“Rosatellum: l’effetto flipper non è un errore, c’è stato dolo”
Felice Besostri L’avvocato che ha ‘giustiziato’ Porcellum e Italicum: “Sarà dichiarato incostituzionale, ma tanto ormai si sono fatti eleggere”
Di leggi elettorali ha contribuito ad affossarne già due. Felice Besostri, avvocato, candidato non eletto con Liberi e Uguali alle ultime elezioni, ha sostenuto i ricorsi in Corte Costituzionale contro il Porcellum e l’Italicum. “E adesso aspetto che si esprimano sul Rosatellum”, dice, anche se i primi quattro ricorsi presentati da Besostri sono stati dichiarati inammissibili.
Ma al di là delle criticità costituzionali, il Rosatellum ha dimostrato tutti i suoi difetti durante i giorni dello spoglio. Ieri la Cassazione, diciassette giorni dopo il voto, ha dovuto ripubblicare il verbale che ufficializza i nomi dei nuovi deputati, prendendo atto del riconteggio in extremis d e ll a Corte d’appello di Catanzaro che ha scatenato un effetto flipper in quattro Regioni e ha costretto la Suprema Corte a invalidare il precedente verbale.
Avvocato Besostri, come mai tutti questi problemi? Nessuno ci ha capito nulla, né allo spoglio, né in fase di verifica delle schede contestate. Persino le Corti d’appello sono in difficoltà: in Puglia hanno rilasciato le copie dei verbali a chi ha annunciato ricorso, in altre zone d’Italia no. Ma anche in fase di spoglio le singole Corti mandavano i risultati in Cassazione senza poter sapere se i loro eletti erano passati anche in un’altra circoscrizione, attraverso le pluricandidature. Conteggiare i resti è stato complicatissimo.
Piccoli spostamenti di voti a livello locale hanno provocato un effetto domino in mezza Italia.
E pensare che nella sentenza della Consulta che ha bocciato l’Italicum si citava una decisione del Tribunale federale tedesco del 2012, stabilendo che nessun candidato può essere favorito o sfavorito dal comportamento elettorale di candidati di altre circoscrizioni. Qui è avvenuto l’esatto contrario. Pochi voti spostati in Calabria hanno fatto saltare seggi in Veneto o in Trentino.
Colpa di chi questa legge l’ha votata?
Dicevano di volere una legge elettorale che desse un vincitore la sera stessa del voto, ma ne hanno approvata una che dopo quindici giorni non ha dato neanche un Parlamento. Questa non è soltanto una legge elettorale scritta male: c’è un dolo da parte dei principali partiti che l’hanno voluta, cioè Forza Italia e Pd. Era tutto preparato per creare coalizioni finte e avere mani libere dopo il voto, in vista di un La
riforma delle banche popolari supera il rischio più grande: l’esame della Corte costituzionale. Secondo la Consulta la legge che ha terremotato il settore del credito cooperativo, nato su una legislazione di oltre 150 anni, non ha violato la Carta. Sono dunque infondate le questioni di costituzionalità sollevate dal Consiglio di Stato che con due ordinanze aveva portato il testo davanti ai giudici.
COME È NOTO, la riforma varata dal governo Renzi a gennaio 2015 ha imposto alle 10 banche popolari più grandi di quotarsi in Borsa e trasformarsi in Spa rinunciando al “voto capitario” tipico della natura cooperativa (una testa un voto, a prescindere dalle azioni) e di fatto al ruolo di banche del territorio. In pratica dovevano diventare contendi- accordo.
Non è andata così.
Pd e Forza Italia non si aspettavano che sarebbero stati così duramente puniti dal voto. E ora si ritrovano con una legge da buttare e senza più avere il controllo del Parlamento. Dopo il Porcellum e l’Italicum, anche il Rosatellum rischia di passare dal giudizio della Consulta.
I partiti lo hanno approvato all’ultimo momento proprio per questo, per poter fare come con il Procellum: la Con- bili sul mercato. Gli effetti non sono stati dei migliori, con Banca Etruria, Pop Vicenza e Veneto Banca finite in dissesto, altre due – Pop Bari e Pop Sondrio – gettate in un limbo in attesa della Consulta e le al- sulta dichiarò incostituzionale la legge, ma il Parlamento ormai si era insediato ed è rimasto in carica.
Su che cosa rischia il Rosatellum?
Prima di tutto mancano il voto disgiunto e lo scorporo dei vo- ti. E poi i listini corti diventano un problema, se la legge consente così tante pluricandidature. Spesso nelle circoscrizioni c’erano meno candidati di quanti seggi avesse vinto un partito, e così è stato ripescato qualcuno che non c’entrava nulla col voto espresso dai cittadini di quel territorio.
Adesso tutti assicurano che la legge elettorale sarà tra le priorità per qualsiasi nuovo governo. C’è da preoccuparsi, visti i precedenti? Il problema è che i due partiti vincitori, Lega e Movimento 5 Stelle, non sono d’accordo sull’eventuale premio di maggioranza. La Lega ha bisogno di premiare la coalizione, i grillini sanno bene che correranno da soli e punteranno su un premio al singolo partito.
Quindi come ne usciremo? Di certo è impossibile che si faccia una nuova legge in pochi mesi. Aspetteranno cosa dirà la Consulta sul Rosatellum: può anche darsi che ne esca un sistema subito applicabile.
Se il Parlamento non si accontentasse di delegare alla Consulta una nuova legge, il problema sarà sempre trovare un bilanciamento tra rappresentanza e governabilità. C’è un modo per riuscirci, rispettando la Costituzione?
Di certo non è quello che stanno prospettando alcuni esponenti di centrodestra in questi giorni. Chi prende il 37% alle elezioni non può ottenere il 55% dei seggi, è un premio spropositato. Un modo per assegnare un premio di maggioranza costituzionale ci sarebbe, ma preferisco non dirlo: è un sistema che a me non piace e non sia mai che lo mettano in pratica.
Nello spoglio nessuno ha capito nulla: pure le Corti d’appello sono andate in difficoltà, calcolare ‘i resti’ è stato difficilissimo Improbabile un accordo tra 5Stelle e Lega su un nuovo sistema elettorale: hanno interessi diversi