Olimpiadi Torino e Roma, due realtà diverse e il terzo incomodo: le Dolomiti
È giusto che un giornale indipendente come il vostro dia la parola sia a Montanari, col quale sinceramente mi trovo più in sintonia, che a Buttafuoco. Ma per comprendere il vero significato del voto del 4 marzo e di tutte le sue conseguenze, alla fine scelgo la bellissima intervista di Silvia Truzzi a Zagrebelsky.
Alla luce di quella, altre considerazioni, anche se interessanti e legittime, appaiono inevitabilmente un po’ troppo “di parte”.
Le oligarchie contro le quali si sono espressi i cittadini possono essere di destra quanto di sinistra, è bene averlo chiarito, e anche quali sono i veri rischi per la democrazia.
Da persona di sinistra, devo ammettere che la mia generazione è stata fin troppo ideologizzata, Gaber con grande ironia ci ha suggerito i limiti di tutto questo: cos’è la destra, cos’è la sinistra. Ora moltissimi elettori hanno dimostrato di preferire un movimento “trasversale”, i cui temi in parte possono essere considerati comuni. Finora c’era sembrato che potessero essere comuni solo gl’interessi personali o quelli degli amici, non certo i temi. Forse la politica andrà intesa in modo più “moderno” come partecipazione critica, non più “fede” né “speranza”. Neanche “carità”, naturalmente.
È il momento di passare dagli inciuci agli accordi
Dopo la straordinaria affermazione del “No” al referendum del 4 dicembre 2016, i risultati delle elezioni del 4 marzo rappresentano un’altra vittoria raggiunta anche con il contributo del Fatto , che, pur non dando indicazioni di voto per un singolo partito, si è schierato fermamente contro ogni ipotesi di inciucio “renzusconista”. Vittorie che in entrambi i casi hanno dimostrato come il Fatto , più che un giornale, sia una comunità di persone; obiettivi ottenuti con il quotidiano cartaceo, con il sito, DOVE ANDRANNO I CINQUE STELLE? Visto che sulle Olimpiadi invernali i pentastellati hanno fatto un voltafaccia, cosa esclude che – una volta insediati al governo – non ne facciano un altro dichiarandosi favorevoli al Tav? GENTILE MICHELE, governare significa anche dimostrare la serietà delle proprie promesse. Ora tocca al M5S che amministra Torino e forse avrà la guida del Paese. Vedremo se agli impegni presi seguiranno i fatti. Certo, governare è più complesso che fare opposizione. Lo si è visto, per esempio, nella vicenda dello stadio della Roma dove l’amministrazione di Virginia Raggi ha adottato una soluzione di compromesso. Ora siamo alla prova delle Olimpiadi invernali del 2026. A novembre la sindaca Chiara Appendino aveva smentito l’esistenza di un dossier sui Giochi. Oggi spunta una candidatura che per qualcuno contraddice impegni e valori del M5S che si spacca.
Perché a Roma il Movimento ha detto “no” alle Olimpiadi e a Torino si schiera per il “sì”? Prima di giudicare se i Cinque Stelle si stiano comportando in modo contraddittorio bisogna anche valutare le due candidature. I Giochi di Roma ruotavano intorno all’area di Tor Vergata e alla nuova Fiera, puntando al recupero di opere lontane tra loro. Progetti legati da un comune destino: incompiuti o mal funzionanti. Il dossier rischiava di soddisfare prima di tutto gli interessi andati a male di grandi gruppi immobiliari cittadini (di qui il soprannome di “giochi del mattone”). Non solo: il bilancio della città difficilmente avrebbe retto l’impatto dei Giochi che costano mediamente il 179% di quanto previsto. con i libri e gli spettacoli che hanno attraversato l’Italia in lungo e in largo e, nel nostro piccolo, anche con le mail di noi lettori. Ora dobbiamo continuare a vigilare affinché vengano sventati i tentativi (come quelli di cui scrivete) di vanificare il voto con improbabili ammucchiate.
È il momento di passare, con nuovi protagonisti, dalla stagione degli inciuci a quella degli accordi onesti. A Torino esistono già le strutture dei Giochi del 2006, un patrimonio da 1,86 miliardi. E si può già contare su metropolitane, strade e aeroporti. Un’Olimpiade low cost, si dice, ma non gratis: costerebbe comunque 2 miliardi (uno arriverebbe dal Comitato Olimpico). Circa 170 milioni servirebbero per recuperare le strutture vecchie di appena dieci anni.
La scelta del M5S è furbesca e incoerente? Ai cittadini l’ardua sentenza. La partita delle Olimpiadi invernali in Italia è diventata più politica che sciistica: da una parte Torino sponsorizzata dai Cinque Stelle. Dall’altra Milano (Coni, Pd, Lega). Adesso arrivano le Dolomiti. Ma c’è un dettaglio: hanno le montagne. Capisco che l’attenzione sia attualmente tutta sulla formazione di un nuovo governo e sulle difficoltà che si hanno nel cercare di mettere insieme una maggioranza. Tuttavia mi preme ricordare che attraverso il voto gli italiani hanno voluto dire un bel no grazie alle false promesse, e tra queste a pieno titolo non vi sono solo le mancate riduzioni di imposte e balzelli ma la promessa di una abolizione di E- quitalia che si è trasformata cambiando nome e acquisendo ancora più poteri, portando al completamento di quello stato di polizia fiscale nel quale tutti sono evasori quindi polli da spennare senza alcun limite. Vorrei che fosse ben chiaro un concetto. Gli stipendiati d’oro del ministero delle Finanze non eletti da nessuno e piazzati dalla vecchia nomenklatura, spesso con incarichi illegittimi, che tanti danni hanno fatto finora, sono appena stati licenziati e delegit- Caro Gianluca Beltrame, le veline e il velinismo sono al centro di un’antica crociata semantica che conducete da anni, da quando sulla scena politica (e non solo) hanno fatto irruzione gli scandali a luci rosse del vostro editore storico. Di conseguenza prendo ancora una volta atto della strenua difesa del vostro copyright su veline e velinismo ma vi sottopongo una riflessione. Questa: il termine veline è ormai diventato di larghissimo uso e consumo. C’è perfino la voce “velinismo” nell’autorevolissima Treccani (la mia testa, e aggiungerei anche la vostra, sotto i piedi della Treccani). Che senso ha, allora, tentare di arginare con lo scoglio del vostro copyright il mare delle citazioni? Per voi, tutta questa orgia di velinismo, dovrebbe essere una soddisfazione.