L’incantesimo di B. È durato vent’anni a causa dei finti avversari (e dei media)
È MAI POSSIBILE che ci si svegli a 44 anni da un lavaggio del cervello? Mi spiego meglio. Ho 44 anni e sono cresciuto con il mito berlusconiano in una cittadina della Calabria, Rossano (tanto per essere onesti, sono stato uno dei tanti che contestarono un suo spettacolo nel mio Paese in teatro, non mi andava e non ci andava che venisse a “infangare” il buon nome di B.). Lei, ovviamente, tenne il suo spettacolo (adesso dico... meno nella mia stessa situazione, ho continuato a dormire, in un sonno profondo, quasi quasi come sotto un incantesimo). Non voglio santificare la sua persona, avrà certamente i suoi difetti, maun... ”mi scusi” glielo devo. Glielo devo in quanto vedevo lei come uno scrittore che non cercava la verità, ma come un “parassita” che si arricchiva sulle spalle di B., parlandone male per tornaconto economico e non solo. Ma mi deve capire, ero sotto un incantesimo e se mi sono risvegliato, lo devo a lei. Lei non guarda in faccia a nessuno (“picchia dove c'è da picchiare”) e questo le va riconosciuto. Ma cosa mai ho subìto, e con me mezza Italia, per aver dormito in questi anni? Cosa ci ha fatto B.? PEPPE LAURENZANO CARO PEPPE, congratulazioni per la sua pur tardiva guarigione dal “virus”(come lo chiamava Indro Montanelli). Tardiva, ma non opportunistica: la data della sua lettera precede di due settimane il 4 marzo, dunque risale a quando tutte le tv e i giornaloni vaticinavano un grande boom elettorale di B. e addirittura un suo imminente ritorno al potere. Il che vuol dire che lei non ha atteso la sconfitta di FI per rinsavire. Lei domanda: cosa ha subìto mezza Italia per perdere la testa, e così a lungo, per un figuro del genere? Le risposte sono tante: la scarsa informazione sulle malefatte di B., il bombardamento propagandistico in senso contrario dei suoi media, la miseria dei suoi presunti avversari di centrosinistra che prima gliele han date tutte vinte e poi si sono berlusconizzati anche loro. Ma soprattutto il lungo derby destra-sinistra che ha condizionato la vita politica fino al 2013, trasformando le cronache e persino le sentenze su B. non come dati fattuali, ma come attacchi politici delle penne rosse e delle toghe rosse contro il campione dei “moderati”. Anche perché purtroppo molti, a sinistra, attaccavano B. non in nome dei princìpi, ma per conto dei loro partiti: infatti hanno smesso di dare del criminale al criminale quando ha fatto comodo ai loro mandanti per sostenere i governi Monti, Letta e Renzi. Noi non abbiamo mai smesso: abbiamo le nostre idee e le applichiamo imparzialmente a tutti. Ed è confortante che, presto o tardi, la nostra imparzialità venga riconosciuta. Dunque, caro Peppe, benvenuto nel Club degli Apoti (quelli che non la bevono). MARCO TRAVAGLIO