Il Fatto Quotidiano

Bologna processa Cavallini (Nar) e tutte le piste

In aula L’accusa al neofascist­a: “Aiutò Mambro e Fioravanti” Fiore (Forza nuova) tra i testi potenziali. E si indaga sulla P2

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Un

solo imputato, un centinaio di potenziali testimoni, dieci avvocati: a Bologna è iniziato il nuovo processo per la strage del 2 agosto 1980 ( 85 morti, 200 feriti). L’unico imputato è Gilberto Cavallini, l’ex terrorista nero dei Nar che avrebbe aiutato i tre neofascist­i giudicati esecutori materiali dell'esplosione in stazione. Per Valerio Fioravanti, Francesca Mambro e Luigi Ciavardini c’è infatti una sentenza definitiva, l'unica per le stragi di quegli anni fino a quella recentissi­ma su piazza della Loggia contro il leader di Ordine Nuovo Carlo Maria Maggi e Maurizio Tramonte. Da quel giorno d'estate sono già passati 38 anni “eppure una verità accertata non c'è ancora”. Su questo sono tutti d’accordo.

Sull'ammissione dei testimoni si deciderà ad aprile. Potrebbe deporre il leader di Forza Nuova Roberto Fiore, indicato dalle parti civili: per la Cassazione lui e altri ex di Terza Posizione, che alla fine degli anni Settanta riuniva alcuni dei criminali più violenti della destra eversiva, quell'anno scapparono all'estero per non rivelare ciò che sapevano sul 2 agosto. E poi l'ex direttore del Sisde Mario Mori, ovviamente Mambro e Fioravanti e persino un esperto di clima interpella­to per calco- lare quanto il caldo abbia inciso sulla detonazion­e.

CAVALLINI, detenuto semilibero a Spoleto, ci sarà, assicurano i suoi avvocati, Gabriele Bordoni e Alessandro Pellegrini, e parlerà “per dichiarare la sua estraneità”. Per la Procura bolognese l'obiettivo è provare invece l'aiuto offerto dall'ex Nar agli allora sodali neofascist­i: li avrebbe ospitati la notte prima della strage e sempre lui gli avrebbe fornito l'auto, con patente falsa, per raggiunger­e Bologna. Per il pm Enrico Cieri non bisogna perdere tempo “ne è passato molto e per quello che ci ri- guarda ci assumiamo le nostre responsabi­lità ma ora è necessario un processo rapido”. Le udienze calendariz­zate intanto arrivano già a luglio. I legali di parte civile hanno chiesto, tra l'altro, di acquisire le di- chiarazion­i rese da Mambro e Fioravanti a Giovanni Falcone sull'omicidio nel 1980 del governator­e della Sicilia Piersanti Mattarella, fratello del Presidente della Repubblica, per i quali Fioravanti e Cavallini furono poi assolti. Non manca la Loggia P2 di Licio Gelli: la Procura generale di Bologna, che nel 2017 ha avocato il nuovo fascicolo sui mandanti, ha avviato infatti una rogatoria in Svizzera sui movimenti per diversi milioni di dollari, ritenuti legati all’eccidio, sarebbero partiti da un conto bancario elvetico riconducib­ile al maestro venerabile, poi condannato per depistaggi­o su Bologna. E certo si parlerà ancora dalla “pista palestines­e”, archiviata qualche anno fa dalla Procura.

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LaPresse Al Tribunale di Bologna

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