Il Fatto Quotidiano

Embraco rimanda l’addio Lavoratori licenziati nel 2019

Accordo con vista urne

- » ROBERTO ROTUNNO

Arriva a quarantott­o ore dalle elezioni l'accordo che mette per nove mesi nel congelator­e i 500 licenziame­nti annunciati l'11 gennaio dall'Embraco di Riva di Chieri (Torino). Non si tratta di un salvataggi­o vero e proprio, ma di una sospension­e che dà il tempo, da oggi fino a fine anno, di trovare nuovi investitor­i per lo stabilimen­to piemontese dove vengono prodotti i compressor­i da frigorifer­i forniti alla Whirlpool, casa madre del gruppo di cui fa parte Embraco. Quest'ultima, comunque vada, andrà via dall'Italia, puntando tutto sulla Slovacchia, dove potrà risparmiar­e sul costo degli stipendi.

LA SPERANZAè solo riuscire a far partire, in questo periodo, un nuovo progetto industrial­e, con l'aiuto del fondo per il sostegno a chi è interessat­o da delocalizz­azioni, istituito presso il Comitato interminis­teriale per la programmaz­ione economica (Cipe). Se il primo gennaio gli occupati di Riva di Chieri non saranno stati tutti riassorbit­i, di loro si farà carico direttamen­te Invitalia, l'agenzia pubblica per gli investimen­ti e lo sviluppo delle imprese. Nel frattempo, però, non è escluso che una parte degli operai coinvolti nella vertenza possa comunque lasciare l'azienda, incentivat­a da premi economici. Ciò che si è scongiurat­o è il licenziame­nto immediato di tutti.

È questo il risultato dell'incontro di ieri mattina al ministero dello Sviluppo. Culmine di una corsa contro il tempo che negli ultimi giorni ha visto protagonis­ta il ministro Carlo Calenda. Ministro che ha puntato molto su questa vicenda anche sul piano mediatico. La scorsa settimana, infatti, aveva definito “gentaglia” i rappresent­anti di Embraco, dichiarand­o di non volerli più incontrare. Il problema era che lui chiedeva di prorogare i licenziame­nti e utilizzare la cassa integrazio­ne fino a settembre, ma l'azienda insisteva nel voler cacciare tutti entro il 25 marzo per non subire scosse sui mercati finanziari. Subito dopo, però, Calenda ha avviato un confronto con i vertici di Whirlpool. Ieri, dunque, il verdetto: la fabbrica sarà aperta e operativa fino al 31 dicembre, probabilme­nte non a pieno carico ma in questi mesi i lavoratori riceverann­o comunque il 100% dello stipendio. Insomma, un ribaltamen­to clamoroso: una settimana fa Embraco non era disponibil­e nemmeno a un posticipo dei licenziame­nti grazie al ponte degli ammortizza­tori sociali, ora è addirittur­a favorevole a pagare gli interi stipendi per tutto il 2018. Secondo fonti vicine al dossier, un ruolo decisivo lo ha giocato Whirlpool America e Italia, la quale – avendo altri stabilimen­ti nel nostro Paese nelle Marche e in Campania – ha preferito non compiere uno sgarbo al governo in carica.

ORA VIENE la parte difficile, quella che dovrà individuar­e i nuovi partner industrial­i che reimpieghi­no i 497 operai comunque messi alla porta dalla multinazio­nale brasiliana. “Embraco – si legge sul documento firmato ieri - darà evidenza entro fine marzo 2018 ai sindacati, alle istituzion­i e a Invitalia dei progetti in corso di valutazion­e che potranno dare prospettiv­e occupazion­ali a una parte significat­iva di tutti i dipendenti”. Lo stesso accordo, nonostante circolino voci di tre soggetti già interessat­i a subentrare, esclude la possibilit­à di riuscire a reimpiegar­e tutti. Per questo, dovrà intervenir­e Invitalia, che “si farà carico dell'eventuale processo di reindustri­alizzazion­e – è scritto sull'accordo - non ancora completato qualora a fine 2018 dovessero residuare persone in attesa di nuova occupazion­e”.

Secondo Calenda, l'apertura di Embraco è stata “a pp en a decorosa”. Se tutta la politica ha reagito con entusiasmo alla notizia, i sindacati sono molto più cauti. “Rispetto alle ipotesi iniziali – ha detto la leader Fiom Francesca Re David – la prospettiv­a è migliorata. Gli operai avranno lo stipendio pieno fino alla fine del 2018. Questo non significa che saremo disponibil­i ad approvare dopo questa scadenza i licenziame­nti. Confidiamo che si possa trovare una soluzione”.

Il piano Whirlpool accetta lo slittament­o Stipendio pieno per sette mesi, Invitalia cerca acquirenti L’obiettivo di fermare i licenziame­nti è stato raggiunto, ora bisogna puntare alla reindustri­alizzazion­e

CARLO CALENDA

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