“Fedele a Renzi. I consigli di papà? Ti offro il caffè”
L’esordiente figlio del governatore campano : “Giusto festeggiare l’elezione ”
Il primo giorno di un primogenito a Montecitorio: scrivere, riportare, elaborare. Così il deputato dem Piero De Luca, di professione avvocato, figlio del governatore campano Vincenzo detto ’o sceriffo, fra un’immersione nel catafalco e un paio di schede bianche, chiede a un commesso: “Dove posso trovare dei fogli?”. Riceve una cortese risposta e, un po’ smarrito, s’avvia verso una stampante per rimediare un pezzo di carta. E poi, da solo, fa su e giù per i corridoi del palazzo. Taglia le folle, e rallenta il passo.
De Luca cammina, il Pd è immobile.
Occorre evocare il senso di responsabilità, tocca a chi ha vinto le elezioni. Non scherziamo con le presidenze di garanzia del Parlamento. Quanta confusione al Nazareno.
No, perché?
Chi comanda?
Le assicuro che i gruppi sono coesi e la guida è ferma.
Il segretario reggente Maurizio Martina regge bene. Esatto, aspettiamo le proposte degli altri, poi valutiamo. Lei a chi risponde: a Martina o a Renzi?
Il partito è unito.
Renzi ha eletto De Luca. Sbagliato, mi hanno eletto gli elettori.
Lei è renziano, non tradisce?
Ho un buon rapporto con Renzi e non lo rinnego perché ha perso le elezioni. L’ho sentito con un messaggio di auguri.
Adesso c’è la corsa a non definirsi renziani.
Non cambio idea, ma ho analizzato il risultato elettorale. E poi ha organizzato una festa per celebrare una sconfitta?
Era un dovere.
Pentito?
No, era un dovere nei confronti dei cittadini che mi hanno votato.
Che consiglio le ha dato papà?
( sorride). Beh, abbiamo anni per parlare qui, io le ho risposto e, se vuole, le offro pure un caffè.
Ho un buon rapporto con Matteo e non lo rinnego perché ha perso le elezioni L’ho sentito con un messaggio