Il Fatto Quotidiano

Pansa cantore della Resistenza

Gli ex partigiani sfottevano la sua ingenua retorica

- » VITTORIO EMILIANI

Eravamo in treno da Milano a Sondrio, dove ci aspettava un pubblico dibattito, il direttore del Giorno, Italo Pietra, già comandante generale delle brigate partigiane dell’Oltrepò, Paolo Murialdi, caporedatt­ore e ufficiale di collegamen­to fra le brigate partigiane nella stessa zona, Giampaolo Pansa e io, autori di inchieste su quelle valli politicame­nte “bianche”, che avremmo dibattuto in pubblico la sera stessa. Pansa aveva realizzato una inchiesta sul Bacino imbrifero montano ( Bim), pieno di soldi, egemonizza­to dalla Dc e in particolar­e dal doroteo Athos Valsecchi. Inchiesta molto dura, bella e documentat­a in modo impeccabil­e.

Le ore di treno erano almeno tre e chiacchier­ammo a lungo. Giampaolo allora era fresco del suo libro Guerra partigiana fra Genova e il Po, uscito da Laterza, la tesi di laurea discussa con Guido Quazza a Torino, con cui aveva vinto il Premio Einaudi che consisteva nel praticanta­to presso La Stampa. Dopo di che era venuto al Giorno, il giornale fondato da Enrico Mattei, allora punta avanzata, in ogni senso, fra i quotidiani indipenden­ti. Dal suo libro emergeva il mito di una Resistenza raccontata come unita, positiva, senza problemi interni di sorta o quasi. E Pansa ne era il cantore, l’aedo. Al punto che in redazione – dove c'erano parecchi ex partigiani o combattent­i del Corpo di Liberazion­e Nazionale, come Giorgio Bocca, Guido Nozzoli, Angelo Del Boca, Ubaldo Bertoli, Manlio Mariani, Claudio Rastelli, il professor Umberto Segre, perseguita­to per anni, al quale i nazifascis­ti avevano sterminato tutti i parenti più prossimi, ecc. – veniva a volte preso in giro per questi suoi ingenui atteggiame­nti retorici.

Nella VI Zona ( il ba sso Piemonte ai confini con la Liguria) di cui aveva scritto, in realtà c’erano stati aspri contrasti fra partigiani co- munisti e partigiani di Giustizia e Libertà, in Piemonte particolar­mente forte e combattiva. C’erano stati persino degli scontri. Non così nel confinante Oltrepò pavese dove Pietra e Murialdi, socialisti libertari sostanzial­mente, e Luchino Dal Verme, cattolico, erano entrati nelle “Garibaldi” proprio per riequilibr­are il peso dei comunisti. Non solo: il presidente del Cln a Voghera era un cattolico, Luigi Gandini, un mediatore nato, grande commercian­te di granaglie, capace di rifornire di vettovagli­e le brigate in montagna.

DURANTE il viaggio Giampaolo cominciò ad interrogar­e Italo Pietra sulla Resistenza e lui lo rintuzzava rispondend­o: “Ma non parlate tanto di battaglie partigiane: erano scontri. Le glorie della Resistenza stanno altrove: per esempio nell’aver riportato la politica nel dibattito, nell’aver fatto propri i grandi valori di libertà, di giustizia sociale, di democrazia, nell’aver parlato al popolo e non alle sole élite...”. Pansa però insisteva: “Com’era il coman- dante alessandri­no A.P. della VI Zona?”. E Pietra secco secco: “Un volgare assassino”, con un lieve sorriso ironico, e con lui Murialdi. Giampaolo sobbalzava letteralme­nte sul sedile. Lo scambio andò avanti così per un pezzo. Finché Pietra non tagliò corto: “Di certe cose si potrà parlare con più serenità quando saremo tutti morti salvando, ripeto, i valori morali e politici della Resistenza, che sono e rimangono grandi”. Una volta aveva aggiunto sarcastico: “A leggere certi documenti prodotti allora in montagna dai comu- nisti, mi viene da pensare che Marx a quelle altitudini facesse più male che bene”.

Al dibattito di Sondrio, affollatis­simo, la Dc locale, per protesta contro l’inchiesta (ripeto, documentat­issima) di Pansa, non partecipò e ce lo fece dire prima, in piazza, dal suo segretario provincial­e. Un paio di anni più tardi, quando stava per diventare, assieme a me, inviato nazionale a poco più di trent'anni, Giampaolo ci lasciò per tornare alla Stampa che non attraversa­va proprio un periodo glorioso e sulle vicende Fiat, ad esempio, pubblicava, in pratica, soltanto i comunicati aziendali. L’impagabile Marco Nozza e io, nei corridoi, incontramm­o Pietra, scuro in volto (su Pansa aveva investito non poco in quattro anni) e Marco commentò sorridendo: “Direttore, ha visto Pansa...”. Pietra, che aveva mantenuto da civile un’aria guerriera, lo guardò in silenzio e poi rispose scandendo le parole: “Ah, Pansa, Pansa, un bel prefetto... Anzi un sottoprefe­tto di Casale”. E uscì calcandosi in testa un’elegante lobbia inglese.

Dal suo libro emergeva il mito della Resistenza raccontata come unita, positiva, senza problemi interni

 ??  ??
 ?? Ansa ?? Combattent­e Italo Pietra (1911-1991), già ufficiale degli Alpini, guidò le brigate partigiane nell’Oltrepò e poi fu direttore del Giorno e del Messaggero. A sinistra, Giampaolo Pansa
Ansa Combattent­e Italo Pietra (1911-1991), già ufficiale degli Alpini, guidò le brigate partigiane nell’Oltrepò e poi fu direttore del Giorno e del Messaggero. A sinistra, Giampaolo Pansa
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy