Lui voleva bruciarla viva Lei è accusata di coprirlo
Indagata per non aver denunciato il fidanzato: “Non sono una sbirra”. Alessio è stato condannato a 12 anni per averla ustionata
Ylenia aspettava un bimbo, era incinta di tre mesi. All’alba dell’ 8 gennaio 2017 il campanello di casa, in provincia di Messina, aveva suonato. Un uomo l’aveva spinta a terra e le aveva gettato addosso della benzina. Nel trambusto, il suono di un accendino: il fuoco aveva fatto il resto, in un attimo.
Il giudice
“In qualche caso essere bruciati innamora” La ragazza risponde ora di favoreggiamento
YLENIA AVEVA 22 ANNI allora, il suo bambino non è mai nato: due mesi dopo l’ag gressi one l’ha perso. Lei fortunatamente è sopravvissuta anche se è rimasta gravemente ustionata ai fianchi e alle gambe. E l’aggressore? È stato condannato in primo grado: è l’ex fidanzato di Ylenia Bonaventura, Alessio Mantineo. Secondo la madre della vittima, Anna Giorgio, e una vicina di casa che era intervenuta subito dopo l’aggressione, il ragazzo era stato subito indicato come il responsabile di quel gesto mostruoso proprio da Ylenia. Poi però è successo qualcosa. La ragazza ha cominciato a difendere il fidanzato ritrattando completamente e dicendo di non essere “una sbir- ra”, anche se contro di lui sono emersi molti indizi. A cominciare dalle immagini delle videocamere di un distributore di carburante che, pochi minuti prima del tentato omicidio, lo riprendono mentre riempie una bottiglia con la benzina.
Lui al processo ha cercato di giustificarsi sostenendo di essere andato alla stazione di servizio per far ripartire lo scooter, che era rimasto a secco. Ad Alessio la mamma di Ylenia non ha mai creduto: “È stato lui. Difendendolo, Ylenia offende tutte le altre donne vittime di violenza”. E non era solo una mamma arrabbiata e addolorata a parlare, era anche una donna che si era allontanata da un marito violento sfuggendo alla violenza.
Il 10 gennaio scorso il giudice Salvatore Mastroeni ha condannato Mantineo, con il rito abbreviato, a dodici anni di carcere, ritenendolo colpevole di tentato omicidio. Ma ora anche Ylenia è coinvolta in un procedimento giudiziario: la Procura di Messina le ha inviato un avviso di conclusione indagini per falsa testimonianza e favoreggiamento.
“LA BONAVERA – aveva scritto il giudice Mestroeni – difende l'ex non perché non è una sbirra ma perché essere bruciati evidentemente in qualche assurdo caso ‘ innamora’. Diventa di nuovo l'amore della sua vita. La sua ricostruzione è tra il surreale e l'incredibile in un soggetto alla fine fragile che avrebbe bisogno di un recupero, non di perdersi di fronte al luccichio delle telecamere”. Il riferimento era alle trasmissioni televisive cui Ylenia aveva partecipato fin dai giorni in cui era ricoverata in ospedale.
Oggi, in un paradosso che è certamente la misura di una sofferenza, è chiamata a rispondere delle sue dichiarazioni. Ma
YLENIA BONAVENTURA aveva 22 anni, era incinta, un uomo nel gennaio 2017 ha cercato di darle fuori. Lei prima ha accusato il fidanzato, poi ha ritrattato. Ma lui, Alessio Mantineo, è stato condannato in primo grado. Ora lei è accusata di favoreggiamento e falsa testimonianza c’è un altro passaggio di quella sentenza di condanna che vale la pena ricordare: “Se la donna serva, in certe fasce, è retaggio del passato, ora nei giovani il dominio è fonte di piacere e vanto. Il risultato non cambia. Non cambia neanche dal punto di vista femminile, a fronte di donne uccise, come in una carneficina, e di donne che lottano per una reale emancipazione, si
La scheda
trovano casi in cui violenza e sadismo vengono apprezzati, per cui essere data a fuoco può essere una prova d’amore moderna”.
Intanto le donne continuano a venire uccise con straziante regolarità da uomini piccoli che pensano di essere forti: 24 dall’inizio dell’anno.