Quando Emma a Strasburgo era alleata con Le Pen e la destra
La
camaleontica carriera di Emma Bonino è stata ampiamente documentata durante questa campagna elettorale. Undici legislature dal 1976: 8 in Italia e 3 in Europa. Innumerevoli incarichi di governo, alleanze variabili (da Berlusconi a Prodi) e soluzioni ardite: ora per saltare la raccolta firme si è appoggiata all’ex Dc Bruno Tabacci. C’è però un episodio rimasto fuori dai ritratti politici. Nel 1999 nel Parlamento di Strasburgo Bonino e i suoi hanno seduto a fianco dei 5 eletti del Front National di Le Pen. Non la “moderata” Marine, ma l’assai più radicale ( non in senso boniniano) papà Jean-Marie. La madrina di +Europa con gli euroscettici post fascisti. La collaborazione col Front National nasceva da un’esigenza tecnica: riuscire a formare un gruppo parlamentare autonomo. Il “Gruppo tecnico dei deputati indipendenti” in cui confluirono i 7 eletti della Lista Bonino (tra cui, oltre Emma, il promotore di +Europa Benedetto Della Vedova) ha ospitato anche 3 eurodeputati della Lega Nord e uno del Msi-Fiamma Tricolore. Dal Belgio, inoltre, vennero a dare manforte due parlamentari del Vlaams Blok, il Blocco Fiammingo, un movimento di estrema destra sciolto pochi anni dopo (nel 2004) a causa di alcune condanne per violazione della legge sul razzismo e per xenofobia. Il “gruppo tecnico”– ribattezzato dai giornali “Bonino-Le Pen” è stato sciolto dopo pochi mesi perché illegittimo (non c’era “affinità politica”), primo e unico caso nella storia del Parlamento europeo. L’a s se m b le a era presieduta da
Giorgio Napolitano.
Nel 2009 formò un gruppo con 5 eletti del Front National e due del Blocco Fiammingo, sciolto per razzismo