Liguria Indagati e non, tutti candidati: lunedì la Regione rischia di svuotarsi
Difficile, in tempi così incerti e confusi, descrivere realtà e contesti politici nella sintesi di un titolo. È un lusso che si possono permettere solo le redazioni eleganti guidate da direttori di rango. L’ultimo emblematico esempio lo si trova nei tg Rai e in quelli parificati Mediaset, oltre che sui quotidiani cool, tra i quali spicca La Stampa, che piazza in prima pagina “Di Maio, la squadra dei prof sconosciuti”, come dire “parvenu che nulla hanno a che vedere con la fama e il prestigio delle donne e degli uomini scelti da Matteo Renzi: talmente rinomati da essere confermati, previa faticosa e severa cernita, anche da Paolo Gentiloni”.
Persone talmente note e autorevoli dalle quali era difficile, per non dire impossibile, prescindere, nel comporre un esecutivo di qualità. Chi poteva, infatti, raccattare esemplari migliori di Marianna Madia o di Maria Elena Boschi, di Valeria Fedeli o Luca Lotti, Giuliano Poletti e altra roba simile, la cui formidabile popolarità si è poi via via sposata con la specchiata reputazione e il rigoroso senso dello Stato dimostrati nel maneggiare istituzioni e potere? Ora la domanda è: riusciranno l’Italia e gli italiani a sopravvivere senza individui del genere? Sì. E sicuramente meglio.
Eliminare il Jobs Act si può ed è a costo zero per lo Stato
Tutti i programmi presentati dai partiti per il 4 marzo sono economicamente irrealizzabili, per via del “Ce lo chiede l’Europa”, o della austerità. Però almeno qualcosa a costo zero, o a basso costo, si potrebbe fare: ad esempio il Jobs Act, che ha reso il lavoro una precaria schiavitù, potrebbe essere eliminato con un tratto di penna a costo zero per lo Stato. DIRITTO DI REPLICA
Vi chiedo la rettifica della notizia scritta dalla signora Selvaggia Lucarelli il 28 febbraio, che potrete e CARISSIMO FERRUCCIO SANSA, leggo quasi tutti i giorni il Fattoe visto che lei parla spesso di cose genovesi, cerco sempre i suoi articoli. Non so se mi è sfuggito qualcosa, ma non mi sembra di aver letto niente a proposito del fatto che Edoardo Rixi, assessore regionale per lo Sviluppo economico della Regione Liguria, indagato per spese pazze in Regione, è candidato alle elezioni del 4 marzo. Molto malignamente mi viene da pensare che gli faccia comodo l’immunità parlamentare. Lei che ne pensa? CARO SIGNOR SOLARI, ne abbiamo scritto eccome. Ma vista la mole di notizie negative sui candidati di tutta Italia, lei è più che giustificato se non ha visto. Epoi, come dicevano i latini, repetita iuvant. L’assessore regionale leghista Edoardo Rixi non è più indagato, ma ormai imputato. Così come il suo collega di partito Francesco Bruzzone, presidente del Consiglio regionale che si è visto spostata un’udienza per impegni elettorali.
Nelle liste figurano anche due indagati (sempre per la vicenda delle spese pazze che ha toccato 62 consiglieri delle legislature 2005-2015): Sandro Biasotti (Forza Italia) e Vito Vattuone (Pd).
Ma la candidatura di Rixi e Bruzzone non pone solo una questione “giudiziaria”: qualora fossero eletti, lascerebbero a metà il mandato in Regione per cui si sono presi un impegno con gli elettori liguri. Non sono gli unici: lunedì, la Regione Liguria rischia di svuotarsi. Non si contano i consiglieri che si sono candidati al Parlamento sperando di ottenere una poltrona più sicura e prestigiosa.
C’è Angelo Vaccarezza, che guida il plotone di Forza Italia dopo essere stato presidente della Provincia di Savona (tra i consiglieri di centrodestra candidate anche potevate verificare direttamente con l’Ordine dei Giornalisti. Sono regolarmente iscritta e non sono mai stata radiata. Per tutte le altre inesattezze ne discuteremo in sedi opportune. Gent.le Francesca Barra, la fonte della notizia ci era parsa piuttosto autorevole: un messaggio di Francesca Barra datato 9 aprile 2015 sulla pagina Facebook di Francesca Barra, poi cancellato, ma nel frattempo ripreso da Dagospia, che dice- Stefania Pucciarelli e Lilli Lauro). Stesso discorso vale per l’opposizione: a cominciare da Raffaella Paita, capogruppo Pd. Paita perse le elezioni regionali del 2015, lasciando la Liguria in mano al centrodestra. Non solo: il Partito democratico di cui era figura cardine in questi anni ha consegnato al centrodestra anche Savona, Genova e infine La Spezia. Una Caporetto, eppure il nome di Paita non è mai stato messo in discussione per la promozione in Parlamento. Per lei – prima bersaniana e poi renziana – elezione quasi sicura (in stile Boschi), e non importa se anche lei lascerà la Regione a metà mandato. Candidati nel Pd altri tre consiglieri: Juri Michelucci (alfiere di Paita), Luigi De Vincenzi e Giuseppe Rossetti. va testualmente così: “L'ordine dei giornalisti mi cancella dall'albo perché dice che dopo tanti solleciti non ho pagato l'iscrizione dal 2012.
Però i solleciti arrivavano a Roma, dove non abito più da quell'anno. Ma perché la notifica è arrivata a Milano, con data 2014?”.
Noi siamo felici che la notizia diramata da Francesca Barra nel 2015 si sia poi rivelata falsa, anche se Francesca Barra lo comunica soltanto tre anni dopo.
Ora rimane da avvertire Francesca Barra: ci pensa Francesca Barra o lo faccia- mo noi nelle “sedi opportune”? In riferimento all’articolo “Caravaggio dimenticato da Sky e Comune” a firma Giuseppe Lo Bianco su Il Fatto Quotidiano del 27 febbraio 2018, si precisa che la nuova sede del MuMe, Museo Regionale di Messina, a seguito dell’apertura dei primi spazi da subito resi fruibili, il 9 dicembre del 2016, è stata inaugurata integralmente (4800 mq) il 17 giugno del 2017 con i suoi percor- Alla gestione del sito museale non ho addebitato in alcun modo la scelta, compiuta dagli sceneggiatori del documentario, di non citare la permanenza messinese del pittore, ho solo voluto sottolineare le contraddizioni del sindaco che invece di chiedere il ritiro censorio del docufilm farebbe bene a preoccuparsi che i due capolavori di Caravaggio siano fruiti dal pubblico alle migliori condizioni nel museo gestito dalla Regione siciliana. In attesa poi di conoscere la “gravità e l’infondatezza” delle informazioni, confermo per il resto il contenuto dell’articolo.