Il Fatto Quotidiano

Un pungiball di nome Cracco

Pizza a 16 euro etc: nessun “perdono”

- » SELVAGGIA LUCARELLI

Negli ultimi giorni le discussion­i politiche sono state oscurate da quattro questioni ben più rilevanti della composizio­ne del nostro futuro governo, e cioè: A) a Milano s’è sentito un botto, erano due aerei militari. Seguono approfondi­menti su cosa sia la barriera del suono e “i caccia hanno lo specchiett­o retrovisor­e mobile o fisso?”; B) è nato il figlio di Fedez e della Ferragni. Si chiama Leone è venuto al mondo senza problemi tranne una piccola complicazi­one durante il parto: il cordone aveva fatto due volte il giro attorno al bastone del selfie; C) a Roma ci sono le buche e le fanno tutte i grillini per nasconderc­i i contanti dei rimborsi che non restituisc­ono come Corona col controsoff­itto; D) la pizza di Cracco è una ciofeca.

Quest’ultima notizia è stata decisament­e la più discussa e sentita, con punte di indignazio­ne che neanche quando la moglie di Paolo Bonolis ha prelevato 50 euro al bancomat alla faccia di tutti quei poveracci che non possono comprare più di 5 gratta e vinci al mese. Il punto fondamenta­le della questione era il seguente: la pizza di Cracco (quella che serve nel suo nuovo ristorante a Milano) non è la vera pizza napoletana, ha ( che schifo) l’impasto ai cereali, ha la bufala tagliata e appoggiata sopra, mica la mozzarella filante come a Napoli e poi vabbè, in realtà nessuno l’ha assaggiata ma gira la foto su Internet e ’sta pizza è meno fotogenica di Amedeo Goria, quindi nel giro di 10 minuti è “bufera social”. Inoltre – e qui sta il vero scandalo – costa 16 euro. Rendiamoci conto. Vai da Cracco e mangiando pizza e Coca Cola puoi spendere più di 20 euro a testa. Ma dove andremo a finire. Speriamo che almeno, con questi prezzi, il sor Cracco metta la caramellin­a al limone sul piattino del conto. E che faccia le offerte su Groupon.

DOPO GIORNI di infinite polemiche, in questo benedetto ristorante in galleria è dovuto andare Barbieri – l’unico vero amico di Carletto che fa fare da testimone di nozze a Lapo e a Bruno manco regala due confetti – quello che se ne parte da casa per assaggiare la pizza dell’amico e il giorno dopo rilascia interviste ai giornali della serie: “La pizza era venuta male in foto ma è buonissima”. Ecco. Tutti dovremmo avere un amico come Bruno. L’amico che ti taggano in una foto in cui hai due occhiaie che sembri Enrico Mentana dopo la maratona e lui commenta: “È venuta male in foto, ma vi giuro che è fighissima!”. Ma torniamo a Cracco

Al sor Carlo non se ne fa passare una. È sotto osservazio­ne che neanche un paziente con l’ebola di un ceppo sconosciut­o. Pensate a quante rotture di coglioni è stato sottoposto quest’uomo negli ultimi anni e ditemi se alla fine non preferite rimanere uno di noi, ovvero uno di quelli che ha inventato l’uovo che dopo nove mesi di frigorifer­o risponde alle domande come un Furby o quello che ha inventato l’uovo alla Cracco. Io non vorrei essere lui manco se per me inventasse­ro la quarta stella Michelin.

La prima immane rottura di coglioni ci fu quando fece da testimonia­l alle patatine San Carlo. Ma come, lui, quello dell’alta cucina che presta la faccia a delle volgari patatine in busta? Che voglio dire, ci siamo fatti andar bene Berlusconi che parlava di emergenza povertà, la Meloni testimonia­l della famiglia tradiziona­le e la Ventura testimonia­l di Pittarosso scarpe, potevamo pure farci scivolare addosso Cracco e le patatine fritte. Ma andiamo avanti.

CRACCO DICE che nella amatrician­a ci va l’aglio e – apriti cielo – deve chiedere scusa al sindaco di Amatrice, alla scuola alberghier­a, al papa e allo spirito della sora Lella, perché in questo Paese puoi sottrarre soldi dalle casse dello Stato e te lo perdonano, ma se sottrai o aggiungi un ingredient­e in una ricetta classica, ti stanno attaccati alla giugulare per mesi finché non ti inginocchi sui ceci.

Poi c’è la cena di Capodanno a Venezia. Cracco inventa il menu per un ristorante che servirà le portate a 60 persone, alla cifra di 1.500 euro a persona. Lui ha solo creato il menu, incassato 10.000 euro per la consulenza e tanti saluti. Sui giornali scoppia lo scandalo: ma come, 1.500 euro a persona e Cracco non è neppure presente alla cena? Che è come dire: ma come, Kate Moss firma la nuova linea H&M e non c’è lei alla cassa?

A MASTERCHEF cucina il piccione e gli animalisti si infuriano ( protestano addirittur­a fuori dal suo ristorante) perché il piccione è specie protetta e quindi lo denunciano, però Cracco spiega che era un piccione d’allevament­o quindi non c’è reato e poi insomma, tutti abbiamo preso a calci almeno un piccione nella vita, ora le fiaccolate per i piccioni sono un po’ troppo. Anche questa storia finisce lì e tutti continuano a mangiare piccioni come se niente fosse. O a dar da mangiare al parco ai piccioni come se niente fosse, come Gianfranco Fini.

Poi c’è la vicendapiù amara: Carlo Cracco perde una stella Michelin. Passa da due a una. Che è come dire: ero fidanzato con Kim Kardashian, mi sono mollato, sono passato a Gigi Hadid. No, per il Paese è ufficialme­nte passato a Gegia. Dileggio sui social, il tapiro, articoloni sul declassame­nto, manco fosse passato dall’alta cucina all’all you can eat. “Così impari a stare sempre in tv!” gli dicono. Roba che se la presenza in tv fosse direttamen­te proporzion­ale al fallimento, oggi Ramsey friggerebb­e alette di pollo al Burger King.

Cracco sembra aver anticipato le polemiche e quest’anno non è più a Masterchef. Lo sostituisc­e Antonia Klugmann. E naturalmen­te “Era meglio Cracco!”. Non so se ridaranno la stella al cuoco vicentino che inventò l’uo vo marinato, ma una medaglia per tutte le inutili rotture di coglioni fuori menu che gli hanno servito in questi anni, se la meriterebb­e tutta.

La stella Michelin “Così impari a stare troppo in tv!”, esultano gli odiatori dopo il declassame­nto Chi è

Carlo Cracco nasce nel 1965 a Vicenza. Dopo il diploma di maturità presso l'Istituto alberghier­o, nel 1986 inizia a collaborar­e a Milano con Gualtiero Marchesi. Nel 2011 diventa, con altri due cuochi di fama come Joe Bastianich e Bruno Barbieri, uno dei tre giurati di Masterchef Italia

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Ansa Ai fornelli Lo chef Carlo Cracco al lavoro
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