“L’omicidio del giornalista, passo falso della ’ndrangheta”
Federico Varese Il docente di Criminologia: “La mafia calabrese ha commesso lo stesso errore di Duisburg, ora è sotto i riflettori”
“Èun omicidio orrendo che per la ’ndrangheta avrà le stesse ripercussioni della strage di Duisburg”. Con il professor Federico Varese, criminologo e Professor of Criminology all'Università di Oxford parliamo dell’uccisione del giornalista slovacco Jan Kuciak e della sua fidanzata. Professore cosa significa questo assassinio?
È un omicidio di altissimo livello per la persona uccisa che sta avendo un rilievo mediatico mondiale. Un attacco molto grave allo Stato slovacco.
Il procuratore Gratteri afferma che si tratta di un errore da parte della ‘ndrangheta, così come lo fu Duisburg. Sono d’accordo, la ’ n dr angheta era famosa per essere il lato oscuro della luna, il loro successo è sempre stato legato al fatto di non aver mai attaccato magistrati, forze dell’ordine e giornalisti, a differenza della mafia siciliana. Questo è un omicidio che mette la ’ ndrangheta sulla mappa dei governi europei. Un errore strategico, ma se l’hanno fatto è perché pensano che le inchieste di Kuciak andavano a toccare interessi molto forti.
Perché la ‘ndrangheta sceglie di mettere radici in uno Stato così piccolo come la Slovacchia, poco più di 5 milioni di abitanti? In Italia ci sono controlli, indagini della magistratura, le frodi sui fondi europei sono diventate difficili da fare. In Slovacchia, dove non c’è questa attenzione sulla mafia, il terreno è tutto da arare. Più piccolo è lo Stato, più facile è controllare politica e livelli istituzionali. Nel Nord Italia la ‘ndrangheta ha scelto le pic- cole città come luoghi dove insediarsi. La Slovacchia è un caso simile, la famiglia Cuntrera negli anni Novanta cercò di radicarsi ad Aruba, una piccola isola nel mar dei Caraibi, proprio perché i Paesi piccoli sono più facili da penetrare.
Lei è d’accordo con la tesi che la ‘ndrangheta è tra le mafie
più forti al mondo?
Sì, è la mafia che ha una maggiore dimensione globale, perché ha il controllo del porto di Gioia Tauro ed è inserita nel traffico internazionale di droga, soprattutto cocaina. Questo le dà una proiezione mondiale, soprattutto in America Latina. La ‘ndrangheta ha anche sfruttato l’emigrazione, in Paesi come Australia, Canada Usa ed Europa c’è una presenza delle ‘ndrine che si raccordano alla casa madre. La ‘ndrangheta ha una struttura flessibile e allo stesso tempo molto efficace.
Se lei dovesse fare un calcolo della potenza economica della ‘ndrangheta nel mondo, quale cifra indicherebbe?
Uno studio sostiene che la po- tenza finanziaria della ‘ ndrangheta è l’equivalente della McDonald’s e della Deutsche Bank messi assieme, un giro d’affari di 53 miliardi di euro l’anno, ma è difficile fare stime precise. Controllo del territorio in Calabria, riciclaggio di denaro e investimenti puliti, commercio della droga: tutto concorre a costruire la potenza economica della ‘ ndrangheta. Le sembrerà fuori dalle analisi correnti, ma insisto: la forza della ‘ndrangheta sta nel fatto che controlla buona parte della Calabria, tutto il resto viene dopo. La grande holding si basa su radici molto solide. Le proiezioni all’esterno sono per riciclare il danaro accumulato a partire dalla loro base. Investono in Russia, ma non controllano quel territorio. Il problema della politica italiana è che deve riconquistare la Calabria.
Sa che c’è una forte compenetrazione della ‘ndrangheta nelle istituzioni e nella politica.
Questo dimostra che i boss controllano una parte della classe dirigente. Quando c’è questo salto tra pura criminalità e politica, allora la mafia diventa un gruppo di potere che governa e decide.
In Slovacchia il terreno era tutto da arare per i clan: più piccolo è lo Stato, più facile è controllare le sue istituzioni Hanno eliminato Kuciak perché pensavano che le sue inchieste potessero toccare interessi forti