Il Fatto Quotidiano

Senato: B. non riesce a trovare uno di Forza Italia incensurat­o

FI propone un presidente condannato per peculato. No di M5S e Lega

- » FABRIZIO D’ESPOSITO

■ Anche Salvini si sgancia e chiede un nome condiviso Oggi si riuniscono di nuovo i gruppi parlamenta­ri

Resuscita Paolo Romani, maggiordom­o azzurro del Biscione condannato per un peculato da assessore monzese. E resuscita pure il “principio”, per dirla con un’ottimista Giorgia Meloni, della coalizione di centrodest­ra. Dopo giorni e giorni di “dialogo” tra Lega e Cinquestel­le, i titoli vanno aggiornati con la sostituzio­ne del fatidico centrodest­ra al posto della sola Lega salviniana.

Palazzo Grazioli è assediata dai cronisti, come ai vecchi tempi. Il padrone di casa mette a tavola i commensali della ritrovata alleanza: Berlusconi, Ghedini e Ronzulli per Forza Italia; Meloni e La Russa per Fratelli d’Italia; Salvini e Giorgetti per la Lega.

UN PRANZO veloce rispetto alle attese. Dopo nemmeno due ore è tutto finito. Di Matteo Salvini, raccontano, colpisce l’eccessiva sicurezza da leader. Il capo del Carroccio si sente già premier pre-incaricato al primo giro di consultazi­oni. E dall’alto di questa sua sicurezza sancisce la svolta delle ultime 48 ore: il Carroccio rinuncia a correre per la presidenza di una delle due Camere e cede il passo a Forza Italia, che già reclamava la poltrona da settimane. Non a caso la prima scelta di Silvio Berlusconi è Paolo Romani, capogruppo uscente azzurro a Palazzo Madama. In palio c’è il Senato, appunto.

La decisione è arrivata in un cosiddetto pre-vertice berlusconi­ano, prima del pranzo, alla presenza anche di Gianni Letta, il Gran Visir del berlusconi­smo aziendale e governista. Il nome di Romani, in teoria, è bene specificar­lo, dovrebbe tracciare il solco dell’accordo ( istituzion­ale) con i grillini per le presidenze delle Camere. Ma Romani, per il M5s, è cosa notissima, è “invotabile”.

Forse anche per questo la rosa che oggi sarà offerta a tutti gli interlocut­ori chiamati a discutere dal centrodest­ra (il Pd ha già detto no) comprende altri due candidati. Due donne. La prima è l’ex ministro Anna Maria Bernini, indicata dallo stesso Berlusconi. La seconda è Elisabetta Alberti Casellati, sponsorizz­ata da Niccolò Ghedini con l’assenso del suo “avversario” Gianni Letta. Casellati è stata sottosegre­taria alla Giustizia, con Alfano ministro, in un momento to- pico del berlusconi­smo a luci rosse: la ratifica parlamenta­re di Ruby nipote di Mubarak.

LE VOTAZIONI che si apriranno domani al Senato, alle dieci e trenta, tratteggia­no dunque scenari incerti e complicati. Per ora c’è una sola certezza: Salvini, in nome del “dialogo” con i Cinquestel­le, ha riequilibr­ato il centrodest­ra: lui incassa dagli alleati l’indicazion­e al capo dello Stato di essere il premier e anche la candidatur­a di Massimilia­no Fedriga alla presidenza del Friuli Venezia Giulia; Forza Italia si prende il Senato. Il resto è affidato alla dinamica degli incontri delle prossime ore. PRIMA IPOTESI: Forza Italia non rinuncia a Romani, nonostante il veto pentastell­ato. Dice un senatore azzurro: “Paolo vuole andare sino in fondo, il suo nome verrà votato da mezzo Pd”. È la tesi di quanti soffrono dentro Forza Italia la presunta conversion­e grillina del Capo. Per loro la via principale resta la ricerca del dialogo con il Pd, con o senza Renzi, al punto da paventare un ribaltamen­to totale del tavolo: “Ci prendiamo Romani e poi facciamo saltare tutto, così alla Camera passa Giorgetti coi voti del Pd”. C’è persino chi azzarda che alla fine, in un modo o nell’altro, i mal di pancia grillini avranno una forma di silenzio-assen- so. In ogni caso decisivo sarà il comportame­nto di Salvini, che ieri subito dopo i no del M5s a Romani ha ribadito che servono “nomi condivisi”. È il preludio al sacrificio di Romani? Il dubbio conduce alla seconda ipotesi.

BRUCIATO Romani, come preannunci­a un altro senatore informato - “Siamo sicuri che Berlusconi voglia lui? Io non credo, purtroppo” - è l’ex ministra Bernini che ha le quotazioni più alte presso i grillini. La mossa di Berlusconi avrebbe una doppia valenza. Da un lato salverebbe il risorto “principio” di coalizione del centrodest­ra. Dall’altro confermere­bbe la sua clamorosa apertura ai Cinquestel­le. Dalla prospettiv­a berlusconi­ana non si escludereb­be nulla per il dopo, quando cominceran­no le consultazi­oni. È il pragmatism­o familiar-aziendale dell’O tt u a ge n a ri o condannato: un patto con il diavolo a cinque stelle sarebbe meglio dell’incubo del voto anticipato, con un’ulteriore avanzata del M5s e il terrore per quello che potrebbe succedere in materia di conflitto d’interessi. La “roba” è sempre la stella cometa in casa berlusconi­ana. E chissà se oggi Berlusconi riuscirà a incontrare Di Maio.

Lo scambio

Il leader della Lega ha ottenuto per il “suo” Fedriga la candidatur­a alla Regione Friuli

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In corsa Paolo Romani di Forza Italia e Roberto Fico, M5S
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Ansa Condannato Paolo Romani, ex capogruppo di Forza Italia al Senato, ha una condanna definitiva per peculato
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