Zucca rischia, i Regeni lo difendono
La sua accusa: “Chi ha coperto i torturatori è ai vertici della Polizia”
Il pm del G8 finisce sul banco degli accusati. Tocca a Enrico Zucca, magistrato genovese che per anni si è impegnato, nonostante depistaggi e omertà, per individuare i responsabili delle torture durante il G8 di Genova. Inchieste condotte in solitudine. E di nuovo Zucca ieri si è ritrovato solo: criticato dai vertici della Polizia, da esponenti politici, ma anche da membri del Csm. Mentre si apre una pre-istruttoria disciplinare. Oggetto degli attacchi le opinioni di Zucca, espresse a Genova durante un convegno su Giulio Regeni: “L’11 settembre 2001 e il G8 hanno segnato una rottura nella tutela dei diritti internazionali. Lo sforzo che chiediamo a un Paese dittatoriale è uno sforzo che abbiamo dimostrato di non saper fare per vicende meno drammatiche. I nostri torturatori, o meglio chi ha coperto i torturatori, come dicono le sentenze della Corte di Strasburgo, sono ai vertici della polizia. Come possiamo chiedere all’Egitto di consegnarci i loro torturatori?”.
Le critiche paiono essere rivolte al ruolo assunto da Gilberto Caldarozzi che dopo la condanna a 3 anni e otto mesi per falso durante il G8 è tornato in Polizia ed è diventato numero due della Dia. Ma potrebbe riferirsi anche alla posizione di Pietro Troiani, anche lui condannato per falso, che oggi dirige il Centro Operativo Autostradale di Roma.
È la tesi dell’accusa: il falso nei fatti avrebbe consentito agli autori delle violenze di farla franca. Mentre l’Italia, 15 anni dopo il G8, ha approvato una legge sulla tortura che va in direzione diversa rispetto alle pronunce della Corte europea. Il primo a reagire alle parole del pm è stato il capo della Polizia, Franco Gabrielli che parla di “arditi parallelismi e infamanti accuse che qualificano soltanto chi li proferisce ”. Aggiunge G ab riel li :“Noi facciamo i conti con la nostra storia ogni giorno, sappiamo riconoscere i nostri errori”. Critico a metà Raffaele Cantone, presidente dell’Anac: “Credo che un magistrato debba evitare commenti così forti... ma si deve capire il contesto. Comunque evidenzia qualche problema reale, non sta inventando niente”. Diviso il Csm: per il vicepresidente Giovanni Legnini “È stata una dichiarazione impegnativa con qualche parola inappropriata” e ha espresso“stima e fiducia ai vertici delle forze di polizia”. Contro anche il presidente della Prima commissione, il laico centrista Antonio Leone che ha chiesto l’apertura di una pratica.
Per il togato Claudio Galoppi (Mi) “Le parole di Zucca sono di inaudita gravità”. A fianco di Zucca, invece, si sono schierati i togati di Area Ercole Aprile: “Evitiamo giudizi sommari. Verifichiamo il contesto, leggiamo le dichiarazioni nella loro completezza” e Piergiorgio Morosini: “Prima di dare giudizi anche deontologici è bene conoscere integralmente l’intervento, dato la delicatezza dei temi affrontati”. A fianco di Zucca anche il procuratore generale di genova Valeria Fazio: "Ha fatto un discorso molto articolato e pienamente condivisibile. Sono dispiaciuta per le inc ompren sioni, ma il suo intento non era certo quello di fare paragoni inappropriati tra uno Stato democratico e una dittatura".
Paola e Claudio Regeni, i genitori di Giulio hanno voluto esprimere tutta la loro “gratitudine e stima” al pm.
Il pericolo
La Procura della Cassazione acquisisce le sue dichiarazioni, si valuta l’inchiesta disciplinare