Scuola L’ossessione per le procedure è una peste del nostro tempo
Nel mio articolo dal titolo “Csm, il giusto processo non è di casa” apparso su codesto quotidiano lo scorso 13 marzo è stato omesso, evidentemente per motivi tipografici, il seguente periodo: “Le relative istanze di ricusazione rigettate sulla base di un orientamento affermato nel 2009 dalle SS. UU. civili della Cassazione secondo cui ‘la disciplina applicabile in materia di ricusazione del giudice disciplinare è quella prevista dal codice di procedura civile, il quale non prevede, a differenza di quello di procedura penale, l’ipotesi di ‘chi ha manifestato il suo parere sull’oggetto del procedimento fuori dell’esercizio delle funzioni g iu d iz ia r ie ’ ( ord. sez. disc. n° 130/2014, richiamata dal P.G. di udienza)”. Era questo “l’orientament o”, da me, nell’articolo, ritenuto “del tutto irragionevole” – (dovendosi, invece, applicare, per espressa disposizione di legge, le norme del codice di p.p.) – che consente alla sezione disciplinare del Csm di rigettare istanze di ricusazione nei confronti di componenti di essa che abbiano, in sede di Prima commissione, manifestato giudizi o pareri, o convincimenti sulla medesima vicenda oggetto del procedimento disciplinare.
Oltre alla crisi e agli errori, le banche pagano la malafede
La Ue cerca di affossare il sistema bancario, principalmente italiano, con la nuova direttiva sui Npl (sofferenze bancarie) che dovrebbero essere eliminate, invece che gestite in proprio, cedendole al 15% del valore ai fondi speculativi, che poi ci guadagneranno anche il 100%. Ma il problema è un altro: nel ’79 feci il primo dei 21 anni che ho passato lavorando in banca: allora le sofferenze del sistema, e anche della banca dove lavoravo, erano intorno all’1,5%, già preoccupanti, mentre ora superano il 12%. La domanda è: come è stato possibile che le sofferenze siano state lasciate crescere di 8 volte rispetto ad allora? Va bene la crisi, gli errori di gestione, la con- IL PROFESSOR SETTIS è uomo di indiscutibile valore e prestigio e, proprio in virtù di tali elementi, appare del tutto incomprensibile come possa aver scritto un articolo così pressappochista sulla scuola, nell’edizione di giovedì del Fatto. Nessuno tra coloro che si occupano di discipline pedagogiche e didattiche pensa che si possa insegnare qualcosa senza conoscere l’oggetto dell’insegnamento. Ciò che, al contrario, sostengono i pedagogisti è che conoscere l’oggetto di insegnamento non è di per sé sufficiente: vi è bisogno di padroneggiare le metodologie didattiche. La convinzione che chi sa qualcosa sa anche insegnare è un’idea che a lungo ha dominato il quadro culturale italiano e ha impedito che penetrasse una cultura pedagogica democratica.
Nella scuola di oggi entrano persone che negli anni in cui Settis frequentava la scuola erano alla porta. Oggi le classi sono molto più composite con allievi con cittadinanza non italiana, allievi con disabilità, ecc. È la sfida della scuola di massa che deve essere anche scuola di qualità per tutti e le competenze pedagogiche e didattiche sono necessarie per garantire ciò.
Il rischio dell’approccio di Settis è la selezione sociale: chi può, chi ha gli strumenti, chi dispone di un capitale sociale e culturale sufficiente ce la fa. E gli altri? SECONDO IL PROF. FIORUCCI, il passaggio dalla scuola di élite alla scuola di massa comporta necessariamente il trionfo della didattica, e ridare priorità alla profonda conoscenza delle discipline e allo spirito critico vuol dire difesa delle élite. Assiomi non dimostrati, che dunque non è possibile confutare. A me pare che l’osses- giuntura, ma qui bisogna ammettere che c’è stato un uso truffaldino smodato del denaro della clientela, per alimentare credito a personaggi che non avevano alcuna credibilità nè diritto a ottenerlo. Ma erano tutti amici degli amici o erano tutti tonti i banchieri che ignoravano pure le basi della tecnica bancaria?
Senza maggioranze chiare potrebbero tornare i tecnici
Mentre si stanno svolgendo le sione per le procedure sia, e non solo nella scuola, una peste del nostro tempo. Anche la burocrazia si alimenta e si autolegittima con un’infinita catena di “come” che offuscano la sostanza delle cose de-responsabilizzando gli operatori, generando contenzioso, allungando i tempi. Ma la scuola non può diventare piatto rituale burocratico, dal quale si salvi, come già sta accadendo, solo chi può permetterselo (questo sì che è elitismo). In quel grande evento di massa che fu il Discorso della Montagna, Gesù conquistò l’uditorio e cambiò il corso della storia non perché avesse seguito corsi di pedagogia, ma perché credeva davvero in quello che diceva. grandi manovre su chi farà il governo e mentre l’offeso infante di Rignano porta all’opposizione il suo Pd, nessuno o quasi si sofferma sul silenzio di Mattarella, il quale ritengo abbia già in testa una soluzione. Ed è probabile che prima Mattarella aspetti l’accordo dei partiti sulle presidenze di Camera e Senato, e poi che dia l’incarico di fare il governo a Di Maio o a Salvini o a chi dimostra di avere una maggioranza. Sembra che l’ultima ipotesi sia la più probabile, ma che Mattarella tiferebbe per la nomina di un premier in assenza di una maggioranza. In tal caso, purtroppo si rischierebbe il ritorno dell’in ge ss at o Monti.
Il reddito di cittadinanza come diritto universale
L’avvento della robotizzazione spinta delle catene di produzione, che l’industria 4.0 sta consentendo, non va intesa in termini catastrofici. Non si deve intendere che Seguo con attenzione le mosse politiche di questo periodo e l’e d i t oriale del direttore di ieri mi trova pienamente d’accordo. Io sono di sinistra, e probabilmente rimarrò di sinistra per sempre, eppure ho votato il Movimento 5 Stelle, perciò sarei ben felice di vedere un governo tra i due. Vengo però a sapere che, se il Pd rimane freddo, il M5S lo è di più. Una domanda per Di Maio, allora: tra la poltrona di presidente del Consiglio e le idee nel programma del suo movimento, chi butterebbe giù dalla torre? Se sono quel che dicono di essere, la risposta non dovrebbe essere scontata? I NOSTRI ERRORI
A pagina 8 del Fatto Quotidiano di ieri, a corredo dell’articolo “A c c usato di peculato in Calabria, sequestro di 200 mila euro all’ex deputato Galati”, è stata per errore pubblicata una foto del senatore Ciro Falanga, totalmente estraneo alla vicenda. Dell’errore ci scusiamo con gli interessati e con i lettori.