Gioie e dolori delle 7 vittime di Rosato & C.
Il sindaco torna al balcone, il consigliere a casa, la mamma a Montecitorio
Ieri
lo ha detto chiaro e tondo Luca De Carlo, uno deicandidati al centro del continuo balletto delle proclamazioni: “Vedetela come volete, ma sappiate che non è facile essere Luca De Carlo”. È difficile dargli torto, almeno per quanto successo negli ultimi quindici giorni. Prima dentro – con tanto di festeggiamenti dal balcone del Municipio –, poi fuori, ora (forse) di nuovo dentro: per De Carlo lo spoglio per la Camera è una montagna russa (“Ci faccio soffrire lo so. Abbiate pazienza”, scrive ai suoi follower).
CHISSÀ COME se le immaginava queste elezioni e chissà cosa starà pensando in questi momento Ettore Rosato, l’ideatore della legge elettorale che a diciassette giorni dal voto ancora non ci ha consegnato un Parlamento. Non è solo un problema per la Nazione, ma anche un insieme di picco- li drammi personali. Francesca Gambarini, per esempio. Fino a ieri era convinta di essere eletta con Forza Italia, grazie al listino in Emilia Romagna. Ringraziava i cittadini, rilasciava interviste accorate: “Le priorità di Francesca Gambarini in Parlamento: sicurezza, immigrazione, tasse”. Tutto finito, tutto lettera morta. Almeno Fausto Orso- marso, parlamentare per un giorno, la prende con filosofia sul suo profilo Facebook: “Aggiungo un sorriso distensivo, per rispetto dell’altra persona rimasta appesa come me. Per giustizia dovrebbero darci un seggio in più! Sorridiamo va’, che è meglio”.
Un’altra che non ha perso il sorriso è Michaela Biancofiore. Lei ha capito prima di tutti la strategia vincente: per mettersi al riparo dalle storture del Rosatellum bisognava sfruttare altre storture del Rosatellum. Per entrare in Parlamento aveva a disposizione un collegio uninominale e due plurinominali; così, mentre le sudate carte delle Corti d’appello stravolgevano il Parlamento, lei poteva permettersi di passare da un salotto di La7 all’altro, condividendo sui social le proprie apparizioni tv.
Maria Tripodi, forzista riacciuffata per i capelli in Calabria, i social non li utilizza molto. Qualche giorno fa citava Silvio Berlusconi: “Meglio perdere qualche settimana per un buon governo che mesi in una nuova campagna elettor ale”. Forse neanche lei aveva contemplato l’idea di perdere settimane già solo per formare il Parlamento.
E se Giuseppe Paolin (Lega) elabora la delusione nel silenzio, nel Carroccio esulta Stefania
Segna na, che rinconquista il seggio dopo aver girato il Trentino con il figlio di otto mesi in braccio durante la campagna elettorale. Sui social tutti si preoccupano per lei, al secondo ribaltone elettorale in pochi giorni: “Spe- riamo che il grande cuore di Stefania Segnana regga a questa novità”, scrive la pagina della Lega Alto Garda, condividendo i patemi di una collega di partito (“Proprio da infarto. Segnana c’è! ”). E G ia como Mancini? Candidato alle politiche col c en tr os i ni st ra , primo dei non eletti in regione con Forza Italia. Sperava che Orsomarso andasse a Roma, lasciandogli il posto in Regione, ma rimarrà a becco asciutto. Gli resta da provare in qualche Comune (le elezioni per le province le hanno – purtroppo – abolite). Poi soltanto riunioni di condominio.
LUCA DE CARLO
Ci faccio soffrire lo so, abbiate pazienza Vedetela come volete, ma sappiate che non è facile essere me!