“Abbiamo consegnato le nostre vite a Big Tech”
“È il prezzo pagato per aver lasciato i dati a colossi privati, che faticano a monetizzarli”
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corso una partita mortale tra aziende con standard etici piuttosto bassi. Nel primo decennio della sua esistenza, Facebook ha avuto bisogno di sviluppatori esterni per costruire funzionalità e applicazioni. In cambio gli ha offerto i dati e i furbi ingegneri ne hanno approfittato e li hanno commercializzati con gli analisti, come Cambridge Analytica. Solo ora il social network gode di diritti quasi esclusivi sui dati”. Evgeny Morozov è un giornalista e sociologo bielorusso, commentatore del Guardian e tra i maggiori esperti di Internet e mezzi di comunicazione.
I messaggi mostrati dalla campagna di Trump sulla base dei risultati di Cambridge Analytica hanno fatto la differenza nel determinare il risultato elettorale?
Sì, ma non dovremmo gonfiarlo. Sono scettico sull’efficacia di questi dati. La pubbli- cità online, ad esempio, è sempre più debole. Non si riesce neanche a convincere la gente a comprare un paio di scarpe. È difficile credere che le persone soggette a quelle pubblicità vivessero in una bolla mentale. La principale fonte di propaganda e manipolazione mentale in America rimane la televisione: l’impatto di Fox News è molto più forte di questi annunci online. Certo, non è solo un problema di privacy.
Ma avranno un impatto... Sono molto più efficaci le campagne che inscenano false storie su determinati individui con droghe ed escort. È una modalità molto più potente di un gruppo di ragazzini che produce notizie false sui loro computer per guadagnare denaro. Aziende come la Cambridge Analytica, poi, si nutrono di soldi pubblici grazie ai contratti con il Dipartimento di Stato america- no, la Nato e altre istituzioni simili. Il governo americano l’ha addirittura definita “diplomazia pubblica 2.0”.
Quindi era tutto già noto? La manipolazione mirata del processo politico c’è almeno dall’inizio della Guerra fredda. Ora è venuta in superficie, Molti abbandoneranno la loro visione teorica sul funzionamento della democrazia e capiranno che spesso passa da ditte oscure come la Cambridge Analytica, per quanto inefficaci. Solo pochi anni fa, il vostro primo ministro celebrava i consulenti politici americani come Jim Messina. La società madre di Cambridge Analytica, SCL Group, fa parte dello stesso universo. In tutta la vicenda parliamo di dati che sono stati ceduti dagli utenti.
In un mondo migliore, non apparterrebbero né a Facebook né a Cambridge Analytica ma ai soli cittadini, magari attraverso istituzioni pubbliche. Raccoglierli ha permesso di ottimizzare la pubblicità e, in seguito, creare migliori servizi di intelligenza artificiale. I governi, d’altra parte, non avevano una strategia industriale sul digitale, certamente non in Europa. In assenza di alternative pubbliche a tali infrastrutture - quello che offrono queste colossi tecnologici è l’infrastruttura digitale - i cittadini si sono appollaiati sulla soluzione privata, pensando che finché fosse stata gratis sarebbe andato tutto bene. Le conseguenze più ampie di questi modelli (dipendenza, manipolazione, spostamento di lavoro) non erano ancora visibili. Inoltre, i critici che hanno messo in guardia su questi temi sono stati emarginati perché la “Big Tech” gode dell’egemonia nella conversazione intellettuale e politica e hanno i lobbisti per farlo.
Sarà così per sempre? L’attuale assetto – beni e servizi gratuiti in cambio dei dati – non durerà in eterno. La pubblicità online è molto più fragile di quanto sembri. Tanto che le aziende con il loro carico di dati si sono diversificate in altre aree, inclusa la fornitura di servizi di intelligenza artificiale a imprese e governi. Presto gli utenti scopriranno che gli toccherà pagare per la posta elettronica o le ricerche. Il costo di utilizzo è una soluzione già sostenuta da alcuni dei primi investitori su Facebook. È il prezzo da pagare per non aver investito in un’infrastruttura digitale pubblica.
La manipolazione politica avviene da tempo e la Tv resta il mezzo più forte Non ingigantiamo questo scandalo