Il Fatto Quotidiano

La guerra per gli uffici

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CERTO, c’è da eleggere il presidente. Sicuro, anche vedere di fare un governo. Ovvio, bisogna pure occuparsi delle scadenze legislativ­e tito il Def. Però a Palazzo Madama c’è pure una sorda e durissima guerra per gli uffici. Succede questo. Il gruppo del Pd ha avuto finora quelli ampi e prestigios­i al piano aula del Senato su cui però - visti i risultati elettorali e i mutati rapporti di forza numerici - hanno messo gli occhi i 5 Stelle. Solo che dentro i democratic­i - forse memori delle marce antifascis­te con cui hanno fatto campagna elettorale - hanno subito dato vita alla resistenza: “Ci stringerem­o, ovviamente, ma restiamo qui”. Capo dei facinorosi, l’ex capogruppo Luigi Zanda, che occupa il bell’ufficio che oggi ospita la grande tela (un paesaggio marino nebbioso acquistato durante i fasti artistici di Marcello Pera) che prima campeggiav­a in Sala Garibaldi, il Transatlan­tico del Senato, e ora è appunto finito nell’ufficio del democristi­ano fattosi democratic­o. La “privatizza­zione” del grande quadro blu, peraltro, è una fissa dell’ex questore M5S Laura Bottici: la senatrice non riuscì a strapparlo a Zanda la scorsa legislatur­a, ma i 5 Stelle possono farcela adesso occupandog­li direttamen­te tutto l’ufficio. “No pasaràn”, promette il guerriglie­ro dem.

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Ansa Fate posto A Palazzo Madama c’è tensione per chi occuperà gli uffici migliori

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