LE EUROPEE 2019, UN’OCCASIONE PER LO SPAREGGIO DI MAIO-SALVINI
Come finirà? È difficile divincolarsi dalla domanda che molti fanno perché ti hanno visto in tv e immaginano (giustamente) che si venga chiamati come persone informate dei fatti, e dunque sul governo che sarà. La risposta più sincera dovrebbe essere ( allargando le braccia): e chi lo sa?
Per salvare la faccia ci si arrampica invece sugli specchi, elencando le mille variabili di un labirinto progettato da un pazzo, privo di un ’ apparente via d’us cit a. Per non aggravare la mia posizione citerò un dato di fatto, incontestabile: a maggio 2019, cioè tra poco più di un anno, ci saranno le elezioni europee. Punto.
SEGNATEVI questa data perché, anche se nessuno ne parla, essa rappresenta un orizzonte a cui tutti guardano: vincitori e vinti. Per il M5S di Luigi Di Maio l’occasione ghiotta per annettersi un’ulteriore fetta del Pd. Idem per la Lega di Matteo Salvini che ha già lanciato un’Opa su Forza Italia. Per chi ha perso può valere il discorso opposto. Utilizza- re i prossimi tredici mesi per tentare di riprendere il controllo del centrodestra (Berlusconi). E per organizzare la rivincita ( Renzi) bastonando dall’opposizione le difficoltà che i Cinque stelle incontreranno: sia per formare un governo, sia per restarci gravati dai problemi che sarebbero chiamati a risolvere. Ecco perché al Nazareno spingono tanto per un esecutivo a maggioranza gialloverde, e non fanno che ripetere il mantra: chi ha vinto deve governare. Altra domandina: a circa un anno di distanza da un voto di vitale importanza (un’altra avanzata populista potrebbe stravolgere l’Unione europea) è pensabile che l’eterna italica polemica politica si blocchi per incanto, magari sotto i vessilli di una prodigiosa unità nazionale? O non sarebbe più realistico pensare a un prolungamento della campagna elettora- le, sia pure a bassa intensità e con altri mezzi? A questo punto, per farmi capire meglio (o peggio, fate voi) riesumerò un’espressione dal sepolcro della Prima Re- pubblica (rischiando di essere picchiato dai dieci lettori superstiti). Le convergenze parallele. Ossimoro coniato da Eugenio Scalfari sull’ idea lanciata da Aldo Moro ai tempi del primo centrosinistra: convergere su alcuni punti con la sinistra Psi-Pci, pur mantenendo una sostanziale distanza sulla linea politica. A pensarci bene, non vedete una certa somiglianza con la “convergenza ”( nella distinzione) in atto tra Di Maio e Salvini per spartirsi le presidenze delle Camere? E prepararsi così la strada per approvare, insieme, due provvedimenti, diciamo così, a futura memoria dei cittadini elettori?
UNO: l’abolizione dei vitalizi dei parlamentari. Due: la modifica del Rosatellum con un premio di maggioranza (basta una settimana, ha detto Salvini). Nella prospettiva, presto o tardi, di una fine anticipata della legislatura e quindi di una possibile finalissima tra Cinque Stelle e Lega. Elezioni politiche che potrebbero coincidere con quelle Europee? E con quale governo in carica? Ora mi chiedete davvero troppo.
Tra circa un anno si vota ancora
A Di Maio e Salvini potrebbero bastare due interventi: riforma del Rosatellum e vitalizi Vincitori e vinti già guardano al prossimo appuntamento: per questo il Pd aspetta e insiste sull’alleanza gialloverde