Il report per Mattarella
VISTA LA POSSIBILITÀ concreta che dalle urne non esca una maggioranza definita, la scorsa estate il Quirinale ha iniziato a vagliare le possibili mosse per il post-voto, affidandosi anche a un dossier che tiene conto delle prassi seguite finora dai presidenti della Repubblica
CONVERGENZE PARALLELE: il primo precedente riguarda il governo presieduto da Amintore Fanfani nel 1960, basato sull’apertura ai socialisti da parte della Democrazia cristiana. Presuppone quindi un’intesa tra partiti diversi
GOVERNO BALNEARE e cioè una mera transizione per poi andare allo scioglimento autunnale. Il governo balneare – o di decantazione – di Giovanni Leone fu istituito dopo le Politiche del 1963. Qui potrebbe rientrare Paolo Gentiloni: verificata l’impossibilità di formare un governo, Mattarella potrebbe rinviare alle Camere l’attuale esecutivo. Ricevuta una scontata sfiducia, si avrebbe comunque un governo di minoranza per gli affari correnti e per portare il Paese al voto
LA “NON SFIDUCIA”: fa riferimento all’esecutivo di Giulio Andreotti del 1976, quando Dc e Pci trovarono un accordo che portò all’astensione dei comunisti durante il voto di fiducia. Le combinazioni, oggi, sarebbero varie: Pd al governo e astensione grillina, o viceversa; idem Pd e centrodestra. Ma uno dei tre blocchi di media grandezza rimarrebbe comunque fuori