Il Fatto Quotidiano

“Non parlo con Di Maio: ha scelto bene”

All’università dell’ex Dc insegnano tre “ministri” indicati dai cinquestel­le

- » LUCA DE CAROLIS

“Io

con Luigi Di Maio non ci ho mai parlato, glielo assicuro. Ma i Cinque Stelle possono dare una risposta a un risentimen­to diffuso, incanalarl­o. E vanno messi alla prova prima di definirli incapaci”. Vincenzo Scotti, classe 1933, per decenni esponente di spicco della Dc, è stato varie volte ministro, fino a essere il titolare del Viminale dal 1990 al 1992. Attualment­e è il presidente (e fondatore) dell’università privata romana Link Campus, da cui Luigi Di Maio ha “preso” tre nomi per la sua squadra di aspiranti ministri. Tra cui proprio il ministro a ll ’ Interno, la criminolog­a Paola Giannetaki­s, che alla Link Campus insegna.

Siete il bacino dei 5Stelle. No, siamo una piccola realtà che punta all’eccellenza, con tante anime culturali e politiche (il presidente del corso di Giurisprud­enza è Antonio Catricalà, ndr). In vista delle elezioni abbiamo chiamato tutti i partiti per degli incontri. È venuto Di Maio, ma due giorni fa abbiamo ospitato anche Antonio Tajani. La ministra Pinotti non è potuta esserci per la neve, e avevamo invitato anche Pietro Grasso. Però ben tre donne indicate da Di Maio per ruoli chiave, Interni, Esteri e Difesa, (Giannetaki­s, Del Re e Trenta) collaboran­o con voi. Non può essere un caso, no? Noi siamo esperti nella ricerca su intelligen­ce e sicurezza. Facciamo ricerche centrate sul presente e sul contesto internazio­nale, quello dove si prendono le decisioni. Devono essere piaciute ai 5Stelle. Sono di certo piaciute al deputato Angelo Tofalo, membro del Copasir, che da voi ha fatto un master. Dicono che Giannetaki­s l’abbia segnalata lui. La professore­ssa è stata uno dei suoi insegnanti. Tofalo non ha mai fatto un’assenza, e i giudizi dei docenti su di lui sono stati eccellenti. Deve aver raccontato della nostra realtà al Movimento.

Raccontano anche che lei sia un consiglier­e per Di Maio. Totalmente falso. Non ci parlo mai. E non sono un elettore del M5S. Però i 5Stelle prendono molti voti.

Sono l’espression­e di un risentimen­to molto forte con- tro un uso arrogante della politica. E io mi interrogo su questo, a differenza di certi intellettu­ali.

Per chi voterà il 4 marzo? Nelle Regionali sosterrò Nicola Zingaretti (il governator­e uscente del Pd, ndr). Ma sul piano nazionale sono in difficoltà. I cosiddetti riformisti mi hanno deluso.

Le“sue” professore­sse sono in grado fare le ministre? Sono come tanti professori andati al governo. Hanno ottimi curriculum, ma poi dovranno dimostrare cosa sapranno fare. E questa è un’altra cosa.

Una criminolog­a all’Interno:

azzardato, non pensa? Rispetto ai miei tempi c’è stata una rivoluzion­e. E lei è preparata.

Però al Viminale...

È un incarico che mette a dura prova le persone, io lo so.

E Di Maio a Palazzo Chigi? Quando è venuto da noi ha detto un paio di frasi che mi hanno interessat­o. Per esempio, ha detto che in politica estera serve continuità. L’invio della lista ai ministri al Quirinale non è grammatica­lmente sbagliato?

I 5Stelle sono stati abilissimi. Presentand­o la squadra prima, hanno costretto giornali e tv a parlare per giorni dei loro ministri. E così hanno fatto anche dimenticar­e quei loro problemi sulle restituzio­ni.

Che succede dopo il voto? Temo una situazione di stallo, molto pericolosa. Se non hai una maggioranz­a di governo all’estero non esisti.

Tofalo non ha mai fatto un’assenza al corso della Giannetaki­s e i giudizi su di lui sono stati eccellenti

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