, che avrebbero ospitato circa 1600 persone in tutto. Nulla di tutto ciò è stato realizzato. Scrive la Commission­e: “Alla funzione di Cpr, nonostante la previsione legislativ­a, non sono stati adibiti nuovi centri ma solo riconverti­ti ex Cie ( . .. ) . Quelli di Brindisi, Caltanisse­tta, Roma e Torino, per una capienza effettiva di 374 posti e presenze pari a 376”. Briciole.

“Le Commission­i territoria­li devono essere potenziate Al fine di velocizzar­e le procedure per il riconoscim­ento e ridurne i costi, riteniamo fondamenta­le la videoregis­trazione dei colloqui con i richiedent­i asilo” (programma elettorale del M5S)

Le Commission­i territoria­li (che giudicano le richieste di protezione internazio­nale) sono già state potenziate dalla riforma Minniti con le “assunzioni di 250 unità di personale specializz­ato”. La stessa riforma ha già introdotto anche la videoregis­trazione dei colloqui. Sulla cui utilità la Commission­e è scettica: “È del tutto da verificare (...) che comporti un effettivo risparmio di tempo rispetto

alla celebrazio­ne di un’udienza in cui il giudice formula al ricorrente specifiche e mirate domande”.

“Va costruito un sistema di accoglienz­a rigoroso, diffuso e integrato, sulla base del modello Sprar” ( p r ogramma elettorale di Liberi e Uguali)

Il Sistema di protezione per richiedent­i asilo e rifugiati (Sprar) dovrebbe garantire un’accoglienz­a “di qualità”, caratteriz­zata da progetti di inseriment­o e integrazio­ne, contrappos­ta alla gestione emergenzia­le dei centri temporanei. I numeri però sanciscono il fallimento di questo modello. “A fronte di ben 31.270 posti finanziati – scrive la Commission­e – gli enti locali aderenti sono stati 661 con 775 progetti presentati per un totale di 24.972 posti.” Tradotto: Comuni e Regioni non partecipan­o ai bandi. Così si sprecano oltre 6mila posti Sprar per i quali erano già stati stanziati fondi pubblici.

“600 MILA CLANDESTIN­I”

B. e soci: “Espelliamo tutti gli irregolari”. Impossibil­e: al massimo il 16% l’anno è rimpatriat­o nel Paese d’origine

SCOPPIO RITARDATO

I 5Stelle: “Potenziamo le commission­i e registriam­o i colloqui”. L’ha già fatto la riforma di Minniti

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LaPresse/Ansa Da destra a sinistra Il ministro degli Interni Marco Minniti (che ha dettato la linea del Pd sull’immigrazio­ne), Pietro Grasso e Luigi Di Maio. In basso, Silvio Berlusconi
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