“Messina Denaro tra Sicilia e Toscana, sta male ed è protetto da clan calabresi”
Indagine della Dda di Firenze
Matteo
Messina Denaro “l’ho conosciuto al porto di Palermo, poi avevamo un altro appuntamento in Toscana. Dov’è protetto da uomini della ’ndrangheta”. Parole del supertestimone sulle quali L’Espresso, in edicola da domani, costruisce la storia di copertina. Per la prima volta – come rivelato dalle anticipazioni sul sito del settimanale – “un testimone che conosce il latitante svela la rete di protezione che favorisce il boss trapanese ricercato da 25 anni”.
“Viene reso pubblico per la prima volta – scrivono Lirio Abbate e Giovanni Tizian – un contesto sociale e criminale, oltre che logistico, mai affrontato dalle indagini che fino adesso hanno portato in Sicilia a emettere provvedimenti giudiziari per favoreggiamento del boss. Qui lo scenario in base al racconto inedito si sposta in altre regioni”.
Il testimone di cui si racconta rivela così gli incontri avuti direttamente con Messina Denaro e i nomi del “cerchio magico” posto a protezione della primula rossa di Cosa nostra, l’ultimo dei padrini della stagione delle stragi rimasto libero dopo la risposta dello Stato ai Corleonesi. “Apre, inoltre, scenari criminali nuovi – scrive ancora L’Espresso – in cui si muove il mafioso accusato di omicidi e stragi. Si scopre così che il latitante ha ottenuto coperture anche da esponenti della ’ndrangheta, i posti in cui ha alloggiato, e il territorio che ha frequentato. Si apprende delle sempre più precarie condizioni di salute del boss e la clinica in cui è stato curato. E si scopre che uno dei nipoti del latitante è un magistrato in servizio in una Procura del Nord Italia”.
Il tutto è già sulle scrivanie dei magistrati della Procura distrettuale antimafia di Firenze, “che ha già riscontrato gran parte delle affermazioni, in alcuni casi pure con fotografie che documentano incontri segreti con l’entourage di Messina Denaro, delegando indagini alla Guardia di Finanza: il testimone è un toscano di 45 anni, con qualche disavventura giudiziaria e vecchie amicizie con boss siciliani e calabresi”.
Il libro