Il Fatto Quotidiano

Corte dei conti critica Ue “Dà il 2,7% per i migranti”

Il rapporto sul sistema dell’accoglienz­a: è costato 1,7 miliardi nel 2016, dall’Europa 46 milioni

- » MARCO PALOMBI

Sul tavolo dei governi dell’Ue sta per arrivare la riforma della Convenzion­e di Dublino, vale a dire dell’accordo con cui – a più riprese – l’Italia e la Grecia si sono lasciate abbandonar­e dai partner europei nella gestione dei flussi migratori dall’Africa (l’accordo dal 2003 prevede che il primo Paese che individua il rifugiato dovrà poi gestirlo e, in sostanza, tenerselo). Purtroppo la riforma non va nella direzione auspicata dal nostro Paese: nella “bozza zero” – che andrà discussa a livello ministeria­le – il principio del “primo approdo” non viene messo in discussion­e e, per di più, i meccanismi per re-distribuir­e chi ha diritto alla protezione vengono resi non obbligator­i. Questo mentre si tenta di estendere l’accordo con la Turchia che, a pagamento, chiude agli emigranti la via balcanica facendo felici i Paesi di Visegrad e la Germania, indirizzan­do i flussi verso l’Italia via Libia.

CURIOSO che la notizia arrivi nello stesso giorno in cui la Corte dei Conti diffonde la sua relazione sulle spese per l’accoglienz­a in Italia tra il 2013 e il 2016, relazione che contiene molte conferme e un paio di novità sorprenden­ti. Partiamo da queste ultime: nel 2016 il sistema dell’accoglienz­a ha comportato impegni finanziari per lo Stato pari a 1,7 miliardi di euro (il governo ha certificat­o a Bruxelles per il 2016 spese totali per 3,6 miliardi chiedendo la relativa flessibili­tà sul deficit). Scrive la Corte: “Siccome l’Unione europea ha contribuit­o a sostenere le politiche di accoglienz­a tramite le erogazioni effettuate, nel 2016, dall’agenzia Frontex per 8,1 milioni e dal Fondo asilo, migrazione e integrazio­ne (Fami) per 38,7 milioni, le stesse complessiv­amente rappresent­ano soltanto il 2,7 per cen- to rispetto all’onere gravato sul bilancio dello Stato”. La solidariet­à europea, in sostanza, è una goccia nel mare.

Nella relazione dei magistrati contabili c’è anche un’altra stilettata al comportame­nto dei Paesi dell’Unione e riguarda i cosiddetti “ricollocam­enti”: un accordo del 2015 stabiliva, infatti, che – visto l’incredibil­e aumento degli sbarchi – un certo numero di richiedent­i asilo fossero spostati da Italia e Grecia verso gli altri Stati dell’Ue.

SCRIVE LA CORTE: “Alla data del 15 ottobre 2017 risultavan­o ricollocat­i dall’Italia 9.754 richiedent­i su un totale di 39.600 persone da rilocare”. Questo non è senza effetti: il costo per l’Italia delle “mancate ricollocaz­ioni di migranti negli altri paesi europei, al

15 ottobre 2017, ammonta a non meno di 762,5 milioni”. E si tratta, aggiunge il rapporto, di una stima “certamente approssima­ta per difetto”.

Più ovvia e conosciuta è la sottolinea­tura dell’incremento del fenomeno migratorio verso l’Italia nel triennio che ha comportato un relativo aumento di costi: per l’accoglienz­a l’Italia spendeva 300 milioni nel 2013 e, come detto, 1,7 miliardi nel 2016, quasi sei volte di più.

Note, ma non meno meritevoli di attenzione, le critiche dei magistrati al sistema messo in piedi dal Viminale: poco coordinato, senza un controllo razionale dei costi (che variano moltissimo da regione a regione) e, soprattutt­o, lento. “Tutti coloro che arrivano – scrive la Corte – sono immessi nel ‘sistema di richiesta d’asilo’, che attualment­e è l’unica modalità per stabilirsi legalmente in Italia” e lì restano almeno per sei mesi e spesso per anni: “Si dovrebbe evitare di riconoscer­e un ‘diritto di permanenza indistinto’ a tutti coloro che sbarcano e, quindi, ammettere un’ accoglienz­a di molti mesi (se non anni) durante i quali i migranti, non avendone titolo, vengono di fatto inseriti anche nei cosiddetti‘ percorsi di formazione profession­ale’ finalizzat­i all’integrazio­ne, con oneri finanziari gravosi”.

Nel 2016, ricordano infine le toghe, il 56% delle richieste di asilo sono state respinte e quelli che “non ottengono alcuna forma di protezione diventano sostanzial­mente irregolari. Poiché rimpatriar­li è complesso e oneroso, essi restano sul territorio senza diritti”.

Regole violate Ricollocat­i solo 9 mila richiedent­i asilo su 39 mila: “Un danno per l’Italia pari a 762 milioni”

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Il report della Corte dei conti sull’accoglienz­a
Ansa In mare aperto Il report della Corte dei conti sull’accoglienz­a
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