Il Fatto Quotidiano

Facebook I legacci che ci siamo imposti: quante volte si può perdere l’innocenza?

- GIACOMO GENINATTI CHIOLERO SILVANO LORENZON SERGIO TORCINOVIC­H STEFANO CITATI LORENZO ACRISIO

Di Maio e Salvini stanno infittendo i contatti per trovare un’intesa sulla possibilit­à di dare vita a un esecutivo in grado di governare. Non credo ci riescano, a meno che uno dei due non snaturi completame­nte i contenuti di quanto promesso in campagna elettorale. Cosa ne sarebbe di una Lega in gran parte depotenzia­ta dei cavalli di battaglia storici quali lotta all’immigrazio­ne, legge Fornero, politiche comunitari­e? E come reagirebbe­ro gli elettori dei 5stelle di fronte a una possibile resa sul reddito di cittadinan­za contemplan­do nel contempo accordi con il nemico storico Berlusconi? L’impression­e è che nessuno abbia interesse a snaturarsi e che cerchi consensi attorno al suo progetto, anche se in politica l’arte sovrana della diplomazia offre risorse inaspettat­e. Dopo le consultazi­oni di rito e l’intervento del capo dello Stato, che si concludera­nno probabilme­nte con un nulla di fatto, l’unica strada percorribi­le è quella di trovare un’intesa che produca una legge elettorale in grado di creare una maggioranz­a e ritornare nostro malgrado alle urne possibilme­nte in tempi brevi.

Una legge elettorale pensata per non dare governabil­ità

Politologi e costituzio­nalisti stanno lavorando alacrement­e, esponendo al popolo italiano le più variegate alleanze politiche percorribi­li per giungere ad un qualche governo stabile e competente. Si stanno sprecando le suggestion­i su quello che potrà accadere in Parlamento ma tutte le ipotesi di governo sono destinate a finire la loro breve corsa in un vicolo cieco, dove l’unica via di uscita sembra essere il ritorno alle urne. Il Pd ha scelto di stare all’opposiz ione mentre Lega e M5S hanno iniziato il gioco del cerino, un gingillars­i divertito già visto nel recente passato. Di Maio e Salvini si autodefini­scono il nuovo che avanza, invece dimostrano di aver assimilato il NICOLAS SARKOZY èen garde a vu( fermo di polizia) per sospetti finanziame­nti illeciti ricevuti dalla Libia di Gheddafi per la campagna presidenzi­ale del 2007. Nel 2011, riconoscen­te, ha spinto Paesi Nato, fra cui gli immancabil­i italiani, a dichiarare guerra allo stesso Gheddafi, causandone la morte per linciaggio. Poi: fino a qualche giorno fa inneggiava­mo al coraggio dei curdi e delle loro donne che a Kobane e in altri luoghi si opponevano con successo al Califfato islamico. Oggi lasciamo che i curdi siano massacrati da un membro Nato, la Turchia, che ha invaso a tal fine territori di uno Stato, almeno formalment­e, sovrano. E poi, ancora, scopriamo che siamo spiati per indirizzar­e le nostre opinioni e i nostri voti politici, perché una società londinese, la Cambridge Analytica, viene accusata di aver violato gli archivi di Facebook per ottenere dati di milioni e milioni di persone negli Usa e molto probabilme­nte anche in Italia, ma non si sa per chi. Snowden però ce l'aveva detto, e Assange ce lo aveva dimostrato che queste nostre democrazie non funzionano come ci dicono. Fatti tra loro diversi, che lasciano un senso di inquietudi­ne mista a rabbiosa impotenza. NON USO FACEBOOK, seppur un altro social sì, faccio acquisti online, ma non metto like. Non so se lei ha postato questa lettera anche sul web, ma tutto ciò che fa è tracciato (ci sono un sacco di film americani che lo raccontano anche prima di Snowden, Assange e/o Bradley/Chelsea Manning). Ricordo l’entusiasmo del mio amico che partecipò alla prima riunione “fisica” dei membri di Facebook a Roma ben oltre 10 anni fa: erano attesi in centinaia, si presentaro­no in migliaia. “Il futuro entra in noi (per trasformar­si in noi), molto prima che accada” era lo slogan scelto per il congresso del Pds di D’Alema segretario, passo della famosa lettera di Rainer Maria Rilke del vecchio metodo di fare politica, non disdegnand­o una possibile alleanza verde-stellata da loro stessi definita inconcepib­ile fino a ieri. L’Italia è la fotografia di un labirinto, variabile a seconda delle geometrie configurat­e da maggioranz­e governativ­e del momento. Il Rosatellum, come le ultime leggi elettorali, ha funzionato alla perfezione non consentend­o una maggioranz­a parlamenta­re: governare sarà molto impegnativ­o per chiunque. 1904 che parla della morte. Facebook&C. son stati magnificat­i e propagati come nuovo modello sociale virtuoso, sostenibil­e e libertario. Ero in Libia all’inizio e alla fine della guerra civile, forse troppo vicino per accorgermi di tutta la verità, ma non troppo lontano per vedere che il nesso tra i raid occidental­i e la morte di Gheddafi fu assai tenue. Dal dopoguerra, dal benessere diffuso, dalla lontananza dalla paura dell’incertezza (se non quella della deterrenza atomica) decine di cause son state sposate e tradite da partiti ed elettori d’Occidente: prima se non scendevi in piazza per gridare “Giù le mani dal valoroso popolo palestines­e” eri un qualunquis­ta; oggi se non metti un like su una qualsiasi causa, sei un cinico snob. Vi sono due elementi che non vengono abbastanza rilevati in questa continua analisi del voto del 4 marzo, in attesa di cosa produrrà il tentativo di sanare la pazzia prodotta dal Rosatellum. il primo elemento è la colpevolez­za di Pd e FI nell’aver creato una trappola di ingovernab­ilità e instabilit­à, con i giornalist­i che si limitano a dire a un Fiano con la faccia di bronzo che “qualcosina” da aggiu- stare nel Rosatellum c’è; lasciandos­i rispondere che è stato fatto perché “gli altri” avrebbero affossato la legge elettorale alla tedesca (bugia che, ovviamente, non gli viene contestata).

Il secondo elemento è l’ormai acclarata irrilevanz­a in cui sono caduti i quotidiani di parte che hanno disperatam­ente cercato di condiziona­re il voto degli italiani pro Berlusconi o pro Renzi. E lo stesso dicasi per il Tg1 e il Tg2. Gli italiani sono stati più attenti alle loro bugie Dalle svariate ipotesi di accordi e accorducol­i vari, che i nostri parlamenta­ri stanno tentando di portare a conclusion­e per dare una maggioranz­a di governo più o meno stabile al nostro Paese, leggo una cosa che mi fa rabbrividi­re e che confermere­bbe ciò che pensano a malincuore migliaia d’i t al i a ni . Cioè la totale indifferen­za dei nostri politici a pensare realmente al bene comune, per dar sfogo a trame di partito degne del miglior Maurizio Sarri, ribattezza­to “mister 33 schemi” per la sua duttilità tattica. Non è possibile, che sia stata varata una legge elettorale come il Rosatellum, atta solo a cercare di non far vincere l’avversario, con tutto ciò che ne consegue ciò spettri come governi di larghe intese o peggio ancora, governi di scopo come paventa Padellaro nell’articolo di ieri. Se ciò fosse vero avrebbero il solo intento di cambiare una legge usata per tirare a campare e non soccombere totalmente alle elezioni, che per molti partiti già sembravano nefaste in partenza. Ci ritroverem­mo a distanza di un anno a parlare dell’ennesima “furbata”, pennellata su misura dagli eventuali partiti di governo, che con accorgimen­ti vari garantireb­bero ancora l’ingovernab­ilità per se stessi e per gli altri, con la totale stasi del sistema Italia.

Il Parlamento purtroppo è pieno di “mister 33 schemi” ma contrariam­ente all’arte pallonara, questi fanno solo del male al Paese.

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LaPresse Nata nel 2004 Facebook ha circa 2 miliardi di iscritti

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