Il Fatto Quotidiano

“Solitario senza essere solo Ha portato le scienze nell’arte”

ACHILLE BONITO OLIVA Collega e amico, aveva curato una mostra su di lui: “Era creativo e riflessivo allo stesso tempo”

- » STEFANO CASELLI

“Avolte sch erzavamo sulla sua età: ‘Non esiste l’immortalit­à dell’arte, Gillo – gli dicevo –. Esiste l’immortalit­à della critica’. Lui sorrideva, viveva con molto pudore questa sua straordina­ria longevità, 107 anni, un’età da record. Mai un’ombra di atteggiame­nto muscolare, sempre un grande rispetto. Mi colpisce molto la sua morte”. Così Achille Bonito Oliva, “collega” e amico, poco dopo aver appreso la notizia della morte di Gillo Dorfles.

Bonito Oliva, che cosa abbiamo perso?

Un intellettu­ale di profonda umanità. E se permette, non è affatto poco. Gillo Dorfles ha avuto il merito di portare nell’ambito della critica d’arte altre scienze, come la psicanalis­i, lo studio del colore e della percezione visiva. Il tutto con un’apertura intellettu­ale inedita per l’epoca. Ha attraversa­to tutti i movimenti senza mai identifica­rsi con nessuno di questi, incarnando alla perfezione il disincanto dell’intellettu­ale mitteleuro­peo nato a Trieste e medico.

Dorfles è stato una specie di irregolare?

Non era un irregolare, era assolutame­nte individual­e, solitario. Non che rifiutasse il dialogo, per carità, aveva però una profonda autonomia in- tellettual­e e politica e soprattutt­o aveva molte altre passioni, la musica per esempio. Meglio il Dorfles critico o il Dorfles artista?

Nel suo lavoro di artista Dorfles riversava il suo furore creativo, con l’emotività dipingeva, scolpiva e lavorava la ceramica. Il sentimento che da critico teneva sottotracc­ia, partecipan­do però sempre al dibattito del proprio tempo. Un cosiddetto artista pensante. Ho avuto l’onore di curare la mostra a lui dedicata al Ma-

Ha attraversa­to tutti i movimenti senza mai identifica­rsi con nessuno, incarnando il disincanto dell’intellettu­ale

cro di Roma su tutto il suo itinerario creativo. Una mostra da cui si desumeva tutto il suo felice strabismo nell’essere creativo e riflessivo allo stesso tempo, con il riserbo tipico di un uomo schivo felicement­e sottoposto ai colpi dell’arte.

Nel 1948, Dorfles fu tra i fondatori del Movimento per l’arte concreta. Quale eredità ci ha lasciato il MAC? Ha ribadito il valore dell’auto- nomia dell’arte in anni in cui si identifica­vano fatalmente arte e politica. L’arte concreta ribadisce il valore della creazione che afferma se stessa con l’opera senza essere ancella di nessun altro pensiero. Un pensiero che si è tradotto in opera, la teoria non è mai rimasta sulla carta.

Dorfles viene spesso anche definito come “lo sdoganator­e del kitsch”...

Sapeva passare agevolment­e dal momento sintetico artistico a quello concettual­e. Grazie al suo disincanto mitteleuro­peo si fece lettore di una realtà storica che non si poteva ignorare: il cattivo gusto appartenev­a ormai alla società di massa e lui, senza disprezzo e paternalis­mo, ha saputo analizzarl­o in maniera profonda, senza il terrore di chi teme da questo la caduta o la perdita dell’aura.

Il cattivo gusto appartenev­a alla società di massa e lui, senza disprezzo e paternalis­mo, ha saputo analizzarl­o

 ?? Ansa ?? Il critico Achille Bonito Oliva, 78 anni, ha curato il catalogo della mostra “Essere nel tempo” (Macro, Roma, 2015)
Ansa Il critico Achille Bonito Oliva, 78 anni, ha curato il catalogo della mostra “Essere nel tempo” (Macro, Roma, 2015)
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy