“Lucio mi fece ridere a 19 anni e da allora non ha più smesso”
Ron presenta il progetto discografico dedicato al grande Dalla: “Se non ci fosse stato lui io non sarei qua”
Gesù era allergico alla famiglia tradizionale: “Il senso sta nel trovare la famiglia fuori”. E questo, di Gesù, lo diceva Lucio Dalla, uno che la “famiglia fuori” l’ha trovata (anche) in Rosalino Cellamare, alias Ron, nome d’arte cucitogli addosso proprio dal cantautore bolognese morto 6 anni fa.
All’amico e mentore, che il 4 marzo avrebbe compiuto 75 anni, Ron dedica ora un commosso omaggio: Lucio! (Sony Music), una raccolta di 12 brani di Dalla, riarrangiati e reinterpretati. Fu proprio Lucio a scoprire il sedicenne Rosalino durante un provino alla Rca. “Ci andai con mio padre”, ha raccontato ieri in conferenza stampa Ron. “Lucio arrivò con 4 o 5 ore di ritardo, ingessato dalla testa ai piedi, su una carrozzina: aveva appena fatto un incidente con la Porsche. Non ricordo esattamente cosa mi disse, ma ricordo che mi fece ridere subito, e poi non ha più smesso. Prima di lui entrò in sala Renato Zero, con un vestito leopardato e un paio di baffi finti. Salutò mio padre e lui rimase pietrificato. E io: ‘Dai, papà, non saranno tutti uguali’”.
Apre l’album l’inedito Almeno Pensami, che a Sanremo ha vinto il Premio della Critica: “Del brano esisteva una demo di Lucio, ma per sentirlo mio l’ho dovuto rivisitare. È stato il mio primo Sanremo tranquillo, senza la paura che ‘oddio, mi cacciano fuori anche stavolta!’. Baglioni sa cosa significhi, è uno di noi: perciò ha eliminato questa regola da corsa dei cavalli”. Sanremo, nel 2012, fu anche una delle ultime esibizioni di Dalla, ma “era abbattuto, si sentiva fuori posto. Io cercavo di tranquillizzarlo al telefono”.
DEDICATO a un altro amico recentemente scomparso, Michele Mondella, Lucio! è registrato in presa diretta con Elio Rivagli ( batteria), Roberto Gallinelli (basso) e Giuseppe Barbera (pianoforte): qui Ron (voce e chitarra acustica) fa rivivere alcuni dei più grandi successi di Dalla – tre dei quali scritti insieme –, da 4/3/1943a Tu non mi basti mai, da Futura a Cara, più due duetti, Piazza GrandeeChissà se lo sai, e una versione “molto libera” di Come è profondo il mare con la voce originale di Lucio. “Il pri- mo arrangiamento era mio; qui però ho scelto di essere meno delicato, più sporco, per valorizzare la voce. Ne è uscita una canzone ruvida, che sa di cantina, con chitarre elettriche scordate, ma decisamente più forte... In generale, mi sono divertito con le contaminazioni: in Attenti al lupo c’è un tocco mozartiano, in Canzone un’eco napoletana, ricreata con i mandolinari”.
“Ai brani mi sono avvicinato con passione, ma in punta di piedi: è facile strabordare quando si incontra un grande, si fa presto a esagerare! Ma io ho cercato di essere più semplice possibile, il più trasparente possibile. D’a lt r o nd e anche Lucio, pur essendo un musicista geniale, suonava il pianoforte come poteva suonarlo un bambino, in modo semplice e trasparente, ma in quel poco c’era una magia unica”.
Mercoledì Ron partirà per un “instore tour” a Milano, Bologna (9 marzo), Roma (10) e Napoli (12), per incontrare il pubblico e presentare l’a lbum: “Se non ci fosse stato Lucio io non sarei qua... Di lui mi sono sempre fidato: non teneva nulla per sé, amava che gli altri ce la facessero. Era un atto di amore forte il suo: non solo nei miei confronti, ma di tanti altri musicisti che lui ha scoperto e cresciuto. Siamo tutti figli di Lucio”.
LE DATE E LE PIAZZE dei concerti sono ancora da definire, a parte le due anteprime di maggio a Milano (7) e Roma (8): “Sarà uno spettacolo pensato, teatrale. I brani dell’album sono stati scelti d’istinto: qualcosa è rimasto fuori, Le rondini, ad esempio, ma recupereremo dal vivo. Lucio ha una storia musicale lunghissima: questa è solo una parte del progetto. C’è ancora tanto da tirare fuori: Lucio era distratto, lasciava foglietti ovunque, tra i libri, in mezzo alla polvere...”.