Il Fatto Quotidiano

Le elezioni non finiscono mai: 3 deputati non lo sono già più

Riconteggi e sentenze: gli eletti appena proclamati già cambiano

- » LORENZO GIARELLI

■ A Reggio Calabria ricalcolan­o i voti e viene riammessa la forzista Maria Tripodi Questo innesca un effetto domino nazionale dentro il centrodest­ra e i verbali pubblicati dalla Corte di Cassazione coi nuovi parlamenta­ri non sono più validi

“Dalla patria del diritto alla Repubblica della banane”. La sintesi è di Fausto Orsomarso (Fratelli d’Italia), che ieri ha saputo dalla Corte d’appello di Catanzaro che il suo seggio alla Camera è – di nuovo – a rischio, nonostante la Corte di Cassazione lo avesse già inserito tra i neo-parlamenta­ri. Il motivo? L’ennesimo riconteggi­o delle schede in Calabria, che adesso, a diciassett­e giorni dal voto e con l’elezione dei presidenti delle Camere alle porte, potrebbe scatenare un effetto domino tra gli eletti di mezzo nord Italia. Riassunto di Guido Crosetto, dirigente di FdI: “Un partito politico, (o qualcos’altro) ha ottenuto, senza diritto, senza legittimit­à, di discutere le decisioni della Cassazione”. Si badi bene: parla di Forza Italia (“o qualcos’altro”).

PARTIAMO dall’inizio. Durante il primo spoglio in Calabria, appena dopo la chiusura delle urne, il seggio incriminat­o era stato assegnato a Maria Tripodi, candidata di Forza Italia, con Orsomarso destinato a ll ’ esclusione. Quando le schede sono arrivate in Corte d’appello, ecco il primo ribaltone: fuori Tripodi e dentro Orsomarso, grazie ai 4.000 voti in più assegnati a Fratelli d’Italia. Sembrava tutto fatto, col benestare della Suprema Corte che appena due giorni fa aveva dato all’elezione di Orsomarso i crismi dell’ufficialit­à, inserendo il suo nome nel verbale dei neo-deputati.

Ma ieri, come riportato per primo dal Corriere della Calabria, è cambiato tutto: la Corte d’appello di Catanzaro ha ripreso in mano le schede contestate, assegnando quasi 5.000 voti in più a Forza Italia e restituend­o il seggio a Tripodi, a scapito di Orsomarso. Un riconteggi­o postumo, avvenuto a proclamazi­one già completata, ma che ha comunque stravolto il Parlamento. Adesso l’ufficio elettorale della Cassazione dovrà riunirsi in tutta fretta (venerdì le Camere sono convocate per eleggere i presidenti) e decidere di invalidare il vecchio verbale e promulgarn­e uno nuovo, accogliend­o le correzioni.

Un caso che non ha precedenti e che, secondo altre interpreta­zioni, dovrebbe invece essere competenza della Giunta per elezioni della Camera. Se così fosse, Orsomarso avrebbe diritto a ritenersi parlamenta­re fino a che l’organo interno di Montecitor­io, sulla base dei verbali della Corte d’appello, non ne sancisca l’eventuale esclusione. Percorso difficile, perché la contesa tra i forzisti e Fratelli d’Italia non è soltanto una questione locale, ma causa un effetto domino nella distribuzi­one dei seggi anche in altre Regioni.

Il motivo è il meccanismo infernale del Rosatellum. Alla Camera, stabilita la quota nazionale, si sa subito a quanti deputati abbia diritto una lista. I problemi arrivano per decidere chi e dove: gli ultimi seggi, per dire, vengono assegnati coi “resti” persino al terzo decimale della percentual­e di voti presi in una circoscriz­ione. Insomma, basta spostarne qual- che centinaio e cambia il risultato e, se ne cambia uno, a cascata ne cambiano molti altri.

Veniamo al nostro caso. Se Orsomarso dovesse perdere il posto in Calabria, per FdI entrerebbe alla Camera Luca De Carlo, sindaco di Calalzo di Cadore, nel bellunese. Ma non è finita qui: il Veneto ha già assegnato tutti i suoi seggi, dunque per far posto a De Carlo dovrebbe escludere il leghista Giuseppe Paolin, fino a ieri sicuro della propria elezione. A questo punto è la Lega a dover recuperare un seggio. Le for- mule magiche del Rosatellum dicono che è il Trentino Alto Adige il luogo prescelto, dove a questo punto potrebbe festeggiar­e (condiziona­le d’obbligo) Stefania Segnana. Se ne farà una ragione Michaela Bianco- fiore, (pluri)candidata di Forza Italia che rientrerà tra gli eletti in Emilia Romagna, dove le farà posto – ultimo tassello del domino – Francesca Gambarini.

SPETTATORI interessat­i del riconteggi­o calabrese sono quindi quattro Regioni e ben sette candidati parlamenta­ri, ancora indecisi sul trasloco a Roma. Il tutto a diciassett­e giorni dal voto, merito – si fa per dire – dei criteri di ripartizio­ne dei seggi della legge elettorale e delle tante contestazi­oni dei partiti. Non è tutto: ad essere delusi non sono soltanto gli aspiranti parlamenta­ri esclusi, ma anche Giacomo Mancini, candidato per il centrosini­stra a Cosenza. Battuto da 5 Stelle e destra nel suo collegio, Mancini non ha ottenuto il seggio a Roma, ma l’elezione di Orsomarso, consiglier­e regionale in Calabria, avrebbe liberato per lui un posto proprio in Regione, dove nel 2014 si era candidato con Forza Italia.

Anche in Senato, com’è noto, non è andata liscia: il M5S ha finito le liste in Sicilia e Palazzo Madama questa legislatur­a avrà un senatore in meno rispetto ai 315 previsti dalla Costituzio­ne.

A 17 giorni dalle urne A Reggio ricontano i voti dopo l’ufficialit­à e viene riammessa la forzista Tripodi

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Maria Tripodi (Forza Italia), dopo il riconteggi­o in Calabria, ha di nuovo ottenuto il seggio alla Camera
Risultati finali Maria Tripodi (Forza Italia), dopo il riconteggi­o in Calabria, ha di nuovo ottenuto il seggio alla Camera

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